Il “governo del cambiamento” ha cambiato il governo del digitale: in meglio. Ne sono convinto. Per questo vale la pena azzardare qualche bilancio. Che, per il mondo dell’innovazione, è sicuramente positivo. Come sottosegretario della Pubblica amministrazione, ho avuto modo di occuparmi della digitalizzazione della burocrazia, dove abbiamo registrato significativi passi avanti. Il mio augurio è che si continui in questa direzione, e si faccia di tutto per dare impulso unitario a una rivoluzione che riguarda l’intera società italiana. Dalla scuola alle imprese, il nostro futuro dipende dalla capacità di favorire la transizione digitale per l’intero sistema Paese. Seguendo una visione ambiziosa, come quella che fino a oggi ha indicato il presidente Giuseppe Conte.
Obiettivo: costruire una “smart nation”, partendo da una amministrazione all digital. Perché digitale non significa scannerizzare inutili carte! Significa reingegnerizzare i processi. Lo dico anche da ingegnere gestionale e imprenditore. Imprese e famiglie sono stanche di carte bollate e file agli sportelli. Dobbiamo informatizzare la burocrazia, non burocratizzare l’informatica. La strada intrapresa era quella giusta, quella del cambiamento. Durante il nostro governo, ad esempio, l’anagrafe unica digitale è riuscita a coprire quasi 40 milioni di cittadini. Un successo enorme, se si pensa che eravamo a soli 13 comuni ad agosto 2017.
Solo dalla digitalizzazione del cambio di residenza, stimiamo un risparmio annuale di € 65 milioni/anno, corrispondente a 3.5 milioni di ore di lavoro, che possono essere reimpiegate per nuove attività. L’adozione di PagoPA da parte di tutte le pubbliche amministrazioni, invece, porterà ad € 1.1 miliardi/anno di risparmi, soprattutto per le imprese e i cittadini, che più di tutti hanno sopportato i costi di una pubblica amministrazione elefantiaca. I benefici, infatti, in termini di maggiori entrate o risparmi di spesa, per le imprese, sono pari a € 25 miliardi/anno. Questa è la direzione giusta. Dobbiamo poi continuare a diffondere la cultura digitale. Penso all’importanza di progetti come il Fondo nazionale innovazione, voluto fortemente dal vice premier Luigi Di Maio, per favorire l’impresa 4.0 e le startup innovative, con l’accesso agevolato al capitale di rischio.
Il lavoro per le piccole e medie imprese è cruciale. Di Maio ha personalmente lavorato per istituire anche un fondo da 45 milioni per le tecnologie innovative come blockchain, intelligenza artificiale e internet delle cose. Abbiamo creato voucher da 40mila euro per le imprese che assumono manager dell’innovazione. Sul versante pubblico, fondamentali, infine, sono state la scelta di sbloccare il turnover nella pubblica amministrazione – non succedeva da dieci anni -, e la nostra decisione di far assumere in via preferenziale quelle figure tecniche, informatiche e manageriali che servono alla burocrazia. In un colpo solo, così, siamo tornati ad assumere gente che realmente ci serve ed abbiamo dato una chance ai nostri giovani che prima fuggivano all’estero in cerca di fortuna.
Questo significa progettare futuro. Questo significa costruire una pubblica amministrazione snella che faccia da volano di sviluppo, senza essere un costo occulto per le imprese fra sprechi e lungaggini. L’obiettivo è avere tutti i servizi nello smartphone, affinché siano operabili con un click. Ci stavamo arrivando con l’app “Io”. Peccato fermarsi adesso. Ma non tutti i mali vengono per nuocere. Questa crisi di governo può essere l’occasione per rilanciare un esecutivo più forte. Da questo punto di vista, credo che una semplificazione e riduzione ad un centro decisionale unico per tutti gli attori che si occupano di digitale possa essere utile.
Un soggetto con competenze trasversali che guidi un processo complesso che abbracci pubblica amministrazione, aziende, cultura, società. Per passare dal governo del cambiamento a un cambio di governo vero, innovativo, rivoluzionario. Io ci credo. Voi?
Mattia Fantinati
Sottosegretario alla Pubblica amministrazione, M5s
Politica - 27 Agosto 2019
Pubblica amministrazione e digitale, il bilancio del mio incarico da sottosegretario M5s
Il “governo del cambiamento” ha cambiato il governo del digitale: in meglio. Ne sono convinto. Per questo vale la pena azzardare qualche bilancio. Che, per il mondo dell’innovazione, è sicuramente positivo. Come sottosegretario della Pubblica amministrazione, ho avuto modo di occuparmi della digitalizzazione della burocrazia, dove abbiamo registrato significativi passi avanti. Il mio augurio è che si continui in questa direzione, e si faccia di tutto per dare impulso unitario a una rivoluzione che riguarda l’intera società italiana. Dalla scuola alle imprese, il nostro futuro dipende dalla capacità di favorire la transizione digitale per l’intero sistema Paese. Seguendo una visione ambiziosa, come quella che fino a oggi ha indicato il presidente Giuseppe Conte.
