Roma, 17 mar. (Adnkronos Salute) - "Il settore farmaceutico rappresenta una punta di diamante per l'Italia e per l'Europa, sia per il contributo al benessere e alla salute dei cittadini, sia in termini di competitività e di resilienza per il sistema industriale ed economico. Noi chiediamo, prima di tutto, di avere un sistema a casa nostra che aiuti queste aziende a continuare a crescere a livello internazionale. Il nostro settore, in particolare le aziende italiane, fanno quasi il 50% dell'investimento in innovazione in Italia". Così Alessandro Chiesi, presidente Chiesi Farmaceutici Spa, nel suo intervento questa mattina a Milano all'evento per la pubblicazione del rapporto di Fondazione Edison sulle Fab 13, le multinazionali del Made in Italy di Farmindustria.
"Quello di cui noi abbiamo bisogno è stabilità - sottolinea Chiesi - Il sistema competitivo internazionale è fortissimo. Gli Stati Uniti hanno sempre rappresentato e rappresentano il primo motore dell'innovazione nel settore della sanità, ma oggi l'Europa continua a perdere colpi e la Cina invece avanza e ci incalza. Dall'Italia, queste aziende hanno saputo imporsi a livello globale". Per mantenere qui 'il cuore e la mente' delle "nostre attività, continuiamo ad investire a livello di ricerca e sviluppo e per poterlo fare davvero bisogna avere consapevolezza e lavorare come sistema".
A proposito dei dazi dagli Stati Uniti, "è evidente che un'azienda americana, che ha investito in Italia, fa molto prima a riposizionarsi e a tornare indietro. E' importantissimo creare le condizioni, non i soldi, ma le condizioni - rimarca - a livello italiano ed europeo perché si possa continuare a funzionare e le aziende italiane possano investire in Italia. Ma è già in arrivo la nuova normativa farmaceutica europea, che ci porta indietro. Gli altri sistemi, gli americani, i cinesi, stanno allungando la protezione brevettuale proprio per favorire l'innovazione, attrarre gli investimenti, in Europa si fa il contrario. E' solo un esempio, ma c'è veramente bisogno di coerenza e una strategia che sia molto più concreta", conclude.
Mondo - 26 Agosto 2019
Amazzonia in fiamme, nuove immagini di Greenpeace: “Nel 2019 incendi su del 145%”
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Tra gennaio e agosto 2019, il numero di incendi è aumentato del 145% rispetto allo stesso periodo del 2018. Lo denuncia Greenpeace Brasile che con una squadra ha sorvolato gli stati di Rondônia e Pará per documentare la situazione degli incendi che, nelle ultime settimane, stanno devastando la foresta amazzonica. In Amazzonia incendi e deforestazione vanno di pari passo. Quest’anno il 75% dei focolai si è verificato in aree che nel 2017 erano coperte dalle foreste e che successivamente sono state deforestate o degradate per lasciare spazio a pascoli o aree agricole. Negli stati di Rondônia e Pará, ad esempio, gli incendi mostrano chiaramente l’avanzata dell’agricoltura industriale nella foresta, spesso per far spazio a pascoli per il bestiame e colture, soia in particolare, destinate alla mangimistica. Dei 6.295 focolai registrati tra 16 e il 22 agosto, il 19% si è verificato in aree naturali protette, il 6% delle quali appartengono a diversi popoli indigeni.
”Le fiamme che stanno consumando l’Amazzonia non sono un problema solo per il Brasile, ma per l’intero Pianeta – dice Marcio Astrini di Greenpeace Brasile – Con l’aumentare degli incendi, infatti, aumentano anche le emissioni di gas serra, favorendo ulteriormente l’innalzamento della temperatura globale e, conseguentemente, il verificarsi di eventi meteorologici estremi che rappresentano un grave pericolo per la fauna selvatica e la vita di migliaia di persone”. “Agire per porre fine alla deforestazione dell’Amazzonia – continua – deve essere un obiettivo globale e un obbligo per chi guida il Paese. Gli incendi che stanno devastando l’Amazzonia stanno distruggendo l’immagine del Brasile a livello internazionale. Perfino il settore agroindustriale ha ammesso che le politiche anti ambientaliste del governo possono causare danni economici. Nel frattempo, Bolsonaro non ha annunciato alcuna misura concreta per combattere la deforestazione”
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Roma, 17 mar. (Adnkronos) - "Questo è un Governo serio, non soltanto questo è Governo capace, ma questo è un Governo responsabile e che si assume tutte le responsabilità, ivi compresa anche quella di poter prevedere -e sarà portato in Parlamento nel momento in cui dovesse esservene effettivamente la necessità- una riprogrammazione del Pnrr su alcune misure che non hanno dato l'esito soddisfacente o che ci aspettavamo. Ma proprio perché le risorse le vogliamo utilizzare, e non buttare, siamo disposti anche a una riprogrammazione". Lo ha affermato il ministro per gli Affari europei e il Pnrr, Tommaso Foti, intervenendo alla Camera durante la discussione generale della mozione presentata da Azione sul monitoraggio e lo stato di attuazione del Pnrr.
Roma, 17 mar (Adnkronos) - "Il racconto di Giorgia Meloni ponte tra Trump e l'Unione europea è una roba molto provinciale, inventata, non esiste. Trump ha parlato con Macron, Starmer, con il primo ministro giapponese, israeliano, con leader di altri continenti ma non ha mai fatto un incontro con la Meloni. E' andata lei tre volte a trovarlo e a baciare la pantofola. Ma all'interesse nazionale chi ci pensa?". Lo ha detto Matteo Renzi a Radio Uno Rai.
