I media locali e le immagini sui social mostrano gli attivisti pro-democrazia invadere le vicine Kai Chiu road e Yun Ping road, mentre la Hennessy, l’arteria principale verso il cuore delle istituzioni di Hong Kong, è piena. L'obiettivo è bloccare la legge introdotta dal governo cinese che prevede l'estradizione a Pechino per chi commette reati nell'ex colonia britannica
Oltre 1,7 milioni i manifestanti fra Victoria Park e le zone limitrofe. In tanti muniti di ombrello, sia per far fronte alle piogge torrenziali che imperversano in queste ore sulla regione, sia per “difendersi” dalle numerose telecamere con cui il governo cinese starebbe “spiando” le manifestazioni definite “pro-democrazia“. È una marea umana quella che ha invaso le strade di Hong Kong, in occasione della manifestazione clou di questo 11° weekend di proteste. Victoria Park era colmo di persone al punto che le vie di accesso sono intasate tanto da spingere gli organizzatori, pur pendente il divieto di marcia, a guidare fuori dal parco parte dei manifestanti. La stima dei partecipanti è degli organizzatori, che farebbe di quella odierna la seconda mobilitazione più grande delle ultime 11 settimane di proteste, alle spalle della marcia del 16 giugno che raccolse adesioni per 2 milioni di persone. E la cifra, secondo i media locali, sarebbe in difetto perché non terrebbe conto di tutti i cortei.
Fiume di manifestanti nei pressi di Victoria Park.
Video ???? @lostdutchhk
— Asiablog.it (@Asiablog_it) August 18, 2019
I media locali e le immagini sui social hanno mostrato gli attivisti pro-democrazia invadere le vicine Kai Chiu road e Yun Ping road, mentre la Hennessy, l’arteria principale verso il cuore delle istituzioni di Hong Kong, è piena. L’obiettivo delle proteste è bloccare la legge introdotta dal governo cinese che prevede l’estradizione a Pechino per chi commette reati nell’ex colonia britannica. La volontà, ha detto Bonnie Leung, tra i promotori per conto del Civil Human Rights Front, era di manifestare “pacificamente”. “I nostri parlamentari – dice – hanno guidato la folla in modo pacifico e fuori dal parco in modo che altre persone possano entrare”.
E in effetti i diversi cortei sono andati avanti in modo pacifico e senza intoppi, malgrado siano privi di autorizzazione: la polizia di Hong Kong, invece, ha mantenuto un profilo defilato, in base a quanto riferito dai media locali. Le forze dell’ordine hanno presidiato solo la sede della rappresentanza della Cina nella città, bersagliata in una delle proteste delle scorse settimane con un lancio di uova e di palloncini pieni di inchiostro, oltre ad esser stata ricoperta da graffiti.
Intanto, i media di Stato hanno diffuso le immagini della terza esercitazione della polizia anti-sommossa, in questo mese, nella vicina città di Shenzen, dove la Cina ha inviato l’esercito. Come riporta il South China Morning Post, i video mostrano gli agenti armati usare lacrimogeni e cannoni ad acqua contro un gruppo di “contestatori”, vestiti di nero proprio come i manifestanti di Hong Kong. All’inizio di un video, un poliziotto urla alla folla in cantonese (la lingua parlata a Hong Kong): “Fermatevi e pentitevi”. Il governo di Hong Kong ha fatto sapere che gli agenti in queste settimane hanno fatto ricorso a un “uso minimo della forza” e “solo se attaccati”. In un comunicato il governo afferma che in queste 11 settimane di protesta “stazioni di polizia sono state attaccate o assediate oltre 75 volte”.
“Solo quando sono stati attaccati violentemente e lasciati senza altra scelta gli agenti hanno fatto ricorso all’uso minimo della forza per disperdere i manifestanti e ristabilire l’ordine”, continua la dichiarazione in cui si afferma che sono stati 180 i poliziotti rimasti feriti in queste settimane. Nel comunicato poi si sottolinea che le forze di polizia sono “sotto un tremendo carico lavorativo” a causa di “lunghi turni di lavoro” e sono unicamente impegnate a mantenere l’ordine e la legge.