26 agosto: la data era scolpita nell’agenda del governo dimissionario. Non un ultimatum ma un termine previsto dall’Unione europea per le proposte dei Paesi al presidente eletto Ursula von der Leyen per la prossima Commissione: 25 Paesi su 27 – il Regno Unito, prossimo alla Brexit, è infatti fuori dai giochi – hanno reso nota la propria scelta, mentre all’appello mancano Francia e Italia, dove la trattativa sui nomi è stata congelata dalla crisi di governo. È possibile che Parigi decida oggi mentre l’Italia “in queste ore”, dicono fonti alle agenzie, chiederà il rinvio per l’indicazione del candidato.
“Prima vengono presentati, meglio è”, aveva detto la portavoce dell’esecutivo Ue Mina Andreeva che ha annunciato l’avvio dei colloqui e sottolineato che “la composizione finale della squadra dipenderà anche da quando gli Stati membri proporranno i loro candidati”. L’unica vera scadenza prevista dai Trattati, però, è quella del primo novembre, data di insediamento del nuovo esecutivo. Una volta pronta la Commissione sarà presentata in sala stampa da von der Leyen, probabilmente intorno a metà settembre. Ma per il momento, la presidente eletta mantiene il più stretto riserbo sulla sua squadra, anche perché alcuni dei nomi indicati dalle capitali nelle scorse settimane sono già cambiati.
Potrebbe però chiedere un rimpasto nella rosa dei nomi di potenziali Commissari europei designati dagli stati membri, secondo quanto si apprende a Bruxelles. Dopo i primi colloqui tra i candidati e la presidente alcuni infatti non sono più sul tavolo. La richiesta agli Stati membri era quella di presentare una donna e un uomo per il posto di commissario, in modo da consentire alla presidente eletta di avere la flessibilità necessaria per raggiungere l’obiettivo di avere una Commissione composta per metà di donne. Finora però solo pochi Stati hanno presentato una coppia di candidati, ma non pochi hanno indicato una donna. Possibile quindi che ad essere sostituiti siano degli uomini per ottenere l’obiettivo della parità al quale la presidente, ha detto Andreeva, “sta lavorando duro”. Solo Romania e Portogallo hanno finora indicato due personalità un uomo e una donna tra i possibili candidati come richiesto dall’ex ministra tedesca della Difesa.
I candidati sul tavolo – Ecco i nomi finora emersi secondo quanto pubblicato da Euractiv. Johannes Hahn per l’Austria (Ppe, uscente e ricandidato), Didier Reynders per il Belgio (Renew Europe), Maryia Gabriel per la Bulgaria (Ppe), Dubravka Suica per la Croazia (Ppe), Stella Kyriakides per Cipro (Ppe), Vera Jourova (uscente e ricandidata, Renew Europe), Margrethe Vestager per la Danimarca (uscente e ricandidata, Renew Europe), Kadri Simson per l’Estonia (Renew Europe, da poco commissaria al posto di Andrus Ansip).
E ancora: Jutta Urpilainen per la Finlandia (donna, S&d), Margaritis Schinas per la Grecia (già portavoce capo della Commissione, Ppe), Laszlo Trocsanyi per l’Ungheria (Ppe), Phil Hogan per l’Irlanda (Ppe, uscente e ricandidato), Valdis Dombrovskis per la Lettonia (Ppe, uscente e ricandidato), Virginijus Sinkevicius per la Lituania (di area verde), Nicolas Schmit (S&D) per il Lussemburgo, Helena Dalli (S&d) per Malta. E poi, ancora, Frans Timmermans per l’Olanda (S&D, uscente e ricandidato), Pedro Marques ed Elisa Ferreira per il Portogallo (S&D), Dan Nica o Rovana Plumb per la Romania (S&D), Maros Sefcovic per la Slovacchia (S&D), l’indipendente Janez Lenarcic per la Slovenia, Josep Borrell per la Spagna (S&D), Ylva Johansson per la Svezia (S&D), oltre naturalmente alla Germania con Ursula von der Leyen. Stando a questo elenco, sono 12 le donne candidate finora, includendo la presidente; solo Portogallo e Romania hanno presentato due candidati ciascuno.
La Polonia aveva indicato il nome di Krzysztof Szczerski (Ecr) che, però, ha deciso di ritirarsi dalla corsa per la poltrona spiegando che von der Leyen ha intenzione di dare al candidato di Varsavia la delega all’agricoltura. Scelta che non è piaciuta al candidato: “La Polonia assumerà il portafoglio agricoltura – ha detto l’attuale capo di gabinetto del presidente polacco, Andrzej Duda, ai media nazionali – e io non ho le competenze per una materia del genere”. Szczerski ha quindi proposto di essere sostituito dall’ex europarlamentare e attuale membro della Corte dei Conti Ue, Janusz Wojciechowski, anche se “la decisione ora spetta al primo ministro”.