La legge per l'insegnamento obbligatorio doveva essere pubblicato in Gazzetta ufficiale entro il 16 agosto, ma così non è stato. Allora il ministro Marco Bussetti ha proceduto a un nuovo decreto che prevedesse un anno di "sperimentazione nazionale" in tutte le scuole, così da partire già il 1 settembre. Insorge i sindacati degli insegnanti: "I docenti non sono pronti e le strutture insufficienti, ci appelleremo"
Alla fine il ministero dell’istruzione ce l’ha fatta. Nonostante la legge sull’educazione civica non sia stata pubblicata in tempo sulla Gazzetta ufficiale, oggi pomeriggio il ministro Marco Bussetti è corso ai ripari con un decreto che consente di partire già da questo anno scolastico con l’insegnamento obbligatorio, attraverso una sperimentazione nazionale in tutte le scuole del primo e secondo ciclo di istruzione del sistema nazionale di istruzione. A pochi giorni dall’avvio dell’anno scolastico, l’inquilino di viale Trastevere ha messo una toppa all’errore fatto e ha inviato il decreto al Consiglio superiore della pubblica Istruzione, il cui parere è obbligatorio in caso in caso di sperimentazioni nazionali.
Una richiesta fatta con procedura d’urgenza, per poter procedere alla firma. Sempre al Cspi, ai primi di agosto, sono state inviate le linee guida per lo studio dell’educazione civica necessarie alle scuole per poter attuare la norma. A segnalare l’anomalia era stata l’Anief. Per poter essere applicata già dal prossimo anno scolastico, 2019-2020, infatti, la legge doveva essere pubblicata in Gazzetta Ufficiale entro il 16 agosto, cosa che non è stata fatta. Il motivo è semplice: “A leggere il primo comma dell’art. 2 della legge non vi sarebbero dubbi”, segnalava l’Anief. Il testo prevede che l’insegnamento venga istituito “a decorrere dal 1 settembre del primo anno scolastico successivo all’entrata in vigore della presente legge”. Eppure, secondo la Costituzione, le leggi entrano in vigore solo dopo il cosiddetto periodo di “vacatio legis”, cioè 15 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Ecco perché serviva la pubblicazione entro il 16 agosto.
Ora proprio l’Anief non accetta la strategia del ministro: “Ci opporremo a questo decreto. La sperimentazione è qualcosa che la legge vieta e stravolge il dettame normativo andando contro il senso stesso della norma. Se anche ci fosse un piano di formazione per le scuole soggette a sperimentazione va ricordato che la legge approvata è ad invarianza finanziaria; in sede collegiale vanno decise le ore aggiuntive rispetto all’orario curriculare e va stabilito chi la deve insegnare alla primaria e alle medie, dove non c’è un insegnante di diritto. Non si approvano un decreto per attivare una non materia a ridosso dell’inizio della scuola. Il ministro ha sbagliato, ha dimostrato di essere uno dei peggiori ministri della Repubblica”.
A chiedere il rinvio al prossimo anno scolastico “per dare a scuole e docenti il tempo necessario per predisporre le indispensabili attività di formazione” è, invece, Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti. “In sede di audizione presso le commissioni parlamentari – scrive Di Meglio nella lettera indirizzata al titolare di viale Trastevere – la nostra organizzazione sindacale ha espresso molte osservazioni critiche, segnalando, in particolare, la totale mancanza di risorse per attuare l’insegnamento dell’educazione civica, che scarica sulle scuole e sugli insegnanti tutte le procedure e i relativi carichi di lavoro senza prevedere adeguati compensi”. Poi conclude: “L’entrata in vigore del provvedimento ad anno scolastico iniziato, inoltre, renderà molto complessa per le scuole l’attivazione della nuova disciplina, con ricadute non positive sulla qualità di tale insegnamento”.