Sarà Malta a portare a terra i 356 naufraghi che da ormai due settimane si trovano a bordo della nave Ocean Viking. Lo annuncia il premier maltese Joseph Muscat su Twitter: “Malta trasferirà queste persone su navi militari in acque internazionali e le porterà a terra. Tutti i migranti saranno distribuiti in altri Paesi europei: Germania, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo e Romania. Nessuno resterà a Malta”. L’accordo, aggiunge Muscat, è stato trovato in seguito a “discussioni con la Commissione europea e un certo numero di Stati membri, soprattutto Francia e Germania“. La stessa forma di intesa che era già stata trovata una settimana fa da Giuseppe Conte per risolvere lo stallo della Open Arms: gli ultimi 83 migranti a bordo avevano però dovuto aspettare fino a martedì per sbarcare, visto il blocco imposto da Matteo Salvini, saltato con la decisione della procura di Agrigento di sequestrare la nave. La redistribuzione accordata da Conte intanto è cominciata: la nave militare spagnola Audaz si trova all’imboccatura del porto di Lampedusa per far salire 15 migranti e portarli in Spagna.
Following discussions with @EU_Commission and a number of Member States, namely #France and #Germany, #Malta has agreed to be part of the solution in the #OceanViking stalemate, which has 356 person on board, without prejudice to its legal position. 1/2
— Joseph Muscat (@JosephMuscat_JM) 23 agosto 2019
La Ocean Viking da 14 giorni è ferma tra Malta e l’isola siciliana di Linosa, in attesa di un porto sicuro dove far sbarcare i 356 migranti salvati nelle acque del Mediterraneo. Tra loro ci sono 103 bambini e minorenni. L’unico porto che finora era stato offerto alla nave di Sos Mediterranee e Medici senza frontiere era quello di Tripoli, in Libia. Giovedì l’equipaggio aveva avvertito sulla presenza di pasti solamente per altri 5 giorni e sul peggioramento dello stato di salute dei naufraghi, provati dal viaggio e dalle vessazioni subite nei centri di detenzione libici: il medico di Msf a bordo ha raccontato di aver curato persone che hanno subito violenze sessuali e torture con l’utilizzo di plastica fusa.
#Malta will transfer these persons to @Armed_Forces_MT vessels outside territorial waters, and will take them onshore. All #migrants will be relocated to other Member States: France, Germany, #Ireland, #Luxembourg, #Portugal and #Romania. None will remain in Malta -JM 2/2
— Joseph Muscat (@JosephMuscat_JM) 23 agosto 2019
La Francia accoglierà 150 dei 356 migranti, secondo quanto ha annunciato il ministro dell’Interno, Christophe Castaner. Intanto, a felicitarsi per aver trovato un accordo è il commissario agli Affari interni dell’Unione Europea, Dimitris Avramopoulos. “Positivo che sia arrivata la soluzione per le persone a bordo della Ocean Viking e che tutti i migranti verranno ricollocati”, ha scritto su Twitter. “Lodo Malta e il premier Joseph Muscat per la solidarietà e l’approccio europeo. Grazie a Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo e Romania. Questi impegni devono essere onorati rapidamente“, ha poi sottolineato Avramopoulos.
BREAKING: After 14 days of unnecessary suffering all 356 people onboard #OceanViking will finally disembark to #Malta
While some #EU States finally stepped up with a humane response to this humanitarian disaster in the Med, a predictable disembarkation mechanism is needed now! pic.twitter.com/t2rTfKL4Wi
— MSF Sea (@MSF_Sea) 23 agosto 2019
La Mare Jonio invece torna nel Mediterranneo, L’annuncio è arrivato dalla ong Mediterranea Saving Humans: “La nostra nave è stata sotto sequestro probatorio per più di due mesi dopo avere salvato 30 donne, uomini e bambini a maggio scorso. Restituita al suo equipaggio di mare e di terra, è tornata adesso dove bisogna essere, mentre continuano le notizie di terribili naufragi di persone in fuga dalle bombe della guerra e dalle torture dei campi di detenzione libici”. “Al nostro fianco anche l’ong Lifeline – spiega Mediterraneo – che ha deciso di supportare questa missione con l’apporto di una ulteriore barca a vela, nel solco della collaborazione simbolica e materiale che ha visto le navi della società civile europea continuare nonostante tutto a difendere strenuamente il diritto e i diritti contro l’arbitrio e la violenza del potere“. La ong poi conclude: “Abbiamo sempre portato le persone soccorse nel porto sicuro più vicino, che ha coinciso giuridicamente con l’isola di Lampedusa, costretta a diventare frontiera di un mare in guerra e capace di mantenere sempre una straordinaria dignità. Anche a Lampedusa e ai lampedusani va il nostro ringraziamento. La speranza, l’umanità, la serenità di essere dalla parte giusta della Storia, ci hanno portati fino a qui, insieme. Siete tutte e tutti a bordo con noi!”.