I nuovi scenari politici spingono i due enti, governati da M5s e Pd, a chiedere almeno la sospensione del calendario varato da Gerarda Pantalone, su spinta del Viminale. La prefetta non vuole mollare e tira dritto. In settimana previsto lo sgombero di un edificio a Tor Marancia, in cui vivono da anni 450 persone. Il Campidoglio: "Potranno accedere al bonus casa"
Sospendere gli sgomberi in programma a Roma nel prossimo anno e mezzo. C’è un asse fra il M5s in Campidoglio e il Pd in Regione Lazio che si materializzerà alla prossima riunione del comitato locale per l’ordine e la sicurezza in programma il 29 agosto. L’obiettivo è mettere in pausa il fitto calendario stilato da Gerarda Pantalone. Appena arrivata, nel maggio scorso, la nuova prefetta ha stilato una short-list di 22 edifici occupati da liberare a cominciare dal 2020. Programma rafforzato grazie ai due decreti sicurezza approvati dal governo su proposta del ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Un calendario fin qui mal digerito dalle parti politiche in causa, costrette a fare gli straordinari – anche sul fronte economico – per assicurare delle alternative valide alle famiglie.
L’asse viene confermato, seppur informalmente, da più parti. I delegati di Virginia Raggi e Nicola Zingaretti hanno ricevuto il mandato di far valere l’incertezza politica nazionale, in continua evoluzione, tale da modificare anche la visione legata alla gestione dell’ordine pubblico e dell’emergenza abitativa. Tradotto: l’uscita di Salvini dal Viminale e il possibile arrivo di un governo di opposto colore – di fatto – potrebbe cambiare lo scenario. Ma non è detto che il piano vada in porto. Pantalone, che fino a maggio è stata funzionaria del ministero dell’Interno, poi nominata anche con l’apprezzamento del leader della Lega, si dice sia determinata a non arretrare.
Se ne inizierà a parlare giovedì, nella riunione con all’ordine del giorno – oltre al derby Lazio-Roma – proprio la liberazione di un palazzo occupato a Tor Marancia, con 450 persone all’interno. La riunione era prevista per domani, ma è stata spostata di due giorni ufficialmente per “motivi organizzativi”. L’occupazione in questione è quella di via del Caravaggio. Si tratta di una vecchia sede in disuso della Regione Lazio, poi venduta al gruppo Armellini. Proprio i costruttori hanno chiesto e ottenuto l’accelerazione dell’iter, minacciando richieste di risarcimento danni. Prima della pausa ferragostana, il Campidoglio ha annunciato che gli occupanti potranno fare richiesta del bonus casa, almeno coloro che non troveranno spazio nelle strutture, pubbliche e private, a disposizione, come avvenuto nel caso recente di Primavalle.
Lo stop alle operazioni prefettizie consentirebbe a Comune e Regione di proseguire nel piano di scorrimento delle graduatorie per le case popolari, per ora ancora a rilento. Sulla scrivania di Raggi c’è sempre il piano di uscita dai campi rom – che coinvolge anche gli alloggi popolari – mentre dalle parti di via Cristoforo Colombo dovranno occuparsi di realizzare i nuovi alloggi. Insieme, i due enti ancora non hanno trovato una sintesi per impiegare gli oltre 200 milioni di euro di fondi ex Gescal bloccati da anni. Queste le partite principali che l’escalation di sgomberi rischia di stravolgere. Ecco perché, a giudizio di entrambe le parti, va bloccata.