“Ho indicato che si abiliti il porto di Algeciras per ricevere la Open Arms. La Spagna agisce sempre di fronte alle emergenze umanitarie. È necessario trovare una soluzione europea, ordinata e solidale, guidando la sfida migratoria con i valori del progresso e dell’umanitarismo dell’Ue”. Con queste parole il premier spagnolo Pedro Sanchez nel primo pomeriggio di domenica ha offerto un porto sicuro alla nave della ong spagnola in mare da 18 giorni con 107 migranti a bordo salvati in diversi interventi. Il primo l’1 agosto: da allora la nave è in attesa di poter far sbarcare le persone soccorse. L’annuncio di Sanchez arriva dopo giorni di contrasti e polemiche, non solo in Italia ma anche in Europa, con la Commissione europea, che il 16 agosto ha avvertito di non poter iniziare ad occuparsi della distribuzione dei migranti fra i paesi che si sono offerti di accoglierli – Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo, Romania e Spagna – fino a quando non viene indicato il porto di sbarco.
L’annuncio di oggi, che arriva mentre la nave spagnola è a poche centinaia di metri dal porto di Lampedusa, apre nuove polemiche, questa volta nella politica interna della Spagna. Dopo la dichiarazione del socialista Sanchez, infatti, sono state diverse le dichiarazioni delle forze politiche spagnole: “Perché prima non si poteva accogliere l’Open Arms e ora sì? E cosa più importante: in futuro accoglieremo sulle coste spagnole tutte le Open Arms?”, dice il vice segretario dei popolari spagnoli, Antonio González Terol, attaccando Sanchez, accusato di “sbandamenti” nella sua politica migratoria. “La politica sull’immigrazione non si può gestire con un tweet da Donana”, ha continuato il popolare riferendosi alla località dove sta trascorrendo le vacanze Sanchez. “Non si possono fare sbandamenti in questa politica” ha aggiunto sottolineando come con l’offerta di Algeciras come porto di sbarco della nave Ong abbia “direttamente esautorato” il ministro dello Sviluppo, Josè Luis Abalos, che aveva dato parere contrario allo sbarco.
Ad attaccare il premier, anche se da posizione diametralmente opposta, anche la sindaca di Barcellona Ada Colau: “Signor presidente Sanchez – scrive su Twitter – è piuttosto tardi per offrire il porto di Algeciras (noi offriamo quello di Barcellona da 12 giorni). Ci sono vite in pericolo e si trovano davanti a Lampedusa. Gli stati membri della Ue devono obbligare Salvini a rispettare la legge e se non lo fa aprire una crisi diplomatica“. E l’offerta del Presidente del Governo spagnolo provoca la dura reazione del governatore dell’Andalusia, regione nella quale si trova Algeciras: “L’Andalusia è terra di solidarietà ed accoglienza – ha rivendicato su Twitter Juanma Moreno, esponente del Partito popolare (Pp) – e, inoltre, ha una sua dignità. Sanchez è tornato a disprezzare l’Andalusia offrendo il porto di Algeciras a Open Arms senza rivolgersi al governo autonomo. Basta sbandate. Esigiamo lealtà istituzionale, coordinamento e rispetto”.
Quello di Algeciras è il porto più lontano nel Mediterraneo ma dovrebbe essere quello meglio attrezzato nel caso di sbarco dei migranti. È questa la ragione per cui il premier socialista spagnolo Pedro Sanchez ha offerto questo come porto sicuro a Open Arms, che però ha rifiutato, sottolineando come la situazione “insostenibile” a bordo dopo 17 giorni non permetta di prendere in considerazione l’ipotesi di rimettersi in navigazione per altri 4-6 giorni. “Sarebbe terribile navigare per sei giorni, mettendo a rischio la sicurezza delle persone – ha detto a El Mundo la portavoce della ong, Laura Lanuza – Non possiamo accettare il porto di Algeciras, abbiamo bisogno di uno sbarco immediato”. Nella città andalusa è operativo dall’agosto dello scorso anno un Centro di attenzione temporanea per gli stranieri (Cate), che ha la capacità di ospitare fino a 600 migranti che lì vengono identificati prima di essere smistati nei Paesi o nei centri che li accoglieranno. Da Lampedusa, il porto dell’Andalusia, affacciato sullo stretto di Gibilterra, dista 950 miglia nautiche. Nei piani del governo di Madrid, una volta sbarcati i migranti verrebbero redistribuiti tra i 6 Paesi che hanno dato la loro disponibilità ad accoglierli. In Spagna, secondo fonti della Moncloa, dovrebbe restare circa il 10%.