Politica

Crisi di governo, M5s chiude a Salvini: “Ha scelto Berlusconi. Voleva fregarci, si è fregato da solo”

Dopo il leader Luigi Di Maio che ieri aveva parlato di "fake news" rispetto alla possibilità di un incarico a Palazzo Chigi in un nuovo esecutivo gialloverde, i 5 stelle ribadiscono che non intendono ricucire. E accusano il Carroccio di non voler mollare "le poltrone": "Anche oggi si dimettono domani". Il senatore grillino Di Nicola: "Tenerli lontano dal governo è diventato un dovere democratico". Durigon predica calma: "Facciamo decantare la situazione". Il democratico Calenda: "Se alleanza con M5s, io formo un'altra forza politica"

No ai passi indietro. No a un nuovo dialogo. E no al maxi-rimpasto, pure se vuol dire dare la poltrona di presidente del Consiglio a Luigi Di Maio. Il Movimento 5 stelle ha ribadito la chiusura totale, almeno per il momento, alle offerte del Carroccio. Al decimo giorno di crisi di governo, Matteo Salvini manda messaggi confusi agli ex alleati, dopo che il suo progetto di “crisi lampo” e ritorno immediato alle urne sembra sempre più irrealizzabile. Dal fronte M5s infatti, non sembra esserci alcuna intenzione di tornare dal “traditore”. Il concetto, già espresso dal leader 5 stelle nei giorni scorsi, è stato rilanciato questa mattina con un post pubblicato sul Blog delle stelle: “Vorremmo mettere una cosa in chiaro”, si legge. “Salvini e la Lega hanno fatto una chiara scelta politica. Perché 24 ore dopo aver aperto la crisi hanno chiamato Berlusconi e sono andati ad Arcore”. Proprio la vicinanza tra il Carroccio e l’ex Cavaliere è uno dei nodi su cui i 5 stelle non potranno mai accettare compromessi senza snaturarsi completamente. “E sapete qual è il paradosso di tutto questo?”, continua il Blog. “Che ora pare sia lo stesso Berlusconi a snobbarli. Gli ha dato picche”. Insomma i 5 stelle usano l’amicizia ritrovata tra Salvini e Berlusconi come prova che l’intesa gialloverde è finita e non può essere fatta resuscitare. Una linea che sembra condivisa anche dalla maggior parte dei grillini, sempre più tentati da un accordo con il Pd. Tanto che il senatore Primo Di Nicola su Facebook ha scritto: “E’ un dovere democratico tenere lontano Salvini dal governo”. Intanto Di Maio si è preso tre giorni di vacanza in Cilento e in un post serale si è limitato a ribadire che sta rientrando a Roma: “Ci vediamo in Aula il 20 agosto insieme al presidente del Consiglio Giuseppe Conte“.

I leghisti, con il sottosegretario Durigon in testa, chiedono di “far decantare la situazione” con la speranza che spunti una soluzione. Ma lo scontro tra il ministro dell’Interno e il premier Conte sembra ormai insanabile. Oggi il leader del Carroccio ha ceduto allo sbarco dei 27 minori non accompagnati a bordo della nave Open Arms dopo che lo stesso presidente del Consiglio lo aveva risollecitato: “Accetto mio malgrado”, ha scritto Salvini. E poi su Twitter se l’è presa con lo scrittore Roberto Saviano che chiede le sue dimissioni: “Che faccio amici?”, ha scritto in tono provocatorio.

Al di là delle ricostruzioni e dei contatti sotto l’ombrellone, tutto è comunque rimandato a dopo il 20 agosto quando il presidente del Consiglio Giuseppe Conte interverrà in Senato per fare le sue comunicazioni sulla crisi di governo. Solo dopo quel passaggio, salirà al Colle e in caso di sfiducia o dimissioni, inizieranno le consultazioni di Sergio Mattarella. Sarà un passaggio molto delicato, anche perché dal Quirinale continuano a ribadire che non spetterà al presidente della Repubblica formare maggioranze e che le forze che si riterranno pronte per formare una nuova maggioranza dovranno avere un progetto stabile. Anche per questo le parole dell’ex ministro Graziano Delrio che solo ieri ha proposto “un contratto alla tedesca”, sembrano in linea con quanto potrebbe chiedere il Colle. L’accordo Pd e 5 stelle comunque è ancora solo una delle tante ipotesi e proprio tra i democratici la situazione è tutt’altro che acquisita. L’eurodeputato Carlo Calenda ad esempio, guida il fronte degli scontenti: “Se la direzione del Pd”. ha detto in un’intervista al Foglio, “darà al segretario Zingaretti il mandato di verificare l’ipotesi di un accordo con i 5 stelle, questo vorrà dire che il Pd avrà definitivamente abdicato alla rappresentanza del mondo liberaldemocratico. Io questa cosa non la accetterò. Sarà a quel punto inevitabile lavorare a una nuova forza politica che rappresenti quel mondo orfano. Una forza non alleata con il Pd, perché il Pd avrà perso ogni credibilità rispetto alle istanze dell’IItalia seria, quella che lavora, studia e produce”.

