L’introduzione dell’educazione civicaè stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 20 agosto. Ma questo, allo stato attuale, non corrisponde al suo arrivo sui banchi di scuola con l’avvio dell’anno scolastico. Per quello infatti servirà un decreto ad hoc. Il Miur, contattato da ilfattoquotidiano.it, fa sapere che gli uffici amministrativi hanno già predisposto il testo che però, vista la crisi di governo in corso, deve attendere i tempi istituzionali della nomina di un nuovo ministro e della firma del presidente della Repubblica. Ma il ministero aggiunge che il via libera, nonostante l’insediamento di un nuovo esecutivo, sarà l’esito più probabile.
La necessità di un decreto ad hoc nasce da quanto scritto nell’articolo 2 della legge appena pubblicata in Gazzetta Ufficiale: l’insegnamento infatti viene introdotto “a decorrere dal 1° settembre del primo anno scolastico successivo all’entrata in vigore della presente legge, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione”. Un termine che, però non può essere applicato, visto che la vacatio legis prevede un arco temporale di 15 giorni dalla pubblicazione all’entrata in vigore del provvedimento. Che in questo caso cadrebbe il 5 settembre, quattro giorni dopo i termini previsti dalla legge. Per questo, in assenza di un decreto ad hoc, l’entrata in vigore sarebbe rimandata all’anno scolastico 2020/2021 e non a quello che sta per iniziare.
E un provvedimento dedicato è l’unico modo per non non farla slittare, come aveva anche osservato il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico. Le norme sull’educazione civica e il sostegno, aveva detto qualche giorno fa, “difficilmente troveranno applicazione dal prossimo anno – ha dichiarato Pacifico – perché mancano i decreti attuativi”. Vista la crisi di governo, aveva proseguito in un intervento radiofonico a Italia Stampa, “molto difficilmente potranno essere applicate sia l’introduzione delle trentatré ore di educazione civica che la riforma per le ore di sostegno e le certificazioni. Il risultato è che aumenterà la confusione, quando invece la scuola avrebbe bisogno di certezze”, ha aggiunto. Anief però aveva criticato entrambi i provvedimenti: “Non c’è stata la maturità di far diventare l’educazione civica una materia, né il coraggio di trasformare, come tante volte promesso, i posti in deroga del sostegno in organico di diritto, per garantire la continuità didattica. Sono provvedimenti perfettibili – aveva concluso – speriamo che il nuovo governo come primo atto emendi questi testi, cercando di apportare i dovuti correttivi e ascoltando quello che ha da dire Anief“.