Omnia vincit amor. L’abusata citazione di una frase di Virgilio potrebbe tornare utile anche per descrivere la ricerca in cui si sostiene che l’amore combatte il dolore: un partner può avere un effetto analgesico. Non chiunque, ma il compagno o la compagna che sono in grado di far battere il cuore. Il sentimento della persona cara, secondo uno studio internazionale condotto dall’Università delle Isole Baleari di Palma di Mallorca e dall’Umit, l’Università di scienze della salute di Hall in Tirol, in Austria, può portare ad avere conseguenze nel trattamento del dolore.
Per i ricercatori avere un sostegno sociale (anche senza un contatto verbale o fisico nel particolare momento in cui si sperimenta la sofferenza) può comunque ridurre la percezione del dolore. Gli scienziati hanno valutato la sensibilità al dolore da pressione di 48 coppie, con ciascun partecipante che è stato testato sia da solo sia in presenza del proprio partner. Gli studiosi delle due Università hanno poi somministrato loro un questionario per cercare di capire quale fosse stata la loro percezione del dolore. Nel corso delle prove in cui i partner si trovavano davanti a loro, uomini e donne hanno mostrato soglie di tolleranza del dolore più elevate. È stato grazie a questo esperimento che i ricercatori hanno positivamente associato l’empatia del partner alla tolleranza al dolore e, al contrario, l’hanno inversamente associata alla stessa esperienza dolorosa. Dunque, avere un compagno accanto, capace di creare quell’empatia giusta, porta a percepire meno dolore.
“Più volte – spiega Stefan Duschek docente dell’Umit, e primo ricercatore dello studio – è stato dimostrato” che parlare e toccare una persona sofferente sono due azioni che “riducono il dolore”. “Ma la nostra ricerca – aggiunge il ricercatore, docente di Psicologia della salute – dimostra che anche la presenza passiva di un partner romantico può ridurlo e che l’empatia del partner può attenuare il disagio affettivo durante l’esposizione al dolore”.