Jeffrey Epstein firmò un testamento due giorni prima di togliersi la vita, indicando come suo unico erede il fratello Mark. È una delle ultime rivelazione sul caso del finanziere americano, accusato di abusi, sfruttamento della prostituzione femminile e traffico di minori, che si è suicidato il 10 agosto scorso nella cella del carcere di Manhattan, a New York. Il documento con le ultime volontà di Epstein è datato 8 agosto 2019 ed è stato depositato a Saint Thomas, nelle Virgin Islands statunitensi, l’arcipelago dove l’uomo possedeva due isole private.

Secondo quanto riporta il New York Post il testamento è un testo standard di 21 pagine chiamato “pour-over will“, che prevede di versare tutto ad un fondo fiduciario, chiamato nelle carte “The 1953“, l’anno di nascita del finanziere. L’unico erede indicato è il fratello Mark Epstein, anche lui investitore e una volta socio di Jeffrey. La data della firma, due giorni prima il suicidio, lascia quindi supporre che Epstein avesse molto probabilmente già intenzione di uccidersi e volesse mettere tutto a posto prima del gesto: già il 24 luglio, tra l’altro, il finanziere era stato trovato ferito nella sua cella.

Dalle carte emerge che il suo patrimonio ammonta a oltre 577 milioni di dollari, 18 milioni in più rispetto a quanto dichiarato in precedenza alla corte a cui aveva chiesto invano di ottenere gli arresti domiciliari. Di questa somma oltre 56 milioni sarebbero in contanti, altri 14 milioni sono rendimenti fissi garantiti da vari investimenti, oltre 194 milioni investimenti in hedge fund e private equity e oltre 112 milioni azioni ordinarie.

Il resto della somma è rappresentta dal valore di automobili di lusso, tra cui la Bentley nera che di solito lo portava in giro per Manhattan, aerei privati, tra cui un Boeing 747, barche e proprietà immobiliari: dalla townohouse a nove piani di Manhattan all’appartamento di Parigi, dal ranch “Zorro” in New Mexico alle due isole nei Caraibi, Little St.James e Great St.James. Un patrimonio immenso che ora fa gola alle vittime che si accingono a presentare cause civili per rivalersi proprio sulla ricchezza di Epstein. Già cinque le azioni presentate presso il tribunale di Manhattan.

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