Il presidente Usa Donald Trump non è nuovo ad affermazioni che fanno gridare allo scandalo scienziati e ricercatori: in primis sui cambiamenti climatici e sul riscaldamento globale. Ma questa volta la notizia sembra fantasiosa. Secondo il sito Axios – fondato e lanciato da ex giornalisti di Politico e Washington Post – l’inquilino della Casa Bianca avrebbe suggerito più volte ai funzionari della sicurezza nazionale di esplorare la possibilità di fermare gli uragani prima che tocchino terra negli Usa con le bombe nucleari. Trump ha smentito, ma Axios cita tra l’altro fonti presenti ad un briefing in cui il presidente americano è intervenuto su questo tema.
The story by Axios that President Trump wanted to blow up large hurricanes with nuclear weapons prior to reaching shore is ridiculous. I never said this. Just more FAKE NEWS!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) August 26, 2019
“Ho capito. Ho capito. Perché non usiamo una testata nucleare?”. Aggiungendo poi: “Si formano davanti alla costa africana, mentre attraversano l’Atlantico sganciamo una bomba nell’occhio dell’uragano e lo distrugge. Perché non possiamo farlo?” avrebbe detto Trump secondo una fonte presente a una riunione. Sempre secondo la fonte, Trump ha poi chiesto ai presenti quanti uragani gli Stati Uniti sarebbero in grado di gestire. Da parte loro, i presenti sono rimasti sorpresi dalla proposta del presidente. Già nel 2017 Trump aveva espresso l’idea di bombardare gli uragani, senza menzionare però le armi nucleari. Interpellata al riguardo, la Casa Bianca non ha voluto rilasciare commenti, poi però è arrivato il tweet del presidente: “La storia di Axios secondo cui il presidente Trump voleva distruggere i grandi uragani con armi nucleari prima che tocchino terra è ridicola. Io non ho mai detto questo. Solo altre FAKE NEWS!“.
Del resto, ricordano i media Usa, l’idea non è nuova: risale agli anni ’50, fu ventilata nel 1961 da Francis Riechelderfer, capo dell’Ufficio Meteo americano, e riaffiora puntualmente ogni anno durante la stagione degli uragani, che colpiscono la costa orientale Usa da giugno a novembre, spesso con effetti catastrofici.
La National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) ha tuttavia spiegato che il risultato sarebbe “devastante”: l’uso di armi nucleari “potrebbe addirittura non alterarli” e “la ricaduta radioattiva si muoverebbe molto velocemente con i venti colpendo aree di terra”. Inutile anche colpirli sul nascere, dato che in genere solo 5 su circa 80 turbolenze l’anno nel bacino atlantico si trasformano in uragani e non è possibile predire quali.