Cronaca

Sora, la diocesi prende le distanze dal parroco anti-migranti. Mons. Antonazzo: “Parole frutto di discutibili scelte personali”

Il vescovo prende le distanze dal parroco e invoca la "testimonianza di San Rocco", il santo patrono celebrato quando don Donato Piacentini ha pronunciato la sua omelia anti-migranti: "La sua scelta evangelica fu del 'prima gli altri' per amore di Cristo povero e sofferente". Rinnovata anche la collaborazione con la Caritas, la prefettura e le istituzioni locali

“Discutibili scelte personali. Monsignor Gerardo Antonazzo, vescovo di Sora, prende le distanze da don Donato Piacentini, il parroco del comune in provincia di Frosinone che in occasione della festa patronale di San Rocco aveva pronunciato un’omelia anti-migranti. “Uno dei cardini fondamentali della vita di San Rocco – ha spiegato mons. Antonazzo durante la sua predica – è stata la scelta evangelica del ‘prima gli altri’ per amore di Cristo povero e sofferente” ribadendo dunque l’impegno, con la Caritas, per l’accoglienza dei migranti. Durante la sua omelia, invece, il sacerdote sorano aveva asserito che i volontari “vanno a soccorrere persone che hanno telefonini o catenine e catene al collo e che dicono di venire dalle persecuzioni. Ma quali persecuzioni? Guardiamoci intorno, guardiamo la nostra città, la nostra patria. Guardiamo le persone accanto, che hanno bisogno e quante ne conosco io, sono tante, tantissime, una marea che si vergognano del loro stato di vita”.

Una presa di distanze netta è stata esplicitata dal titolare della diocesi di Sora, Cassino, Aquino e Pontecorvo. “Qualunque pensiero in senso contrario espresso da chiunque, non esprime la volontà della Chiesa diocesana, e si deve addebitare esclusivamente a discutibili scelte personali di ogni singolo soggetto, si legge su una nota postata su Facebook riportante il pensiero del vescovo ciociaro. “La testimonianza di San Rocco – si legge nella nota – incoraggia ancor più l’operato della nostra Chiesa, soprattutto attraverso la Caritas, sempre impegnata nell’accoglienza e nel servizio amorevole delle antiche e nuove forme di povertà. Tale accoglienza è stata rivolta in particolare agli immigrati giunti sul nostro territorio, in perfetta collaborazione con la prefettura di Frosinone, con le istituzioni civili locali, con le associazioni di volontariato impegnate nel processo di integrazione. Questa è la scelta pastorale che non potrà cambiare perché il cristiano obbedisce al vangelo della Carità nei confronti di chiunque, senza distinzioni né esclusioni”.