Sarebbe il simbolo della continuità, di una Spd fedele alla linea moderata e aperta al compromesso, lui che è definito da Der Spiegel “uno dei più decisi fautori” della Grosse Koalition. Il ministro delle Finanze e vicecancelliere tedesco, Olaf Scholz, si candida alla guida del partito socialdemocratico. È il primo nome di peso che si fa avanti per la presidenza Spd, da quando Andrea Nahles a giugno ha presentato le dimissioni in seguito al pessimo risultato alle elezioni Europee. Decisiva per le sorti Scholz sarà la sua capacità di presentare una visione economica alternativa a quella di Angela Merkel, in un periodo di forte rallentamento della crescita tedesca, sicuramente meno fedele all’austerity.

Sono pronto a scendere in campo, se lo volete”, ha detto Scholz questa settimana in una telefonata ai presidente ad interim del partito, secondo quanto riferisce sempre il settimanale tedesco nella sua versione online. Prima di ufficializzare la sua corsa alla presidenza, il vicecancelliere è alla ricerca di una figura femminile che possa candidarsi in “tandem”, così come hanno fatto finora le altre 5 coppie che hanno presentato la loro candidatura alla leadership del partito che fu di Willy Brandt e Helmuth Schmidt.

Scholz è stato ministro del Lavoro nel primo governo Merkel, poi sindaco di Amburgo dal 2011 al 2018. Ha già guidato ad interim la presidenza del partito durante la transizione da Martin Schultz alla Nahles, mentre da marzo 2018 è diventato ministro delle Finanze dell’esecutivo in carica. Lui che era stato uno dei fautori del ritorno della Spd nella Grande coalizione con i cristiano-democratici (Cdu/Csu) della cancelliera Angela Merkel. Anche per questo è una figura osteggiata dall’ala sinistra del partito, così come dai Jusos, la correnti dei giovani socialdemocratici che fa capo a Kevin Kühnert, uno dei papabili futuri candidati. Per presentare il proprio nome c’è tempo fino al primo settembre e il nuovo leader del partito sarà eletto in ottobre dai circa 430 mila iscritti.

Scholz dovrà essere in grado di rappresentare quel desiderio di rinnovamento interno alla Spd che le ultime pesanti sconfitte elettorali hanno portato alla luce. Da ministro delle Finanze di un governo Merkel ancora fedele alla regola del pareggio di bilancio, ha provato nelle ultime settimane a far trapelare una sua apertura a un cambio di rotta e all’abbandono dello Schwarze Null. Ma le parole che sono arrivati dagli altri candidati in corsa – seppure senza molte speranze – sono state molto più nette e decise. Karl Lauterbach ha definito il pareggio di bilancio “economicamente ed ecologicamente privo di senso“. Allo stesso modo si è espresso Michael Roth, candidato insieme a Nina Kampmann.

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