Nella serata di domenica è giunta la notizia secondo cui il governo di Madrid avrebbe offerto alla Open Arms "il porto più vicino", tecnicamente quello di Palma de Maiorca. Quasi nello stesso momento, sono arrivate le dichiarazioni di Danilo Toninelli, il quale ha spiegato che "la nostra Guardia costiera è a disposizione per scortare la nave in Spagna": per il ministro dei Trasporti "sarebbe incomprensibile" se il comandante rifiutasse
Open Arms deve andare in Spagna. Lo sostiene Matteo Salvini, lo ribadisce anche Danilo Toninelli, il quale spera che “il comandante non si opponga”, in quanto “sarebbe del tutto incomprensibile”, come ha detto il ministro ai Trasporti. Parole giunte nella serata di domenica che hanno anticipato di pochi secondi la notizia trapelata dal governo spagnolo che ha offerto un secondo porto alla ong iberica, visto che nel pomeriggio era stato rifiutato quello di Algeciras. Tecnicamente lo scalo di riferimento è Palma de Maiorca – anche se non ci sono notizie ufficiali in merito – distante 560 miglia nautiche dall’isola siciliana, contro le 950 miglia della cittadina vicina a Gibilterra. Circa 2-3 giorni di navigazione contro i 5-6 dello stretto.
Se la posizione del ministro dell’Interno è scontata e ribadita in continuazione, arriva un po’ a sorpresa quella del pentastellato. “La guardia costiera è a disposizione per accompagnare la nave in Spagna”, dice Toninelli. E ancora: “Un Paese che consente ad una ong di issare la propria bandiera su una nave, poi non si può girare dall’altra parte”. Dunque “grazie alla Spagna per aver offerto un porto alla Open Arms, anche se con troppi giorni di ritardo”. Da parte italiana, ci sarà “tutto il sostegno tecnico necessario, per far sbarcare lì tutti i migranti a bordo”. “Aspetto di capire se il ministro della Difesa italiano è sveglia o dorme”, ha detto poi Salvini, commentando le ultime notizie.
Open Arms aveva chiesto di attraccare a Lampedusa – Da capire se la ong guidata da Oscar Camps accetterà il compromesso. Nel pomeriggio, infatti, Open Arms aveva rifiutato di far salpare nuovamente la propria nave in direzione di Algeciras, il porto messo a disposizione in mattinata dal presidente spagnolo Pedro Sanchez. “Dopo 26 giorni di missione, 17 in attesa con 134 persone a bordo, un ordine del tribunale a favore e 6 paesi disposti a ospitare, volete che navighiamo per 950 miglia, circa 5 giorni in più, verso Algeciras, il porto più lontano del Mediterraneo, con una situazione insostenibile a bordo?”, ha scritto il cooperante.
Ne è seguito l’invio di una “richiesta urgente” di poter “entrare nel porto di Lampedusa”, a portata di mano, considerando che sul ponte ci sono ancora 107 migranti. “Le condizioni loro psicofisiche sono critiche, la loro sicurezza è a rischio. Se accadrà il peggio, l’Europa e Salvini saranno responsabili”, ha twittato la ong nel pomeriggio, ottenendo l’ennesimo rifiuto da Matteo Salvini. “Con la mia autorizzazione non ne sbarca nemmeno uno”, ha ribadito il titolare del Viminale, che attende – come la Procura di Agrigento – per la giornata di lunedì l’esito del ricorso al Consiglio di Stato presentato dopo la sentenza del Tar che autorizzava lo sbarco sull’isola italiana.
UPDATE
Inviata una richiesta urgente per poter entrare nel porto #Lampedusa e sbarcare le 107 persone a bordo da 17 giorni. Le loro condizioni psicofisiche sono critiche, la loro sicurezza è a rischio. Se accadrà il peggio, l’Europa e Salvini saranno responsabili.#vergogna pic.twitter.com/3yqiqGYvqr— Open Arms IT (@openarms_it) August 18, 2019
Il botta e risposta Roma-Madrid – La giornata è proseguita con la nave in attesa e le polemiche politiche sull’asse Roma-Madrid. Il premier spagnolo Sanchez, in mattinata aveva detto che”La Spagna agisce sempre nelle emergenze umanitarie. È necessario stabilire una soluzione europea, ordinata e solidale, guidando la sfida della migrazione con i valori del progresso e dell’umanesimo del #UE “, per poi aggiungere, in un comunicato ufficiale: “L’inconcepibile risposta delle autorità italiane, ed in particolare del suo ministro dell’Interno, Matteo Salvini, di chiudere tutti i porti, e le difficoltà esposte dagli altri Paesi del Mediterraneo Centrale, hanno spinto la Spagna ad assumere nuovamente la guida della risposta alla crisi umanitaria”.
Il governo spagnolo, come si legge in un comunicato diffuso dal ministero degli Esteri spagnolo poco prima dell’apertura di Sanchez, “valuta la possibilità di agire presso l’Unione europea o presso le istituzioni per i diritti umani e per il diritto marittimo internazionale, contro la posizione mantenuta dal governo italiano”. Non solo. Alcune fonti del quotidiano spagnolo, assicurano che la questione verrà affrontata alla prossima riunione dei ministri dell’Interno della Ue e non escludono che possa portare a un’istanza presso il Tribunale dell’Aja, ipotizzando una violazione delle convenzioni del mare e del diritto internazionale.
Quasi ironica la risposta di Salvini che in una diretta Facebook ha commentato: “Chi la dura la vince: la Spagna ha aperto i porti. Non ho risposto agli insulti, alle minacce di morte. Si ragiona con calma e si lavora da ministro”. “Elogio la solidarietà della Spagna per permettere lo sbarco dei migranti a bordo della Open Arms. La Commissione europea è pronta a coordinare la redistribuzione delle persone sbarcate.
L’inchiesta dei pm di Agrigento e l’attesa per il Consiglio di Stato – Il tutto mentre a bordo della nave la situazione viene definita “insostenibile”. Alcuni migranti sono arrivati addirittura a gettarsi in mare per tentare di raggiungere la terraferma a nuoto. Almeno cinque quelli che si sono tuffati, con i giubbotti di salvataggio, subito recuperati e riportati sulla nave dai membri dell’Ong. La situazione è tesa. In un video pubblicato da Oscar Camps le donne gridano e si disperano, mentre alcuni uomini hanno crisi di panico. “Non riusciamo più a contenere la disperazione. Non riusciamo più a spiegare. Le parole mancano. Siete dei vigliacchi“, hanno commentato via Twitter i membri dell’equipaggio.ì
Parallelamente, prosegue l’attività della Procura di Agrigento. Il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella, sotto il coordinamento del Procuratore Luigi Patronaggio, indaga per sequestro di persona e violenza privata. Per ora l’inchiesta è contro ignoti. Al termine di un lungo vertice fra gli inquirenti, è trapelato come i magistrati siano in attesa di sviluppi della situazione in attesa della decisione del Consiglio di Stato sul ricorso presentato da Salvini contro la disposizione del Tar del Lazio, che autorizzava lo sbarco. La sentenza è prevista per la giornata di lunedì. “Non mi stupirei se mi arrivasse una richiesta di processo nei prossimi giorni”, ha affermato Salvini in serata durante un suo comizio in Versilia, alludendo a un possibile avviso di garanzia.