La chiusura dei 5 stelle: “Salvini è costretto a stare con Berlusconi per garantirsi le tv”. E il senatore Di Nicola: “Indietro non si torna” – Sul fatto che “l’esperienza di governo sia agli sgoccioli”, come detto da Conte il giorno di Ferragosto a Salvini, i 5 stelle non sembrano avere dubbi: “È incredibile”, continua il post, “nemmeno lui si fida di loro, ma è costretto a starci insieme per farsi garantire le tv. È il solito giochino di sempre, sono 30 anni che è così. Io ti do, tu mi dai. Ma a noi queste logiche non interessano. Il Movimento 5 stelle è un’altra cosa. Chissà cosa penseranno adesso – si legge ancora – coloro che negli ultimi mesi si erano avvicinati per la prima volta alla Lega. Salvini ha preferito Arcore a voi. È vero ha provato a fregarci tutti, ma alla fine si è fregato lui.

La linea dentro i 5 stelle sembra al momento condivisa dalla maggior parte dei parlamentari, che sono sempre più tentati da un accordo con il Partito democratico. Impensabile il ritorno con il Carroccio, almeno a queste condizioni. “Indietro non si torna, addio alla Lega”, ha scritto su Facebook poco dopo il post del Blog delle Stelle il senatore Primo Di Nicola. “Quello che gli attori in campo in questa crisi, la peggiore – ma anche la più pericolosa- da Tangentopoli e dalla nascita della cosiddetta Seconda Repubblica, hanno il dovere di fare, è dire una parola chiara ai cittadini, al di là degli interessi di parte e delle strategie sul come uscire dall’impasse nella quale il sistema politico è stato precipitato dall’azzardo di Matteo Salvini”. E ancora: “Non si può in nome dei propri interessi di parte, come ha fatto il leader della Lega, invocare la crisi di governo, le elezioni e addirittura ‘i pieni poteri’ e poi fare marcia indietro perché il disegno non va in porto, come se nulla fosse. Tenere lontano dal governo Salvini è ormai diventato un dovere democratico, per conservare un minimo di credibilità alla politica, alle prerogative del Parlamento e a quelle della presidenza della Repubblica, la sola titolata a indicare la data di nuove elezioni”. E ha concluso: “Una risposta netta alla Lega va dunque data e subito, in maniera netta e inequivocabile, per i doveri di trasparenza che si hanno verso i cittadini e perché in gioco non c’è solo la formazione di un nuovo governo, ma la credibilità stessa, la sacralità delle istituzioni democratiche: indietro non si torna”.

Poche ore prima, sempre sul Blog delle stelle, c’era stato un altro attacco alla Lega, i cui ministri, si legge, “anche oggi si dimettono domani“. La riflessione suggerita dal post è che i ministri del Carroccio “hanno aperto una crisi di governo in pieno agosto annunciando di essere pronti a dimettersi in blocco e invece sono ancora lì, incollati alla poltrona”. Dunque, per il M5s sono “senza pudore!”. Una sentenza su qualunque ipotesi di rientro della frattura di governo? “Si tratta di una crisi surreale – si legge – aperta dalla Lega solo per tutelare gli interessi di partito, per portare a casa nuove poltrone”, una “storia da Prima Repubblica, logiche di palazzo, intrighi politici, solo per conquistare nuovo potere. E in tutto questo i cittadini italiani rischiano di subire le conseguenze di questa irresponsabile azione della Lega”.

Per il blog dei 5 stelle i leghisti “hanno tradito gli italiani solo per gonfiare la propria pancia elettorale, hanno “dimostrato di ignorare i problemi dei cittadini, badando solo a capitalizzare”. “Siamo rimasti gli unici – si legge ancora nel post – a garantire gli italiani e non molleremo di un solo centimetro. Adesso avanti con il taglio di 345 poltrone che produrrà un risparmio di 500 milioni a legislatura”, anche perché con la possibile caduta del governo “potremmo fare un elenco infinito di riforme che salteranno: salario minimo (stupendi più alti per i lavoratori), acqua pubblica (meno costi in bolletta), riforma della giustizia (processi più veloci), riforma della sanità (meno raccomandati)”. Insomma, “questo non è cambiamento, sembra di rivedere gli anni più bui della politica italiana”.

La Lega temporeggia: “Facciamo decantare un po’ la situazione – Sul fronte leghista, si cerca di tenere la calma. Dopo aver smentito a ilfattoquotidiano.it l’indiscrezione sulla proposta di offrire a Luigi Di Maio la poltrona di premier, il sottosegretario leghista al Lavoro, Claudio Durigon, al Corriere della Sera conferma la porta aperta al M5s. “Facciamo decantare un po’ la situazione. Anche perché avevamo lavorato bene per undici mesi” sottolinea. Le decisioni “spettano al segretario. La situazione è precipitata da dopo le elezioni Europee però, altrimenti per quasi un anno le cose avevano funzionato”. Sicuramente, aggiunge “mi pare impervia la strada di una alleanza tra Pd e M5s”. Pensare “che possano tornare Matteo Renzi o Laura Boldrini mi sembra assurdo, gli stessi che hanno governato fino allo scorso anno e ci hanno lasciato numerosi problemi da risolvere. Un altro governo diverso da questo sarebbe il contrario di tutto”.

Ma il dirigente laziale si aspetta anche un passo del M5s verso la Lega. Secondo Durigon “Salvini ha chiesto più volte nei mesi scorsi, facendo costantemente appelli agli alleati, di smetterla con gli attacchi personali. Poi aggiungendo che bisognava cambiare passo, dire dei sì. E i 5 stelle non hanno mai ascoltato davvero, gli attacchi sono continuati. Mi stupisce quindi che qualcuno si sia stupito di quanto detto e fatto da Salvini, erano cose che ripeteva da tempo”. E quando gli si chiede se il 20 agosto la Lega sfiducerà Conte in Aula, ha ribadito: “Per noi decide Salvini“.