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E-cig, l’oncologo: “Riducono rischio di cancro e danni a breve termine rispetto alle sigarette, ma hanno alti livelli di metalli pesanti”

Alla luce del primo caso di morte associato all'uso di e-cig certificato dalle autorità americane, Roberto Boffi, direttore della Pneumologia e del Centro antifumo dell'Istituto nazionale dei tumori di Milano, avverte: "Contengono sostanze irritanti"
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“Le sigarette elettroniche non sono totalmente innocue, sia quelle contenenti nicotina sia quelle senza. Anche se riducono il rischio di cancro, i danni nel breve termine, come broncospasmi e polmoniti gravi, sono già stati dimostrati”. È l’avvertimento di Roberto Boffi, direttore della Pneumologia e del Centro antifumo dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano alla luce del primo caso di morte associato all’uso di e-cig certificato dalle autorità americane.

“In uno studio pubblicato nel 2014 sulla rivista Enviromental sciences abbiamo dimostrato che queste sigarette presentano livelli di metalli pesanti, quali nichel, cromo, argento e piombo, quattro volte superiori a quelli delle sigarette tradizionali – spiega il medico -. Si tratta di sostanze irritanti, tant’è vero che nei pazienti asmatici lo ‘svapo’ può provocare broncospasmo e tosse nel giro di dieci minuti. Lo constato anche nella mia attività clinica”.

E la letteratura medica riporta diversi casi. “Come quello uscito su Chest nel 2015, riferito a un sessantenne canadese”. Un altro effetto collaterale sono le polmoniti tossiche. Nel 2018 su Pediatrics viene riportato un caso del genere su una ragazzina di 18 anni di Pittsburgh. “Le goccioline liberate dal vapore si depositano negli interstizi polmonari, cioè tra bronchi, polmoni e capillari, e al pari delle polmoniti virali causano insufficienza respiratoria. Finora non sono state riscontrate vittime e i numeri sono piuttosto contenuti, ma è un rischio di cui tener conto senz’altro”.

Certo, rispetto alle sigarette a tabacco riscaldato fanno meno male. Ma le ricariche liquide delle e-cig rilasciano comunque sostanze cancerogene seppure in quantità minima. In un altro studio condotto dall’Istituto nazionale dei tumori, uscito l’anno scorso sulla rivista Epidemiologia e prevenzione, i medici hanno documentato infatti una concentrazione di formaldeide, che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha inserito nel gruppo 1, tra le sostanze cioè con precise evidenze di cancerogenità. “Per cui non si scherza, le e-cig non sono un gioco – sottolinea Boffi -. Il nostro appello è di vietarne l’uso anche negli ambienti interni perché nuocciono alla salute non solo di chi le usa ma anche delle persone accanto”.

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