Obiettivo: costruire una “smart nation”, partendo da una amministrazione all digital. Perché digitale non significa scannerizzare inutili carte! Significa reingegnerizzare i processi. Lo dico anche da ingegnere gestionale e imprenditore. Imprese e famiglie sono stanche di carte bollate e file agli sportelli. Dobbiamo informatizzare la burocrazia, non burocratizzare l’informatica. La strada intrapresa era quella giusta, quella del cambiamento. Durante il nostro governo, ad esempio, l’anagrafe unica digitale è riuscita a coprire quasi 40 milioni di cittadini. Un successo enorme, se si pensa che eravamo a soli 13 comuni ad agosto 2017.
Solo dalla digitalizzazione del cambio di residenza, stimiamo un risparmio annuale di € 65 milioni/anno, corrispondente a 3.5 milioni di ore di lavoro, che possono essere reimpiegate per nuove attività. L’adozione di PagoPA da parte di tutte le pubbliche amministrazioni, invece, porterà ad € 1.1 miliardi/anno di risparmi, soprattutto per le imprese e i cittadini, che più di tutti hanno sopportato i costi di una pubblica amministrazione elefantiaca. I benefici, infatti, in termini di maggiori entrate o risparmi di spesa, per le imprese, sono pari a € 25 miliardi/anno. Questa è la direzione giusta. Dobbiamo poi continuare a diffondere la cultura digitale. Penso all’importanza di progetti come il Fondo nazionale innovazione, voluto fortemente dal vice premier Luigi Di Maio, per favorire l’impresa 4.0 e le startup innovative, con l’accesso agevolato al capitale di rischio.
Il lavoro per le piccole e medie imprese è cruciale. Di Maio ha personalmente lavorato per istituire anche un fondo da 45 milioni per le tecnologie innovative come blockchain, intelligenza artificiale e internet delle cose. Abbiamo creato voucher da 40mila euro per le imprese che assumono manager dell’innovazione. Sul versante pubblico, fondamentali, infine, sono state la scelta di sbloccare il turnover nella pubblica amministrazione – non succedeva da dieci anni -, e la nostra decisione di far assumere in via preferenziale quelle figure tecniche, informatiche e manageriali che servono alla burocrazia. In un colpo solo, così, siamo tornati ad assumere gente che realmente ci serve ed abbiamo dato una chance ai nostri giovani che prima fuggivano all’estero in cerca di fortuna.
Questo significa progettare futuro. Questo significa costruire una pubblica amministrazione snella che faccia da volano di sviluppo, senza essere un costo occulto per le imprese fra sprechi e lungaggini. L’obiettivo è avere tutti i servizi nello smartphone, affinché siano operabili con un click. Ci stavamo arrivando con l’app “Io”. Peccato fermarsi adesso. Ma non tutti i mali vengono per nuocere. Questa crisi di governo può essere l’occasione per rilanciare un esecutivo più forte. Da questo punto di vista, credo che una semplificazione e riduzione ad un centro decisionale unico per tutti gli attori che si occupano di digitale possa essere utile.
Un soggetto con competenze trasversali che guidi un processo complesso che abbracci pubblica amministrazione, aziende, cultura, società. Per passare dal governo del cambiamento a un cambio di governo vero, innovativo, rivoluzionario. Io ci credo. Voi?
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Roma, 27 feb. (Adnkronos) - "I continui rinvii del governo Meloni sembravano indirizzati a portare a compimento qualcosa di più della semplice propaganda, ma invece si va verso il nulla. Tre miliardi rispetto alla marea di aumenti sulle bollette sono davvero poca cosa, quasi una presa in giro. Milioni di cittadini stanno subendo rincari di quasi il 40%, migliaia di aziende rischiano la chiusura e altrettanti lavoratori il proprio posto. Ma d'altronde sbagliamo noi a stupirci. Per il governo Meloni il modello d'imprenditoria è quello della ministra Santanchè. Sbaglia chi si spacca la schiena come i cittadini che cercano di far quadrare i conti a fine mese o le imprese che fanno di tutto per stare sul mercato. Per Giorgia Meloni la cosa migliore è cercare qualche santo in paradiso o, meglio ancora, qualche amicizia che conti". Così in una nota Riccardo Ricciardi, capogruppo M5S alla Camera.
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - "Ci sono modalità diverse con le quali ci si rapporta a Trump. Credo che la presidente Meloni senta la responsabilità di essere un ponte fra l'Europa e l'America dati i suoi buoni rapporti con Trump". Lo ha detto l'eurodeputata di Fi, Letizia Moratti, a Otto e mezzo su La7.
