Il conflitto d'interessi e la tutela dei beni comuni, il carcere per i grandi evasori e la legge sul Csm fino all'Autonomia differenziata e i provvedimenti per il Sud: sono alcuni dei "dieci impegni" che Luigi Di Maio ha sottoposto a Sergio Mattarella. Dieci temi che i 5 stelle sottopongono alle altre forze parlamentari per costruire un nuovo esecutivo. E che arrivano esattamente 24 ore dopo i 5 punti programmatici di Zingaretti. Ecco quali sono i profili in comune
Il punto numero uno è ovviamente quello del taglio dei parlamentari. Ma c’è anche la riforma della giustizia, il conflitto d’interessi e la tutela dell’Ambiente. Sono alcuni dei “dieci impegni” che Luigi Di Maio e i capigruppo del M5s hanno sottoposto a Sergio Mattarella. Dieci temi che i 5 stelle propongono alle altre forze parlamentari per costruire un nuovo esecutivo. E che arrivano esattamente 24 ore dopo i cinque punti programmatici del Partito democratico di Nicola Zingaretti. Temi che s’incastrano tra loro. Come e in che modo saranno i leader dei due rispettivi partiti a doverlo capire nel dettaglio: dopo il via libera del capo dello Stato, comincia adesso la trattativa tra dem e 5 stelle per provare a immaginare un esecutivo. Oggi pomeriggio è previsto il primo incontro tra i capigruppo M5S Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli e la delegazione Pd formata dai capigruppo Andrea Marcucci e Graziano Delrio e dai vicesegretari Andrea Orlando e Paola De Micheli. Anche se non è escluso che prima siano i due leader a doversi sedere e guardare in faccia per dare il via ai giochi. Ma andiamo con ordine.
Il taglio dei parlamentari, la madre di tutte le battaglie – Il primo punto citato da Di Maio è ovviamente la riforma del taglio dei parlamentari. Una legge alla quale manca solo l’ultimo voto della Camera per essere approvata. Trattandosi di una norma di rango costituzionale, però, bisognerà poi aspettare tre mesi, e nel caso indire un referendum per approvarla definitivamente. Occorrerebbe almeno un anno di tempo per varare definitivamente il taglio di 345 poltrone tra Camera e Senato. Proprio il taglio dei parlamentari, tra l’altro, nelle ultime ore ha rischiato di fare andare in corto circuito le trattative tra dem e 5 stelle. Secondo alcuni retroscena giornalistici, infatti, Zingaretti avrebbe comunicato a Mattarella l’intenzione di non votare subito quella legge. In realtà nei cinque punti programmatici del Pd si parla di “pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del parlamento”. Un punto che il vicesegretario Andrea Orlando spiega così: “Siamo a favore del taglio dei parlamentari che pure avevamo già proposto in passato, ma chiediamo sia inserito in una agenda complessiva che tenga conto di una riforma della legge elettorale che garantisca rappresentanza democratica ai territori”. Una spiegazione che fa tranquillamente coesistere le richieste dem con quelle dei 5 stelle, visto che Di Maio, dopo le consultazioni ha definito la riforma tagliapoltrone come una “priorità in aula e un obiettivo di legislatura“. Visto che la legislatura si concluderebbe naturalmente nel 2023 c’è tutto il tempo per approvarla tenendo conto di una nuova legge elettorale.
Analogie sulla manovra economica- Il secondo punto di Di Maio riguarda la manovra economica. “Deve essere equa e contenere la sterilizzazione dell’aumento dell’Iva, il salario minimo, il taglio del cuneo fiscale e misure a sostegno delle famiglie, della natalità, dei disabili e per l’emergenza abitativa. E va dichiarato illegale uno stipendio di 2 o 3 euro l’ora”, ha detto il capo politico del M5s dopo aver incontrato Mattarella. Nei suoi cinque punti votati all’unanimità dalla direzione, invece, il Pd inseriva genericamente la richiesta di “svolta delle ricette economiche e sociali, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti“. Secondo alcuni retroscena, Zingaretti avrebbe spiegato a Mattarella che quel punto va tradotto in questo modo: i dem vogliono concordare preventivamente e nei minimi dettagli tutte le cifre della manovra economica. Una condizione che può tranquillamente convivere con le richieste di Di Maio e dei grillini.
Comunione d’intenti sull’ambiente – Il più alto livello di analogia si registra probabilmente sul fronte Ambientale, che è il terzo punto citato da Di Maio. “Il M5s vuole un cambio di paradigma sull’ambiente 100 percento sostenibile, con un new deal, tutti gli investimenti pubblici dovranno avere al centro il cambiamento climatico”, ha detto il leader dei 5 stelle al Quirinale. I dem, invece, hanno parlato di “sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale“: i due punti sono completamente sovrapponibili. Senza considerare che lo stesso Giuseppe Conte, durante il suo discorso di dimissioni al Senato, ha citato la questione ambientale come prioritaria per il futuro del Paese. Una visione condivisa dalla possibile nuova maggioranza.
Legalità e immigrazione clandestina – I dem hanno anche dato mandato a Zingaretti di trattare con i 5 stelle “un cambio nella gestione di flussi migratori, con pieno protagonismo dell’Europa”. Un punto che si traduce con l’abolizione dei due decreti sicurezza di Matteo Salvini. Di migranti ha parlato anche Di Maio, che però l’ha inserita nell’insieme dei provvedimenti sulla legalità insieme al “carcere per i grandi evasori, inasprimento delle pene per i reati finanziari e per chi organizza i traffici illeciti e serio contrasto a chi organizza l’immigrazione clandestina“. Contrastare gli scafisti non esclude di rivedere la gestione dei flussi migratori disegnata dall’ormai ex alleato Salvini: anzi tutt’altro visto che i voti sui decreti sicurezza hanno surriscaldato il clima interno ai 5 stelle.
