Polemiche, spettacolo e tanti gol. Riparte col botto la serie A, con Juve e Napoli che nei due anticipi del sabato si lanciano già il guanto di sfida in ottica scudetto, vincendo contro Parma e Fiorentina ma non senza difficoltà. Nel pomeriggio i bianconeri guidati dall’allenatore in seconda, l’ischitano Martusciello, per via della polmonite che ha colpito Sarri, mostrano di avere ancora tanto di Allegri e poco degli schemi del tecnico toscano. La vittoria arriva per uno a zero grazie a una zampata di Chiellini su un batti e ribatti in area, poi il Var annulla a Ronaldo un gol per fuorigioco: meno che millimetri. La Juve mostra la solita compattezza, marchio di fabbrica dell’ex tecnico Allegri che ne ha fatto un vero e proprio manifesto, senza dare soddisfazione a chi si aspettava già di vedere i ricami del sarrismo. Paradossale tuttavia che cruciali per gli equilibri del 4-3-3 bianconero siano due esuberi che Paratici non è (ancora) riuscito a piazzare: Higuain, che mostra una buona intesa con Ronaldo, e a centrocampo Matuidi che argina le ripartenze del Parma, sempre insidiose col velocissimo Gervinho che lo scorso anno al Tardini fermò sul 3 a 3 i bianconeri, segnando una doppietta.
Scoppiettante invece la vittoria del Napoli: Ancelotti si ritrova contro la nuova Fiorentina di Rocco Commisso, osannata dai tifosi che volevano già in curva il nuovo patron (deliziosa la risposta nel suo mix di americano e dialetto calabrese: “No posso, so vecchio, devo assettare”) e con Montella che non si fa problemi a buttar dentro giovanissimi e millennials come Vlahovic, Castrovilli e Sottil, lasciando in panchina big come Boateng e soprattutto Ribery. Bellissima, anche in virtù dell’arrivo del francese, la cornice offerta dal Franchi: stadio gremito e rumoroso, in netta antitesi a quanto accadeva solo 3 mesi fa, quando i viola si salvavano all’ultima giornata, tra i fischi e la delusione dei pochi tifosi presenti.
La scelta di puntare sulla linea verde seppur al cospetto di un avversario forte e collaudato è comunque giusta: la Fiorentina perde 4 a 3 ma gioca benissimo, viene penalizzata dal Var che lascia passare un rigore assegnato per una misteriosa caduta di Mertens e punita dal collaudatissimo e smaliziato tridente azzurro. Mertens, Insigne e Callejon si dividono gol, assist e alla fine pure i tre punti, lasciando intendere a Hirving Lozano, messicano e neo acquisto più costoso della storia azzurra, la poca propensione ad aggiungere i loro posti da titolare nelle divisioni.
Neanche il tempo di godersi i primi tre punti però che Juve e Napoli sono già chiamate allo scontro diretto: sabato sera il big match allo Juventus Stadium, che già offrirà un antipasto succoso di quella che sarà la corsa scudetto. Aspettando naturalmente anche l’Inter di Conte, accreditata da tutti come terza contendente del titolo. Curioso l’incrocio tra tecnici con Sarri sulla panchina della Juve (sebbene non ci sarà neppure sabato, ancora costretto al riposo forzato), Ancelotti su quella del Napoli. Il toscano tenta di vincere con la Juve dopo non esserci riuscito a Napoli proprio a causa del dominio bianconero (con relative polemiche annesse) mentre nella ricchissima bacheca di Carletto non ci sono titoli degli anni trascorsi sulla panchina della Juve, oggi avversaria da battere. Sabato dunque si saprà chi ha più chance: Sarri per il nono scudetto bianconero consecutivo o Ancelotti per riportare il tricolore a Napoli dopo 30 anni esatti… Conte permettendo, ovviamente.