C’è un dato che più di tutti racconta la delusione per l’esordio del Milan di Marco Giampaolo: la casella dei tiri nello specchio che segna inesorabilmente uno zero. Al di là della sconfitta per 1 a 0 contro l’Udinese, grazie al colpo di testa di Becao al 27′ della ripresa, pesa sui rossoneri una prestazione priva di gioco e spettacolo. Proprio quello che ci si aspettava da Giampaolo, scelto dal duo Maldini-Boban anche per segnare una svolta rispetto al Milan targato Gattuso. Un segnale in controtendenza anche rispetto al resto della Serie A che sembra ormai aver virato definitivamente, abbandonando il caro vecchio catenaccio a favore di un calcio più propositivo. Sono stati segnati 29 gol in 9 partite (manca ancora Inter-Lecce), con una media di più di tre reti a partita.
Il Milan invece ha dominato il possesso palla ma ha fornito una proposta offensiva “sterile“, per usare la stessa definizione data da Giampaolo che nel post-partita non ha nascosto i problemi. “I tre davanti devono recitare un copione diverso, ma hanno altre caratteristiche”, ha spiegato il tecnico. Lì, in attacco, resta lavoro da fare. In particolare Suso e Piatek faticano a inserirsi nei meccanismi tipici di Giampaolo e che hanno fatto la fortuna della Sampdoria. Tanto che, dopo appena 90 minuti, il tecnico già medita di abbandonare il suo credo tattico e tornare al 4-3-3 di Gattuso. Le ali ci sono, mentre il trequartista tanto atteso dal mercato ancora non è arrivato. E Piatek preferisce muoversi da solo, piuttosto che in coppia. Ma sarebbe già un dietrofront.
L’altra grande delusione all’esordio è arrivata dal Cagliari, battuto in casa all’esordio contro il Brescia per 1 a 0. Solo altre due squadre hanno chiuso i primo 90 minuti senza segnare: il Parma che però ha affrontato la Juve e la Sampdoria, travolta da tre gol della Lazio. I biancocelesti hanno ricominciato in grande forma e ricordano la squadra di due stagioni fa, quando sfiorarono la Champions giocando il miglior calcio della Serie A. Impresa riuscita a maggio all’Atalanta che ha iniziato allo stesso modo: Spal battuta 3 a 2. Ci ha provato anche Fonseca con la sua Roma, ma non è andato oltre il pari: 3 a 3 contro un ottimo Genoa, per via di meccanismi difensivi ancora da rodare e una squadra che paga un po’ di inesperienza. Se poi si pensa anche allo spettacolare 4 a 3 con cui il Napoli ha battuto la Fiorentina, i segnali del cambiamento sembrano già emergere: più gioco, anche a costo di prendere qualche gol in più.