Un obiettivo certo, il taglio dei parlamentari, e nessun interesse “per la poltrona”. Così Luigi Di Maio, dopo l’ultima giornata di consultazioni, al termine della quale il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha chiesto “scelte chiare in tempi brevi”, racconta il suo punto di vista in un’intervista al Corriere della Sera. Secondo il leader dei 5 stelle non “si parla di poltrone”, ma di “10 punti su cui si aspetta una risposta”. Il riferimento è al via libera dato ieri dall’assemblea del Movimento per dialogare con i dem e trovare un accordo sul decalogo letto ieri dallo stesso di Maio al termine del colloquio con il Capo dello Stato.
“L’obiettivo è dare solidità alla legislatura. Serve soprattutto ai cittadini, alla loro buste paga, serve ad evitare che aumentino le tasse – spiega Di Maio al quotidiano di Via Solferino – È opportuno che si segua la strada tracciata dal presidente della Repubblica per dare certezze al Paese”. E sull’ipotetico veto imposto su una sua possibile partecipazione al nuovo esecutivo sembra tranquillo e ribadisce: “Non me ne importa nulla della poltrona. Non penso a questo, penso come ogni eletto e attivista M5S a tagliare 345 parlamentari, a mettere in campo una serie di misure per l’ambiente, ad evitare l’aumento dell’Iva, a tagliare il cuneo fiscale alle imprese, ad alzare gli stipendi degli italiani e ad aiutare famiglie e chi soffre di disabilità”.
Proprio sul taglio dei parlamentari, uno dei primi provvedimenti saltati con la crisi di governo, i 5 stelle sono perentori e non vogliono scendere a compromessi, come ad esempio quello di passare prima per una riforma del bicameralismo perfetto, come chiede il Pd. “Il taglio si fa subito, non si rinvia, non ha senso. In politica per anni abbiamo sentito dire lo faremo, lo faremo. È ora di fare adesso, non domani – dice ancora il leader nell’intervista – Se c’è volontà si fa adesso, è già calendarizzato”. Nessun commento invece sui tre punti esposti dal Pd al Capo dello Stato: abolizione dei decreti sicurezza, accordo preventivo sulla manovra e revisione del taglio dei parlamentari. “Non commento indiscrezioni – risponde Di Maio – ho visto che sono state smentite”. Il confronto, comunque, è aperto “con chi vuole affrontare” i temi del Movimento che, sostiene il leader, ha dato mandato ai capigruppo di dialogare con il Pd “per fare chiarezza”.
E su una prosecuzione della legislatura, Di Maio rimane vago. “Dipende dagli altri – risponde al giornalista – Sappiate che l’alternativa è correre il rischio che aumenti l’Iva per milioni di famiglie e che migliaia di lavoratori si ritrovino senza un’occupazione. Noi non scappiamo dalle nostre responsabilità e il M5S c’è, con delle proposte serie, concrete. Ma ripeto: si parte dal taglio dei parlamentari e da un altro principio…Che ci vuole rispetto per il presidente del Consiglio Conte. Rispetto. Per quello che ha fatto. È riuscito a dare un nuovo volto al Paese rimettendolo al centro della comunità internazionale”.
Su una possibile riapertura alla Lega, invece, il leader del Movimento sembra più deciso. “Abbiamo bisogno di dare certezze agli italiani, non di dirgli un giorno una cosa e un giorno l’altra”, spiega, sottolineando che è stato “Salvini l’8 agosto” ad aver detto di “voler tornare al voto perché non voleva più governare con il M5S”. Il contratto però rimane sempre valido, almeno sui temi. “Tutto ciò che c’è nel contratto ha un valore assoluto, perché risponde alle richieste dei cittadini – conclude Di Maio – Ovviamente c’è una crisi in corso e in questo occorre operare per salvaguardare il Paese e gli italiani”.