Nessun mandato formale per parlare con l’Iran a nome del G7, “perché Il G7 è un club informale, non conferisce mandati formali a questo o a quello”. Il presidente francese Emmanuel Macron smentisce le voci sul presunto ruolo conferitogli per mediare tra Teheran e i Paesi presenti al vertice e in particolare gli Stati Uniti, che a maggio 2018 hanno ufficializzato il ritiro dalla storica intesa con Teheran siglata il 14 luglio 2015 dall’amministrazione di Barack Obama. Eppure il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif è arrivato nel primo pomeriggio proprio a Biarritz, dove si sta svolgendo il summit, chiamato su iniziativa di Parigi e non del G7 per “una riunione franco-iraniana” con il suo omologo francese Jean-Yves Le Drian. Ma, come dimostra anche un tweet che ha postato in serata, ha incontrato anche Macron: “La strada davanti a noi è difficile, ma vale la pena provare”, ha scritto con riferimento al dossier sul nucleare.
Solo due giorni fa, alla vigilia del vertice, Zarif aveva incontrato a Parigi il presidente francese nonostante, aveva scritto su Twitter, “gli sforzi americani di distruggere la diplomazia”. Un incontro che il leader di En Marche aveva definito “costruttivo e produttivo”. Il portavoce di Zarif, Seyyed Abbas Mousavi, ha inoltre aggiunto che il ministro è arrivato “su invito del ministro degli Esteri francese Le Drian per continuare le discussioni sulle recenti iniziative tra i presidenti dell’Iran e della Francia” precisando che “non ci saranno colloqui o incontri con la delegazione americana in questo viaggio”.
E se sull’arrivo del ministro iraniano Trump si è limitato a un secco “no comment” Macron, ha dichiarato una fonte dell’Eliseo, di avere informato il presidente Usa e gli altri leader della sua presenza a Biarritz durante il pranzo a sorpresa che hanno avuto ieri prima dell’inizio dei lavori. Un pranzo che il tycoon ha definito “l’ora e mezzo migliore mai trascorsa” con Macron. “C’è stata una conversazione molto concreta tra i leader del G7 – ha detto ancora la fonte – Su questa base è sembrato importante poter fare il punto con Zarif per continuare a convergere e rendere operative le condizioni alle quali noi possiamo arrivare ad una de-escalation delle tensioni ed una pausa che permetta di negoziare in modo proficuo, come stiano cercando di fare da molti mesi”.
I rapporti diplomatici tra Usa e Iran, dopo la rottura dell’intesa sul nucleare, si sono ulteriormente complicati con i casi delle petroliere saudite e britannica nello Stretto di Hormuz e il presunto abbattimento di un drone Usa nei cieli iraniani. Zarif, infatti, è il capo della diplomazia di Teheran, colui con cui i Paesi stranieri si devono confrontare riguardo a ogni trattativa internazionale. Il ministro degli Esteri, tra l’altro, è da considerarsi una colomba all’interno del governo riformista di Hassan Rohani, che già in passato ha spinto per favorire il dialogo con gli avversari internazionali, compresi gli Stati Uniti.
In mattinata i media francesi avevano attribuito all’Eliseo l’assegnazione del “mandato”, a seguito della discussione coi leader del vertice, per “evitare a ogni costo che l’Iran si doti dell’arma nucleare e di fermare l’escalation nella regione”. Ma il diretto interessato ha smentito: “Il presidente Trump ha ragione: non c’è un mandato formale dato nel quadro del G7, non esiste”, ha detto confermando che non ci fosse stata nessuna discussione, come dichiarato dal presidente Usa. “Continueremo ciascuno ad agire nel proprio ruolo. Poi, parlando con i giornalisti, a proposito dell’Iran ha detto: “Ieri abbiamo avuto una discussione, dalla quale sono emerse due punti fermi comuni, nessun membro del G7 vuole che l’Iran si doti dell’arma nucleare e tutti siamo impegnati per la stabilità della regione”. Il presidente ha spiegato che continuerà le discussioni con l’Iran “a nome della Francia, ma alla luce delle discussioni di ieri sera”.