Basta: dopo la visita di Boris Johnson a Berlino non ci restano più neppure alcuni degli stereotipi cui eravamo più affezionati. La conferenza stampa del Primo Ministro e della Cancelliera Angela Merkel ha distrutto il cliché dei tedeschi privi di senso dell’umorismo e ha cancellato il concetto di sense of humour come caratteristica del cittadino britannico tipo.
Di fronte al fermo rifiuto di Boris Johnson di accettare il backstop, seppure come extrema ratio, a garanzia degli accordi del Venerdì Santo e dell’integrità del Mercato unico, e perplessa per la contraddizione tra la sicura fiducia del collega in mezzi tecnologici ancora ignoti e l’avversione per un backstop che non dovrebbe mai essere necessario proprio grazie a quei mezzi, Angela Merkel ha detto con un pizzico di ironia: “Se qualcuno è in grado di risolvere questo rompicapo, se trova questa soluzione. Abbiamo detto che probabilmente l’avremmo trovata nei due anni a venire, ma forse possiamo anche trovarla nei prossimi 30 giorni. Allora avremo fatto un passo avanti nella direzione giusta e ovviamente dobbiamo mettercela tutta”.
Come dire: benedetto ragazzo, sono passati quasi tre anni e una soluzione non l’abbiamo trovata. Speravamo di trovarla nei prossimi due anni, in un periodo di transizione, ma nulla vieta di trovarla prima, anche nei prossimi 30 giorni. Se tu sei in grado di offrircela, facci sapere subito, che noi siamo pronti a collaborare con la massima serietà. Dunque non un’affermazione ottimista o l’offerta di un ramo d’ulivo, ma la constatazione delle note difficoltà con l’invito a dimostrarsi un po’ più concreti del solito.
Johnson invece ha preso tutto alla lettera, come se la Cancelliera gli avesse assegnato un compito da portare a termine entro 30 giorni: “Tu giustamente affermi che spetta a noi produrre quelle soluzioni, quelle idee, mostrare come possiamo affrontare il problema del confine con l’Irlanda del Nord e questo è ciò che vogliamo fare. Devo dire che sono molto felice di ascoltarti stasera Angela e di sentire che almeno le conversazioni che contano ora possono iniziare. Hai fissato un calendario molto intenso di 30 giorni – se ti ho capito correttamente, ne sono più che felice”.
Infine ha concluso citando in tedesco una frase che Angela Merkel aveva pronunciato in altri frangenti, per esempio per accogliere i profughi dalla Siria: “Nel Regno Unito desideriamo un accordo, cerchiamo un accordo e credo che possiamo ottenerlo. Possiamo farlo: Wir schaffen das, credo, sia l’espressione”. La citata Angela ha risposto con eloquenti espressioni del volto.
Merkel reaction when Johnson waffles on. pic.twitter.com/LazIrLJcja
— Eurocake, Esq. ???????????? #FBPE #KOTJ (@NoCake4Brexit) August 21, 2019
Alla fine, ieri, la Cancelliera ha deciso che era meglio chiarire: “Non ho posto nessuna scadenza a 30 giorni. Ho detto che ciò che si può ottenere in tre o due anni si può anche ottenere in 30 giorni. I 30 giorni non sono il punto. I 30 giorni erano solo un esempio per sottolineare il fatto che abbiamo bisogno di ottenerlo in breve tempo”.
Angela Merkel: ‘I did not set 30-day deadline’.
“I said that what one can achieve in three or two years can also be achieved in 30 days.”
“It is not about 30 days. The 30 days were meant as an example to highlight the fact that we need to achieve it in a short time.”@Reuters
— Jennifer Rankin (@JenniferMerode) August 22, 2019
Ormai si è capito che l’inglese nella specie Brexiter ha subito una mutazione genetica che lo rende impermeabile all’ironia e bisognerà tenerne conto, ma non tutti i malintesi vengono per nuocere: nella sua risposta ad Angela Merkel, Boris Johnson ha fatto un’ammissione dichiarando che spetta alla Gran Bretagna proporre una soluzione, si spera realistica, al problema del confine irlandese. Se ciò non accadrà non ci sarà modo di addossare all’Unione europea la responsabilità di una Brexit senza accordi.
And he also shifts the blame to the EU if there is a No Deal entirely onto the EU. “People who are going to be responsible for a No Deal are not in the UK”
— Beth Rigby (@BethRigby) August 25, 2019
Tuttavia i parlamentari che stanno cercando di evitarla sfiduciando il governo per tornare al voto sono avvisati: la speranza di ottenere un deal grazie a Johnson si fonda su un malinteso non si sa quanto ingenuo. Perdere 30 giorni quando ne mancano tanto pochi al “crac” potrebbe essere pericoloso.