Nel momento più delicato della crisi di governo, la famiglia Berlusconi si prepara ad affrontare una partita decisiva per il futuro di Mediaset. Con i francesi di Vivendi che hanno deciso di mettersi di traverso ricorrendo anche alla magistratura. Nel dettaglio, nell’assemblea del 4 settembre andrà al voto il progetto Media For Europe (MFE), la cassaforte che il consiglio di Mediaset vorrebbe creare per aggregare tutti gli asset del Biscione e traslocare in Olanda.

Il gruppo che fa capo alla famiglia Bolloré ha deciso però di votare contro il progetto. Inoltre ha presentato un ricorso d’urgenza al Tribunale di Milano per tutelare il proprio diritto di voto. Ora toccherà alla magistratura esprimersi in una questione non da poco dal momento che MFE è forse la più importante operazione del settore televisivo mai realizzata in Italia. Un riassetto che si sta materializzando in un contesto di debolezza della politica nazionale e del sistema di vigilanza visto che il mandato dell’Agcom è scaduto a fine luglio senza un accordo politico sulle nuove nomine dei vertici.

Nel dettaglio, Vivendi, che detiene il 28,2% di Mediaset di cui il 19,9% attraverso la Simons fiduciaria, ritiene che il progetto MFE giochi contro i piccoli soci. Il motivo? Per i francesi “i diritti di voto degli azionisti di minoranza, in particolare di Vivendi, sarebbero indebitamente pregiudicati nel quadro dello statuto proposto da MFE” come spiega una nota del gruppo controllato dalla famiglia Bolloré. Difficile dire se la posizione dei francesi potrà bloccare i piani della famiglia Berlusconi per Mediaset. Ma i precedenti non testimoniano a favore. Nell’ultima assise del 18 aprile, il consiglio di Mediaset ha estromesso Vivendi dal voto. Di qui la decisione dei francesi di presentare un ricorso d’urgenza in Tribunale per garantirsi la possibilità di esprimersi nell’assemblea del 4 settembre. Almeno per la quota di Mediaset detenuta direttamente (il 9,99%), come ha spiegato una nota del gruppo francese.

La mossa di Vivendi arriva ad una manciata di giorni di distanza dalla decisione di Mediaset di presentare un esposto in Consob e in Agcom contro il socio francese per presunta manipolazione del corso di Borsa del titolo del Biscione. Secondo Mediaset, “Vivendi ha fatto filtrare notizie non confermate con l’evidente intento di screditare tanto il merito dell’operazione di fusione transfrontaliera deliberata dai Consigli di Amministrazione di Mediaset e Mediaset España lo scorso 7 giugno, quanto la possibilità di realizzarla – come spiega una nota di Cologno Monzese datata 22 agosto -. Si tratta di un comportamento illecito che danneggia Mediaset, Mediaset España e i loro azionisti, che si trovano a fronteggiare un andamento del titolo fortemente condizionato da rumors indotti ad arte”.

Per il Biscione, insomma, Vivendi starebbe ripetendo uno schema già adottato nel dicembre 2016 quando tentò invano di scalare il gruppo della famiglia Berlusconi. Questa volta però la posta in palio è più alta dal momento che se l’operazione MFE andasse a buon fine, Fininvest rafforzerebbe definitivamente la presa sul gruppo di Cologno Monzese senza la necessità di una costosa offerta pubblica di acquisto. E metterebbe così le basi per un polo europeo della tv con forti radici in Italia e Spagna, oltre alla partecipazione nella tedesca Prosiebensat.

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