Roma, 17 mar (Adnkronos) - "Domani esce il libro 'L'influencer' e l'influencer è Giorgia Meloni. E' la più brava di tutti a comunicare, molto più brava di me e più brava del più bravo di tutti, Berlusconi. E' perfetta, come tutti gli influencer sceglie il momento giusto e il giusto contenuto, però in questo periodo le famiglie non hanno bisogno di una comunicazione perfetta o di reel virali, c'è bisogno di politica". Lo ha detto Matteo Renzi a Radio Uno Rai.
Roma, 17 mar. (Adnkronos) - "L'Italia ha 194,4 miliardi a disposizione, ha ad oggi ottenuto 122,3 miliardi, pari al 63 per cento della dotazione complessiva. Ha speso il 52 per cento di quanto ha ottenuto dei 122 miliardi. Questo piano si regge anche su 270.406 progetti. Bene, di questi 270.406 progetti ne sono stati completati e ne sono stati già chiusi 164.566, pari al 60,86 per cento; quanto al valore dell'importo, è pari a 46,43 miliardi che, su 141 miliardi e 740 milioni, quanto si compone il paniere di tutti gli interventi, è pari al 33 per cento". Lo ha affermato il ministro per gli Affari europei e il Pnrr, Tommaso Foti, intervenendo alla Camera durante la discussione generale della mozione presentata da Azione della mozione sul monitoraggio e lo stato di attuazione del Pnrr.
"Ora, non mi pare -ha aggiunto- che aver ultimato il 60 per cento -tra ultimato e in fase di ultimazione il 60,86 per cento- dei progetti, dovrebbe essere preso come un dato negativo: in primo luogo, perché è offensivo rispetto a tutte le amministrazioni che già si sono attivate per concludere quei progetti; in secondo luogo, perché è evidente che, quanto al valore, prima si concludono i progetti che hanno un minore impatto economico e quelli successivi sono quelli che hanno maggiore impatto economico".
"Perché -ha poi lamentato Foti- continuare a dire che i dati non sono disponibili? Vi è una pigrizia da parte di chi lo dice, perché basterebbe andare sul sito Italia Domani e sono tutti dati aperti; ognuno può andare a vedere singolarmente lo stato di progetto per progetto. Consiglierei anche di farlo, magari qualcuno potrebbe avere amare sorprese anche in ordine all'efficienza di alcune regioni o alla sedicente efficienza di alcune regioni".
Roma, 17 mar. (Adnkronos Salute) - "Il settore farmaceutico rappresenta una punta di diamante per l'Italia e per l'Europa, sia per il contributo al benessere e alla salute dei cittadini, sia in termini di competitività e di resilienza per il sistema industriale ed economico. Noi chiediamo, prima di tutto, di avere un sistema a casa nostra che aiuti queste aziende a continuare a crescere a livello internazionale. Il nostro settore, in particolare le aziende italiane, fanno quasi il 50% dell'investimento in innovazione in Italia". Così Alessandro Chiesi, presidente Chiesi Farmaceutici Spa, nel suo intervento questa mattina a Milano all'evento per la pubblicazione del rapporto di Fondazione Edison sulle Fab 13, le multinazionali del Made in Italy di Farmindustria.
"Quello di cui noi abbiamo bisogno è stabilità - sottolinea Chiesi - Il sistema competitivo internazionale è fortissimo. Gli Stati Uniti hanno sempre rappresentato e rappresentano il primo motore dell'innovazione nel settore della sanità, ma oggi l'Europa continua a perdere colpi e la Cina invece avanza e ci incalza. Dall'Italia, queste aziende hanno saputo imporsi a livello globale". Per mantenere qui 'il cuore e la mente' delle "nostre attività, continuiamo ad investire a livello di ricerca e sviluppo e per poterlo fare davvero bisogna avere consapevolezza e lavorare come sistema".
A proposito dei dazi dagli Stati Uniti, "è evidente che un'azienda americana, che ha investito in Italia, fa molto prima a riposizionarsi e a tornare indietro. E' importantissimo creare le condizioni, non i soldi, ma le condizioni - rimarca - a livello italiano ed europeo perché si possa continuare a funzionare e le aziende italiane possano investire in Italia. Ma è già in arrivo la nuova normativa farmaceutica europea, che ci porta indietro. Gli altri sistemi, gli americani, i cinesi, stanno allungando la protezione brevettuale proprio per favorire l'innovazione, attrarre gli investimenti, in Europa si fa il contrario. E' solo un esempio, ma c'è veramente bisogno di coerenza e una strategia che sia molto più concreta", conclude.
Roma, 17 mar (Adnkronos) - "La divisione è sia dentro la maggioranza che dentro l'opposizone. Ma è chiaro che il governo che ha linee diverse è un problema maggiore". Lo ha detto Matteo Renzi, a Radio Uno Rai, a proposito del voto di domani del Parlamento sulle comunicazioni della premier Meloni in vista del Consiglio Ue.
Roma, 17 mar. (Adnkronos) - "Sembra il minimo poter intervenire dopo le numerose richieste che sono state, più volte, riservate su agenzie, comunicati e quant'altro, che il Governo non debba sottrarsi al confronto parlamentare. In verità devo dire che il Governo è presente. Mi dispiace che dopo, e soltanto, alcuni interventi molti dei pochi presenti si siano dileguati: erano 20 e siamo rimasti molto meno. È pur vero che questo è un consesso che, in questo momento, non necessita del numero legale, però penso che se si vuole confronto bisognerebbe poi praticarlo e non soltanto enunciarlo sulle agenzie o sugli articoli di stampa". Lo ha affermato il ministro per gli Affari europei e il Pnrr, Tommaso Foti, intervenendo alla Camera durante la discussione generale della mozione presentata da Azione della mozione sul monitoraggio e lo stato di attuazione del Pnrr.