Marcello De Vito denuncia Luigi Di Maio ai probiviri del Movimento 5 Stelle. Il presidente dell’Assemblea capitolina, attualmente ai domiciliari dopo essere arrestato lo scorso 20 marzo nell’ambito dell’inchiesta sull’iter di realizzazione dello stadio dell’As Roma, ha presentato un esposto contro il capo politico pentastellato per una ventina di presunte violazioni dello statuto e del codice etico dello stesso movimento. In particolare, De Vito contesterebbe a Di Maio di aver parlato della sua espulsione dal M5s, cosa non consentita se c’è un procedimento in corso e cosa che non sarebbe nei suoi poteri (qui il video delle dichiarazioni di Di Maio).
Nei giorni scorsi la Cassazione ha annullato l’ordinanza di arresto nei suoi confronti – e del socio Camillo Mezzacapo – smontando buona parte dei capi d’accusa contestati e rinviando gli atti al tribunale del Riesame. L’udienza è convocata per il 10 settembre, mentre il provvedimento scade il 20 settembre. Dunque, nell’arco di quei 10 giorni, De Vito potrebbe tornare in libertà e – come era nell’aria e dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera – con l’intenzione di riprendere possesso del suo ruolo in Aula Giulio Cesare, per il quale la prefettura di Roma lo aveva solo sospeso, in base a quanto prevede la legge Severino.
Nel colloquio con il quotidiano di via Solferino, De Vito aveva però “salvato” Virginia Raggi: “E’ stata equilibrata, gliene do atto”. Dichiarazioni che hanno fatto pensare a un riavvicinamento fra il presidente e la sindaca, un “onore delle armi”, come spiegano fonti del M5s romano a Ilfattoquotidiano.it, che gli permetterebbe di tornare al suo ruolo senza resistenze e allo stesso di non bloccare l’aula in una guerra “che non farebbe bene a nessuno”. “A livello giudiziario – fanno sapere fonti del Campidoglio – rispetteremo l’esito delle indagini della magistratura. Quando il Prefetto revocherà la sospensione, De Vito potrà tornare a presiedere l’aula come previsto dalla legge. Sul piano politico c’è un procedimento aperto dal collegio dei probiviri nei suoi confronti di che farà il suo corso”.
Dei segnali li ha mandati l’attuale reggente del consiglio capitolino romano, Sara Seccia, che al Messaggero, ha risposto “sì” alla domanda “siete contenti se torna?”, affermando che “se venisse liberato decadrebbe per legge la sua sospensione” e “per me significherebbe che la giustizia ha sbagliato nell’applicare una misura forte“. Sulla possibilità che il gruppo pentastellato al Campidoglio chieda a De Vito di autosospendersi dal M5s – per evitare l’ “imbarazzo” di ritrovarlo nelle riunioni di maggioranza – la vice presidente vicaria dell’Assise, a Ilfattoquotidiano.it, dice che “stiamo aspettando gli esiti del tribunale del riesame e solo allora potremmo decidere come comportarci”. E anche il capogruppo M5s, Giuliano Pacetti, delega ai probiviri l’incombenza di esprimersi sulla presenza di De Vito nel gruppo: “La posizione riguardo gli eletti – ribadisce – viene definita dal collegio. Non spetta alla parte politica pronunciarsi riguardo eventuali contestazioni o sanzioni”.