Matteo Salvini accusa Elisabetta Trenta di aver dato il via alle “prime prove tecniche di inciucio Pd-5 Stelle sulla pelle degli Italiani, riaprendo i porti e chiudendo un occhio sulle Ong”. La ministra replica definendo “inqualificabile” il “tentativo di screditare non solo me ma l’intera Difesa“. La sua risposta è affidata a un duro post che conclude: “Impara a rispettare il ruolo delle istituzioni e a non appropriartene”. Lo scontro tra il leader della Lega e la titolare della Difesa, dopo la vicenda Open Arms, si sposta sulle accuse di complotto contro la linea Salvini che dal Viminale vengono rivolte alla Trenta. Per Salvini, la Difesa ha ordinato ai militari di essere “più morbidi” sull’immigrazione. Circostanza smentita dalla ministra M5s ma anche direttamente da fonti dello Stato Maggiore della Difesa che coordina Mare Sicuro.

L’accusa di Salvini è contenuta in un post su Facebook in cui il leghista posta un’immagine di Trenta e Laura Boldrini su cui sovrasta la scritta: “Incredibile! Immigrazione, 20 agosto: la Difesa ordina, siate più morbidi”. Il ministro dell’Interno scrive: “Roba da matti. Non hanno perso tempo, i nuovi ordini della Difesa sono stati formalizzati ieri. Prime prove tecniche di inciucio Pd-5 Stelle”. Sempre con un post la replica della ministra:” Ricordati che le istituzioni non sono le nostre e che noi diamo solo l’indirizzo”, scrive Trenta. Poi sottolinea: “In una riunione in cui eri presente ho disposto di intensificare l’attività di polizia marittima“. “Sei stato bravo a piegare ogni cosa a tuo vantaggio ma questo metodo non funziona più. Ho rispedito sempre ogni attacco al mittente e lo faccio oggi con ancor più convinzione, quando ormai hai rivelato i tuoi veri obiettivi. La difesa dei confini è un compito dello Stato che deve essere esercitato dai ministri competenti con rigor, e nel rispetto delle leggi e delle competenze delle Forze Armate e di Polizia che vi sono impegnate”, risponde la ministra.

Prima degli attacchi frontali tra i due ministri, le accuse erano partite da fonti del Viminale, secondo cui il ministero della Difesa “ha modificato unilateralmente i compiti affidati a coloro che intervengono nell’ambito delle operazioni di pattugliamento“. Le nuove indicazioni, formalizzate il 20 agosto, per gli assetti militari in azione nel Mediterraneo centrale “denotano un chirurgico ma significativo arretramento rispetto a quanto concordato per il contrasto dell’immigrazione clandestina”. Dal ministero dell’Interno accusano anche la Difesa di “ammorbidire la lotta agli scafisti e non supportare eventuali approfondimenti contro i trafficanti di esseri umani”.

Fonti della Difesa smentiscono e assicurano invece che “nessun indebolimento è stato apportato al dispositivo Mare Sicuro”. La ministra Trenta “non ha mai dato alcuna disposizione o indicazione di riduzione delle attività della Marina Militare“. Lo scorso 17 luglio, Trenta ha inviato al capo di stato maggiore della Difesa, Enzo Vecchiarelli, una lettera in cui tra l’altro dispone di intensificare le attività di polizia marittima da parte delle unità della Marina Militare nell’ambito dell’operazione Mare sicuro. Le stesse fonti dello stato maggiore “rassicurano” sul fatto che “nulla cambia per quanto riguarda compiti e struttura dell’operazione Mare Sicuro rispetto a quanto disposto in sede di Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica “.

“La difesa dei confini nazionali non è materia di campagna elettorale. È una funzione dello Stato e per il Movimento 5 stelle resta una priorità assoluta“, sottolineano i Cinquestelle. Dal Viminale, fonti ricordano “a proposito di linea più morbida e di ‘tutela dei confini come priorità‘, che il ministro della Difesa ha ordinato alle navi militari italiane di accompagnare verso Lampedusa la Open Arms: c’è qualcuno che vuole negare anche questo?”. Una circostanza smentita nuovamente dalla stessa Trenta: “Le navi della Marina Militare non hanno scortato la nave Ong ‘Open Arms’ per far sbarcare a Lampedusa i migranti; bensì come da sollecitazione del Tribunale dei minori di Palermo erano pronte a intervenire in favore dei minori a bordo, il mare era forza quattro in aumento e la nostra Marina era predisposta eventualmente a prestare loro soccorso“.

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