La notizia è stata rilanciata dal prestigioso Time dopo la pubblicazione su Nature Communications. Il team guidato dal dottor Joris Deelen ha analizzato il sangue di oltre 44mila persone tra i 18 e i 109 anni. 5.512 partecipanti sono morti durante i 16 anni di studio
“Ricordati che devi morire!”. Scappa ancora parecchio da ridere nel ricordare la celebre battuta di Non ci resta che piangere. Ebbene, da oggi però Massimo Troisi potrebbe non rispondere più “Mo me lo segno”. Perché secondo il Max Planck Institute for Biology of Ageing di Colonia basterà un nuovo test effettuabile su un normale esame del sangue per prevedere se si morirà nei prossimi dieci anni. I ricercatori, tra l’altro, assicurano una precisione notevole del test attorno all’83%.
La notizia è stata rilanciata dal prestigioso Time dopo la pubblicazione su Nature Communications. Il team guidato dal dottor Joris Deelen ha analizzato il sangue di oltre 44mila persone tra i 18 e i 109 anni. 5.512 partecipanti sono morti durante i 16 anni di studio. L’equipe del Max Planck ha così cercato i “biomarcatori” più alti in coloro che vivevano più a lungo e li ha utilizzati per determinare il rischio di mortalità. In particolare sono stati rilevati 14 “biomarcatori” nel sangue che sembrano influenzare il rischio di morte e che i ricercatori hanno preso in considerazione. Il test, come spiegato su Nature Communications, non è ancora pronto ufficialmente per un uso “medico”, nonché per una macabra curiosità personale. “Abbiamo voluto affrontare la vulnerabilità della salute delle persone che i medici non possono vedere dall’esterno”, ha spiegato Deelen. “È un passo avanti emozionante ma sono necessari ulteriori ricerche prima che un test del genere possa essere utilizzato come esame convenzionale”.