I conflitti in Ucraina, Siria, Libia. Le tensioni tra gli Stati Uniti e l’Iran. Sono molti i temi sul tavolo del vertice di Fort de Brégançon, nei pressi di Marsiglia, tra Emmanuel Macron e Vladimir Putin.
Nel corso del faccia a faccia, iniziato poco dopo le 17, il capo dell’Eliseo ha invitato il presidente russo a rispettare i principi democratici e quindi anche il diritto a protestare. Da oltre un mese a Mosca si registrano proteste contro l’esclusione di molti oppositori dalle elezioni comunali del prossimo 8 settembre nella capitale russa. In due occasioni le proteste sono state autorizzate, le altre volte sono state represse con ondate di arresti e a manganellate.
“La Russia non vuole proteste come quelle messe in piedi in Francia dal movimento dei gilet gialli“, ha replicato secco Putin, specificando che chi viola le leggi russe sulle proteste deve rispondere delle infrazioni.
I due capi di Stato hanno affrontato anche il tema della situazione di Idlib, città della Siria occidentale ultimo focolaio di resistenza delle truppe islamiste, sulla quale è in corso da mesi un’offensiva dell’esercito di Damasco. “Devo esprimere la mia profonda preoccupazione per la situazione a Idlib – ha detto Macron – La popolazione sta vivendo sotto le bombe, i bambini vengono uccisi. È vitale che il cessate il fuoco concordato a Sochi sia attuato”. E’ necessario rispettare “la tregua concordata a Sochi” e mettere fine ai bombardamenti nella regione.
“Appoggiamo gli sforzi dell’esercito siriano” per “mettere fine a queste minacce terroristiche”, ha replicato Putin, “non abbiamo mai detto che i terroristi a Idlib sarebbero stati tranquilli“, ha concluso il capo del Cremlino.
Sul fronte del conflitto in corso nell’est dell’Ucraina Putin ha utilizzato l’espressione “cauto ottimismo” parlando delle prospettive di dialogo con il nuovo presidente ucraino presidente Volodymyr Zelensky. Da parte sua Macron ha detto di auspicare che per le prossime settimane si concordi un nuovo vertice dei capi di Stato nel cosiddetto “formato Normandia” (Ucraina, Francia, Germania e Russia) per cercare di mettere fine alla guerra.