Autonomia e beni comuni – Gli impegni dei 5 stelle sono dieci, quelli del Pd cinque. Ovvio dunque che nel suo decalogo Di Maio abbia parlato di temi che Zingaretti non ha incluso nel suo pentalogo. Ma che rientreranno probabilmente tra le istanze dei dem. Per esempio l’Autonomia differenziata, con Di Maio che al Colle ha citato esplicitamente l’Emilia Romagna, regione guidata dal Pd. “Va completato il processo e avviato un piano di cancellazione degli enti inutili“, ha inoltre aggiunto Di Maio. Comunione d’intenti potrebbe esserci anche sul capitolo dei beni comuni: “Dalla scuola all’acqua pubblica fino alla sanità e passando per le infrastrutture che appartengono ai cittadini”, ha detto il leader 5 stelle, che poi ha sottolineato l’intenzione di “revisionare le concessioni autostradali“: passaggio che aveva creato più di un attrito con il Carroccio. Adesso verrà sottoposto ai dem. Il Pd potrebbe vedere di buon’occhio anche il capitolo Meridione. I 5 stelle puntano a “un piano straordinario di investimenti per il Sud che contempli anche la creazione di una banca pubblica per gli investimenti”. Il Pd ha spesso criticato l’esecutivo per la mancanza d’interventi al Sud, che – secondo i dem – sarebbe stata responsabilità soprattutto della Lega.
Giustizia, banche e Rai – Altro tema non citato nel pentalogo della Zingaretti: la giustizia penale e civile. “Dobbiamo dimezzare i tempi della giustizia e riformare i modi di elezione del Csm. I cittadini e le imprese hanno bisogno di una giustizia efficace e veloce: massimo 4 anni per avere una sentenza definitiva”, è il programma di Di Maio. Va ricordato che la giustizia è uno dei temi che ha spezzato l’alleanza gialloverde, con Salvini che ha aspramente criticato la riforma di Alfonso Bonafede. Al Colle i 5 stelle hanno citato anche l’informazione: “Il M5s – ha detto il vicepremier – punta ad una legge sul conflitto di interessi e alla riforma della Rai, ispirata al modello della Bbc inglese. Se i cittadini pagano il canone hanno diritto ad una tv di qualità”. Chiude il decalogo dei 5 stelle il punto sulle banche: “Occorre – dicono i grillini – una riforma sistema bancario che separi le banche di investimento dalle banche commerciali”. Adesso bisognerà capire come la pensano i dem.
I DIECI IMPEGNI DEL M5S
1) Taglio dei parlamentari – È il punto che il capo politico del M5s ha messo in primo piano al termine delle consultazioni: “Deve essere un obiettivo di legislatura” precisa Di Maio.
2) Manovra – “Deve essere equa e contenere la sterilizzazione dell’aumento dell’Iva, il salario minimo, il taglio del cuneo fiscale e misure a sostegno delle famiglie, della natalità, dei disabili e per l’emergenza abitativa. “Avevamo promesso di abbassare le tasse alle imprese che assumono e va fatto. E va dichiarato illegale uno stipendio di 2 o 3 euro l’ora”, continua sempre il leader M5s.
3)Ambiente – “Serve un cambio di paradigma” precisa Di Maio che annuncia gli obiettivi di un’Italia al 100% Rinnovabile, di un Green New deal per l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia. “I piani di investimento pubblici dovranno avere al centro la tutela dell’ambiente” e affrontare “il nodo dei cambiamenti climatici”. Stop inceneritori, No alle trivelle , Sì all’economia circolare. “serve poi una legge sui rifiuti zero e sugli investimenti alla mobilità sostenibile”.
4) Informazione – Il M5s punta ad una legge sul conflitto di interessi e alla riforma della Rai, ispirata al modello della Bbc inglese. “Se i cittadini pagano il canone hanno diritto ad una tv di qualità” dice.
5) Giustizia e Csm – “Dobbiamo dimezzare i tempi della giustizia e riformare i modi di elezione del Csm. I cittadini e le imprese hanno bisogno di una giustizia efficace e veloce. Massimo 4 anni per avere una sentenza definitiva”, sono le parole del leader M5s.
6) Autonomia differenziata e riforma enti locali – “Va completato il processo e avviato un piano di cancellazione degli enti inutili”.
7) Legalità – “Carcere per i grandi evasori, inasprimento delle pene per i reati finanziari e per chi organizza i traffici illeciti e serio contrasto a chi organizza l’immigrazione clandestina”.
8) Sud – “Serve un piano straordinario di investimenti per il Sud che contempli anche la creazione di una banca pubblica per gli investimenti”.
9) Banche – “Per il M5s occorre una riforma sistema bancario che separi le banche di investimento dalle banche commerciali”.
10)Tutela dei beni comuni – “Dalla scuola all’acqua pubblica fino alla sanità e passando per le infrastrutture che “appartengono ai cittadini” e revisionando le concessioni autostradali”.
I 5 PUNTI PROGRAMMATICI DEL PD
1)Appartenenza leale all’Unione europea.
2)Pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del Parlamento.
3)Sviluppo basato sulla sostenibilità ambientale.
4)Svolta delle ricette economiche e sociali, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti.
5)Cambio nella gestione di flussi migratori, con pieno protagonismo dell’Europa.