Televisione

Miss Italia 2019, consiglieri Rai scrivono al cda: “Mentre il numero dei femminicidi aumenta, la tv pubblica manda in onda un programma che mercifica il corpo della donna”

La kermesse rischia però di diventare un caso televisivo, come rivelato da Prima Comunicazione i tre consiglieri Beatrice Coletti, Rita Borioni e Riccardo Laganà hanno inviato una lettera all'intero cda e all'amministratore delegato Fabrizio Salini protestando per il ritorno della kermesse su Rai1. Una decisione che sarebbe stata presenza senza una discussione o presa d'atto da parte del Consiglio di amministrazione

Nel 2013 il direttore Luigi Gubutosi e la presidente Anna Maria Tarantola misero alla porta Miss Italia, un prodotto considerato dai vertici Rai non adatto allo spirito del servizio pubblico che doveva rappresentare la donna come moderna ed emancipata, lontana dal modello di “velina”. La storica kermesse ha trovato spazio dal 2014 su La7, con ascolti sempre più bassi, fino all’annuncio di Urbano Cairo delle scorse settimane sull’esclusione della trasmissione dai palinsesti della settima rete.

Il rischio di ritrovarsi senza la messa in onda televisiva è stato scongiurato, a sorpresa, con un ritorno a Viale Mazzini sei anni dopo. La Rai ha infatti scelto di eleggere la più bella d’Italia il prossimo 6 settembre, in diretta tv da Jesolo, festeggiando anche gli 80 anni della manifestazione guidata da Patrizia Mirigliani. Miss Italia rischia però di diventare un caso televisivo, come rivelato da Prima Comunicazione i tre consiglieri Beatrice Coletti, Rita Borioni e Riccardo Laganà hanno inviato una lettera all’intero cda e all’amministratore delegato Fabrizio Salini protestando per il ritorno della kermesse su Rai1. Una decisione che sarebbe stata presenza senza una discussione o presa d’atto da parte del Consiglio di amministrazione.

“Mentre il Censis racconta numeri impressionanti relativi alla violenza sulle donne nel nostro paese, tra il 1 agosto 2017 e il 31 luglio 2018 si sono verificati 120 femminicidi, la televisione pubblica vuole mandare in onda un programma nel quale le donne vengono valutate solo per il loro aspetto esteriore mercificando il loro corpo e dando credito alla possibilità che trattandosi solo di un oggetto possa essere buttato via quando non serve più. Non è questa la Rai del cambiamento. Nel nostro mondo ideale il 6 settembre al posto di Gina Lollobrigida vorremmo vedere in onda su Raiuno uno speciale su Toni Morrison (il premio Nobel afro americana, ndr) che ci ha lasciato proprio in questi giorni; non era italiana ma sicuramente resta un esempio di donna e di artista straordinaria, proprio quanto un servizio pubblico serio dovrebbe saper proporre”, scrivono nella missiva i tre consiglieri.

Qualcuno, riporta lo stesso sito, sostiene che la Mirigliani sia vicina alla Lega ma i consiglieri si soffermano anche sull’aspetto economico: “Per quale ragione Cairo ha deciso di non trasmettere più Miss Italia? Forse gli ascolti e gli investimenti pubblicitari non erano più interessanti? La stampa riporta che la signora Mirigliani titolare del concorso ha accumulato molti debiti; forse sarebbe auspicabile che Rai non collaborasse con società che non hanno i conti in ordine. Quale budget è stato impegnato da Raiuno per questa produzione?”.

Salini non ha ancora fornito una risposta, alla lista delle proteste si è aggiunto anche Michele Anzaldi, senatore del Partito Democratico che ha presentato un’interrogazione al presidente e all’ad della Rai chiedendo chiarezza: “Chi ha deciso il ritorno di Miss italia a sei anni dallo stop deciso dalla Tarantola? Perché la Rai non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale su questa decisione? Perché la decisione non è passata per il Cda che vede almeno tre consiglieri contrari?”. Miss Italia, dopo i numerosi no dai big di Rai1, sarà condotto da Alessandro Greco, il presentatore era stato escluso dai Palinsesti a sorpresa la scorsa estate.