Ha avuto un malore mentre era in vacanza in Sicilia con la moglie. È morto così a 76 anni Felice Gimondi, il mito del ciclismo italiano, vincitore del Tour de France nel 1965 e di tre Giri d’Italia, nel 1967, ‘69 e ‘76. Un campione completo, capace di fare la differenza in montagna, nelle volate, in fuga, nelle prove a cronometro.
L’ex campione bergamasco, che concluse la carriera su strada nell’ottobre 1978 partecipando al Giro dell’Emilia, stava facendo il bagno a Giardini Naxos, quando ha avuto un malore improvviso.
Nato il 29 settembre del 1942 a Sedrina, in provincia di Bergamo, Gimondi è stato un ciclista su strada, pistard e dirigente. Cominciò a gareggiare nel ciclismo nel 1959, da allievo, ottenendo la prima vittoria nel maggio del 1960, nella Bergamo-Celana. Dopo pochi anni, nel 1965, appena diventato professionista, vinse il Tour de France. I successi si susseguirono anno dopo anno, tanto che oggi è uno dei sette corridori ad aver vinto tutte e tre le massime competizioni nel campo del ciclismo: il Giro d’Italia, la gara francese e la Vuelta spagnola, nel 1968. Nel suo curriculum anche un Mondiale, una Parigi-Roubaix, una Milano-Sanremo e un Lombardia. Nel complesso, 118 vittorie da professionista. Per undici volte ha rappresentato i colori azzurri ai Mondiali.
Corse le sue migliori gare insieme al “cannibale” belga Eddy Merckx e per questo è stato più volte soprannominato “l’eterno secondo”. In realtà è stato uno dei suoi più validi avversari insieme a Luis Ocana e a José Manuel Fuente. Ai duelli con Merckx sono dedicate le canzoni “Gimondi e il cannibale” di Enrico Ruggeri e “Sono felice” di Elio e le Storie Tese. Il giornalista sportivo Gianni Brera lo soprannominò Felix de Mondi e Nuvola Rossa.
Dopo il ritiro nel 1978, è stato direttore sportivo della Gewiss-Bianchi, nel 1988 e poi, nel 2000 presidente della Mercatone Uno-Albacom, squadra di Marco Pantani. A lui è intitolata la Granfondo internazionale che dal 1996 si tiene in provincia di Bergamo, patrocinata dalla storica azienda milanese di biciclette, Bianchi.