Un governo che per 14 mesi ha discusso leggi, trattato condizioni e rotto alleanze sui social, questo poteva lasciare come prima cosa: un mucchio di liti sui social. Negli ultimi venti giorni ce ne sono state di ogni tipo. Denominatore comune: sono state tutte pubbliche, tutte sgarbate e tutte a colpi di 140 caratteri, ora passivo-aggressivi ora aggressivi e basta. Gli ultimi a beccarsi sono stati Diego Fusaro e David Parenzo, nel pomeriggio di martedì 27 agosto. A iniziare per primo, va messo agli atti, è stato il “filosofo” più presenzialista della Tv, che ha punzecchiato il co-conduttore di In Onda sulla battaglia degli ascolti. “’Sabato sera, mentre tu abbaiavi a In Onda, io ero a Stasera Italia su Rete4. E, dati alla mano, ti abbiamo umiliato quanto ad ascolti”. Apriti cielo. La discussione, come al solito su Twitter dove nessuno vuole mai dire la penultima, peggiora nel giro di pochi tweet (ve li risparmiamo) e tocca il suo culmine più o meno qui. Con Fusaro che dice “il tuo abbaiare e scodinzolare è divertente ma, alla lunga, si fa noioso” e Parenzo che minaccia di pubblicare “i messaggi che mi mandi in privato da lecca culo quale sei! Non pietire inviti che non avrai. Per me sei quello che ho detto: un coglione in pubblico e in privato”.
La discettazione tra i due, proseguita con altri più o meno leggeri insulti, è la prosecuzione con lo stesso mezzo di una piccola lite passata quasi inosservata qualche giorno prima. L’oggetto del duello era sempre lo share delle trasmissioni che stanno raccontando la crisi di governo. Le trasmissioni, le stesse: In onda di La7, condotto da David Parenzo e Luca Telese, e Stasera Italia di Rete 4, condotto da Giuseppe Brindisi e Veronica Gentili. Aveva iniziato il giorno di Ferragosto la Gentili, con un tweet trionfante sugli ascolti fatti da Stasera Italia nella puntata dedicata alla crisi di governo: “Dal 3 per cento facciamo oltre il 6 di media ad agosto, gli unici a superare l’8. Altri dal 5 vanno poco oltre il 6. La si può raccontare come si vuole ma la realtà la raccontano i numeri. Anche ieri vinciamo la Prima serata dell’informazione contro i registrati”. Le aveva replicato, piccato, Luca Telese, che poneva l’accento sul fatto che il suo programma, rivale della Gentili, non fosse andato in onda quel giorno: “Cara Veronica, questo tuo appassionato e sofferto vittimismo algebrico è sublime: ieri noi accesi, voi spenti, noi Tarzan, tu Jane”. Nei giorni successivi, la Gentili ha continuato a retwittare ogni mattina il comunicato Mediaset sugli ascolti della sua trasmissione: “Quando parlano i numeri”. Telese, altrettanto: “Ieri 1 milione e 831mila ascoltatori ci hanno seguito su La7. Grazie a tutti, anche ai programmi minori che ci inseguono, contribuendo a questo tripudio con una simpatica sfida”. “Programmi minori”, capolavoro di aggressività passiva.
Ma gli uomini e le donne di televisione sono così: fanno a gara a chi ce l’ha più alto, lo share. E così, quando Lorella Cuccarini è in crisi di ascolti per il suo nuovo programma Grand Tour, a infilzarla su Twitter è la rivale di sempre Heather Parisi: “Houston, abbiamo un problema! Cercasi disperatamente ascolti televisivi per ballerine sovraniste”. E sì, la crisi di governo c’entra anche stavolta, perché la Parisi ce l’ha con la Cuccarini pure per le sue recenti interviste a favore delle politiche migratorie di Matteo Salvini (“Bloccare l’immigrazione è sacrosanto»): “Ci sono, in ordine rigorosamente di importanza, ballerine d’étoile, ballerine soliste e ballerine di fila e, da oggi, anche ballerine sovraniste”, aveva scritto la Parisi. “O forse no, solo sovraniste”.
E sempre di sovranismo s’è trattato, quando a litigare nel pieno della crisi di governo sono stati Chef Rubio e Giorgia Meloni. Il primo aveva twittato un post contro quelli che dicono di eliminare la carne per salvare l’Amazzonia: “Mi fanno ridere. Se volete salvare il pianeta eliminate fisicamente i sovranisti”. La sempre energica leader di Fratelli d’Italia, che evidentemente non aveva di meglio da fare, ha risposto con una dichiarazione delle sue: “Questo ‘cuoco tronista‘ che fa spesso ospitate (a pagamento) su tv pubbliche e private invita a ‘eliminare fisicamente i sovranisti’. Con ogni probabilità è troppo incolto e troppo scemo per sapere che in anni passati in Italia a parole come quelle sono poi seguiti gli anni di piombo e le uccisioni di molti ragazzi”. E ancora: “Si vuole cominciare col sostenere che ‘uccidere un sovranista non è reato‘ e che anzi è un dovere per ogni buon cittadino?”. E niente, si era partiti con l’Amazzonia e si è arrivati all’apologia di terrorismo.
È la crisi di governo, che eccita gli animi e fa bollire gli ardori. Prendete Pierluigi Battista e Giuliano Ferrara. Colleghi, autorevolissimi giornalisti, pronti però a scannarsi e prendersi a maleparole nel giro di qualche minuto. “E così, il Fatto e il Foglio che finiscono per sostenere lo stesso governicchio di salvezza nazionale sono il meraviglioso spettacolo del Paese più ridicolo del mondo”, scrive l’editorialista de Il Corriere della Sera, attaccando i colleghi che appoggiano un eventuale governo M5S-Pd. “Gli editorialisti del Corriere 5 stelle che si mettono con Matteo Salvini sono uno spettacolo molto triste #votosubitodopo”, replica l’ex direttore del Foglio. Segue escalation incontenibile. “Salutami Toninelli, in due fate due grandi statisti insieme al governo”, continua Battista. “Ti vedo bene al Papeete con Siri, Savoinov e il resto dei fasci sudaticci”, prosegue Ferrara. “Io voglio solo andare a votare, tu vai con quelli che negano lo sbarco sulla Luna”, fa il primo. “Hai già votato gli antisbarco lunatici, chi vuoi perculare, Pigi. Sei solo un liberale per il Truce”, risponde il secondo. “La tua ennesima stronzata alcolica. Tu con i fasci ci sei addirittura andato al governo”, chiude la discussione quello che l’aveva iniziata. Aspettando, come tutti, che si riapra la prossima lite social.