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Crisi di governo, ferme le nomine in società pubbliche e authority. Già scaduti i vertici di Sace, Ansaldo Energia e Invitalia

Oltre 400 le poltrone pubbliche da rinnovare in una settantina di società controllate direttamente e indirettamente dal Tesoro. Il ministro Giovanni Tria in attesa di evoluzioni ha deciso di stoppare tutto. In primavera andranno poi nominati i nuovi consigli di amministrazione di Eni, Enel, Leonardo e Poste
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Non solo ministri e sottosegretari. Per i partiti che governeranno il Paese c’è in palio anche una tornata di nomine strategiche. Secondo una stima del Sole 24 Ore sono oltre 400 le poltrone pubbliche da rinnovare in una settantina di società controllate direttamente e indirettamente dal ministero del Tesoro. Ma in realtà l’ondata di incarichi potrebbe essere superiore se si considerano anche i collegi sindacali e le consulenze di alto profilo. Per ora tutto è fermo: il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha deciso di stoppare le nomine di Sace, Ansaldo Energia e Fondo nazionale innovazione, il veicolo controllato da Cdp e dalla società pubblica Invitalia. E sono ferme anche le trattative politiche per il rinnovo delle autorità di vigilanza Agcom, Privacy e Anticorruzione.

Ma mentre i partiti cercano una quadra sul governo, sono già iniziate le grandi manovre per conquistare le posizioni strategiche nelle società pubbliche quotate e non i cui consigli andranno in scadenza con il bilancio 2019, cioè nell’aprile 2020. Fra le partite più delicate c’è la Nuova Alitalia: entro il 15 settembre Ferrovie e gli alleati (l’americana Delta, Atlantia e il Tesoro) dovranno presentare un piano industriale con tutti i dati relativi ad investimenti e tagli. Toccherà poi al futuro amministratore di Alitalia trasformare i numeri sulla carta in una realtà concreta. Una partita in salita in cui peraltro non è ancora definitivamente esclusa l’ipotesi liquidazione. Soprattutto nel caso di un nuovo governo ostile all’idea del salvataggio di Stato.

Fra le aziende non quotate, ma non per questo meno ambite dai partiti, c’è Invitalia: sono scaduti il presidente Claudio Tesauro, avvocato dello studio BonelliErede, e l’ad Domenico Arcuri. Quest’ultimo è in carica da dodici anni, grazie a nomine e rinnovi firmati dal centrosinistra e, per questa ragione, finora considerato in uscita.

In primavera scadranno poi i consigli di amministrazione delle più rilevanti società pubbliche quotate: Eni, Enel, Leonardo e Poste. E poi ancora quelli di Banca Mps, Enav Fs, Rete ferroviaria Italiana, Trenitalia, la centrale acquisti Consip e la concessionaria dei servizi assicurativi pubblici Consap. Naturalmente c’è ancora tempo per depositare l’elenco dei potenziali candidati per i consigli di amministrazione che resteranno in carica tre anni: gli elenchi vanno infatti depositati 25 giorni prima della data dell’assemblea convocata per dare l’ok al bilancio 2019. Ma il tempo stringe. Così qualche indizio potrebbe già arrivare dal Forum Ambrosetti di Cernobbio (6-8 settembre) dove, ogni anno, ad inizio settembre, si riunisce il ghota della finanza italiana, recentemente sempre più disorientato dall’incerto scenario politico. Lo scorso anno protagonista dell’evento fu Matteo Salvini. Ma è difficile dire ora a chi dovranno votarsi i boiardi di Stato alla ricerca di conferme.

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