"Sul tema dei dazi, credo che Trump sia uno shock per l'Europa, uno stimolo positivo perché l'Ue può mettere in atto le riforme richieste nel rapporto Draghi e Letta che chiedono un'Europa più competitiva, più favorevole agli investimenti, con una transizione energetica sostenibile e quindi in grado di sostenere il welfare."
"Siamo alleati storici degli Usa - continua Moratti - e in questo momento dobbiamo avere la consapevolezza di dover comunque avere a che fare con un presidente eletto ed anche amato dai cittadini americani. L'Europa non può permettersi di non avere un dialogo con Trump. Sono moderata e liberale e il suo stile non mi appartiene ma nell'ambito del mio ruolo di parlamentare europea credo sia dovere rispondergli con fermezza e immediatezza ma cercando sempre il dialogo che porta vantaggi reciproci, come ha detto oggi la presidente Metsola."
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - Nel momento in cui Donald Trump "fa saltare l'ordine internazionale basato sul multilateralismo" e "mette a rischio l'unità europea", è importante non far mancare "il nostro sostegno all'Ucraina" parallelamente ai negoziati che "non potranno coinvolgere Europa e Ucraina". Così Alessandro Alfieri, coordinatore di Energia Popolare, alla Direzione del Pd.
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - “Il giorno in cui Eni annuncia un utile di 14,3 miliardi di euro, la maggioranza presenta un decreto truffa che non affronta la vera questione di come ridurre il peso delle bollette. Il Governo Meloni per aiutare veramente le famiglie italiane avrebbe dovuto tassare gli extraprofitti, rivedere la decisione di trasferire 4,5 milioni di famiglie dal mercato tutelato a quello libero, e puntare sulle rinnovabili invece che sul gas". Così Angelo Bonelli, Co-Portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra.
"La realtà dei fatti resta una sola: il governo di Giorgia Meloni ha favorito i grandi colossi energetici, che hanno accumulato extraprofitti per oltre 60 miliardi di euro, mentre le famiglie italiane hanno visto raddoppiare le bollette e molte sono costrette a non riscaldarsi per paura di non poterle pagare".
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - “Benissimo il governo sulle bollette: previsti tre miliardi che andranno a sostegno di imprese e almeno 8 milioni di famiglie. Dalle parole ai fatti”. Così Armando Siri, Consigliere per le politiche economiche del Vicepremier Matteo Salvini e coordinatore dipartimenti Lega.
Roma, 27 feb (Adnkronos) - "Alcune veloci considerazioni a partire dalle cose che credo vadano meglio precisate. La prima: non siamo stati e non siamo di fronte a postura bellicista dell’Europa. Non è mai stata l’Ue a voler fare o a voler continuare la guerra e non è nemmeno vero che la mancanza di iniziative di pace siano dipese da una mancanza di volontà politica della ue. È stato Putin a rifiutare sempre ogni dialogo, quel dialogo che oggi riconosce a Trump perché lo legittima come suo alleato", Lo ha detto la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, alla Direzione del Pd.
"Occorre spingere con forza per un’autonomia strategica e politica dell’Europa, iniziando subito il percorso di cooperazione sulla difesa perché non saranno le buone intenzioni a rendere forte l’Unione Europea ma la capacità di imporsi e esercitare deterrenza, non escludendo nessuna opzione che sarà necessario adottare e che sarà stabilita in quadro di solidarietà europea".
"Per noi, democratici e europei, è il tempo di decidere - aggiunge Picierno- se essere solo un pezzetto di un Risiko in cui altri tirano i dadi o se essere un continente libero e forte. E va chiarito tanto ai nemici della democrazia quanto ai nostri alleati, senza perdere altro tempo e senza cincischiare noi: l’unica lotta che definisce il nostro tempo e il campo della politica, oggi, è quella dell’europeismo e in difesa delle democrazie liberali e delle libertà dei popoli".
"Siamo noi tutti in questo campo? Pensiamo ad un'alternativa alla destra che parta da questo campo? A me onestamente non è ancora chiaro. Sarei felice di essere smentita, ovviamente. Ma servono parole chiare che vanno pronunciate senza più giocare a nascondino. Crediamo tutti in un’Europa competitiva, con attori strategici del mercato più grandi e forti, un’Europa pronta ad affrontare le crisi internazionali sul piano politico e militare? Perchè questa è l’Europa che serve al mondo e agli europei. Non domani, oggi".
Roma, 27 feb. (Adnkronos) - Giorgia Meloni, "nell’incontro di Parigi c’era in ritardo e di malavoglia. Intanto partecipa con trasporto e passione agli incontri della destra mondiale che considera l’Europa un incidente della storia. A Kyiv alle celebrazioni per il terzo anno della resistenza, non c’era proprio. A dir il vero ero sola proprio come italiana, ma con tanti colleghi progressisti e socialisti, c’era il mondo libero, i leader e parlamentari progressisti consapevoli della sfida che abbiamo di fronte e che il tempo di agire è ora". Lo ha detto la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno, alla Direzione del Pd.