Il fondatore del Movimento sul suo blog lancia un messaggio pieno di metafore e allusioni nel quale finge di dialogare con Dio. Che, nel post, gli dice: "Lei dovrà espiare o sbraitare ancora ed ancora, perché non esiste una sua versione soft, lei è una macchina da guerra in un mondo senza più guerre"
L’immagine di Beppe Grillo che divide le acque come se fosse Mosè e un post pubblicato sul suo blog in cui immagina di dialogare con Dio. Nelle ore più delicate della trattativa per formare il governo giallorosso, il fondatore del Movimento è intervenuto con un messaggio pieno di metafore e allusioni sul suo ruolo. “Sbaglio oppure una delle paure più diffuse oggi in Italia è che lei torni in campo, signor Giuseppe?”, è la domanda che immagina gli rivolga Dio. “Lei è il lessico, il vocabolario, della politica e del paese a partire dal V-Day. Lei è effetto e causa perfettamente pesati dell’oggigiorno!”. Quindi, in chiusura, il messaggio di Grillo: “Li lasci lì senza un linguaggio: che la Babele si scateni!”.
Il comico e fondatore del M5s si immagina che Dio lo riprenda per aver avuto fiducia “nell’equilibrio mondiale”, mentre tutto è mosso dal “dominio dell’avidità“. “Senza vaffanculi in pratica”, continua Grillo, “non c’è sostanza e non si va da nessuna parte. Senza vaffanculi mancano Nord e Sud, est ed ovest caro Giuseppe! E lei cerca di rinchiudersi nel suo guscio sul mare… E lei… dovrà espiare, capisce quello che le dico Giuseppe? Si era messo sul suo palco trapiantato in una piazza a sbraitare di ladri ed economia, di un parlamento con più ladri che a Scampia! Non esistono ladri, non esiste economia, non esiste la democrazia e non c’è nessun Ovest. Esiste soltanto un unico, intrecciato, multivariato dominio dell’avidità; da cosa crede sia mosso il poppante che ciuccia? Dal bisogno forse? No quella è semplice, essenziale, naturale ed ecologica avidità. Lei ha voluto scambiare la sua sfiducia nell’amore incondizionato nella fiducia in un equilibrio mondiale alla faccia del secondo principio!”.
In un altro passaggio, Dio dice a Grillo che “dovrà esporsi ancora“: “E lei dovrà espiare o sbraitare ancora ed ancora, perché non esiste una sua versione soft, lei è una macchina da guerra in un mondo senza più guerre; Ed un giorno, i nostri figli, vedranno quel mondo perfetto: opinioni diverse ed opposte cammineranno tenendosi per mano cantando una pastorale. Ed ogni noia sarà superata, ogni angoscia tranquillizzata, ogni tormento stroncato sul nascere”.
Quindi il messaggio che Dio dà al comico è quello di “lasciare” che “i mediocri” tornino alle loro “piccole diplomatiche faccende”: “Nessuno ascolterà nessuno, lo è stato sin da quando l’uomo è uscito dal magma. E lei ha osato interferire con queste leggi primordiali con i suoi vaffanculi, generando rischiose differenze, visibili contraddizioni, fiducioso di un uomo affrancato dalla natura. Ora, faccia rientrare i vaffanculi signor Giuseppe, lasci che il mondo torni alle sue piccole diplomatiche faccende, smetta subito di interferire con le primordiali leggi della dicitura e lasci ad ognuno la sua mediocrità: a giocarci come il pongo, come un bimbo sulla spiaggia che stermina piccoli animaletti innocenti. Io ho scelto lei, signor Beppe, per diffondere questo panorama, questo feeling”.
“Perché io?”, chiede quindi in chiusura Grillo. “Ma perché lei è un artista signor Beppe, si occupa di entertainment, come la musica negli ascensori decide ogni giorno un motivetto. Ed io la restituirò a quel sistema di cui sbraita come un essere demoniaco appartenente alla mitologia con una sola pretesa, quella di diffondere questo Vangelo. Li lasci lì senza un linguaggio: che la Babele si scateni!”.