Il corpo luminoso che ha solcato i cieli la notte tra il 16 e il 17 agosto era in realtà un "bolide", un "corpo che entra in atmosfera", con massa superiore a 4 tonnellate e ha prodotto un’energia pari a 86 tonnellate di tritolo. Sono i dati del Planetario dell’Unione Sarda e dell'International Meteor Organization
Il meteorite che nella notte dello scorso 16 agosto ha illuminato a giorno il cielo della Sardegna e del Mediterraneo centro-occidentale ha prodotto un’energia pari a 86 tonnellate di tritolo: una deflazione circa 400 volte più potente di quella prodotta nell’esplosione delle campate del Ponte Morandi di Genova. A calcolarlo è il Planetario dell’Unione Sarda che a 4 giorni dall’evento riporta il parere sull’esplosione della meteora. Il corpo luminoso che aveva solcato i cieli era in realtà un “bolide”, cioè un “piccolo corpo, probabilmente di natura ferrosa, che entra in atmosfera”.
Gli avvistamenti non hanno suscitato timori e non ci sono state segnalazioni ai numeri di emergenza, anche se la luce provocata dal contatto del meteorite con l’atmosfera è stata avvistata in Francia, Italia, Spagna, Svizzera e Tunisia. Il meteorite era “così grande da rilasciare nell’atmosfera un’energia stimata di 0,1 chilotone di TNT ed è stato rilevato nelle indagini infrasuoni del Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty CTBTO”, rivela l’International Meteor Organization (Imo), sostenendo che il “bolide”, termine tecnico per questo tipo di asteroidi, correva ad una velocità di 14 km al secondo e aveva una densità di 3000 kg/mü e una dimensione di circa 1,4 metri, che corrisponde a una massa superiore a 4 tonnellate.
Nella notte tra il 16 e il 17 agosto il raro fenomeno è stato osservato in Sardegna e documentato da centinaia di avvistamenti con il consueto tam tam di foto e filmati sui social. “Erano passate le 22.30 quando ho notato un forte bagliore nel cielo che ha illuminato la stanza dove stavo guardando la tv – aveva raccontato un testimone – subito sono corso fuori nel terrazzo con la mia compagna e abbiamo visto una palla gialla con una scia luminosa dietro che sembrava stesse cadendo a pochi chilometri da noi. Per lo più assomigliava ad un razzo segnalatore, ma la luce era più accesa e gialla. Pochi secondi ed è sparita in direzione nord ovest”.
Silvia Casu, dell’Osservatorio astronomico di Cagliari, aveva spiegato che il fenomeno “a volte è associato anche a un suono ma in realtà non sempre accade. La luminosità viene causata dal fatto che il materiale a contatto con l’atmosfera si riscalda, un fenomeno che si chiama ablazione, e quindi le molecole in qualche modo si eccitano e si crea questo surriscaldamento che portano ad avere questa grande luminosità”. Il “bolide”, secondo quanto comunicato dall’Osservatorio astronomico della Sardegna il 17 agosto “è passato nella costellazione del Sagittario (controllato da stellarium)”. Il suo passaggio potrebbe essere registrato dalla rete di telecamere Prisma-Inaf, attiva in buona parte dell’Italia, ma non ancora in Sardegna, dove l’Osservatorio ha già predisposto l’iter per acquisire due apparati che saranno installati nella struttura di Selargius e in quella del Radiotelescopio di San Basilio, entrambi nel Cagliaritano.