Mentre sono in corso le ultime consultazioni al Quirinale, con l’accordo in vista tra Pd e Movimento 5 Stelle per sostenere un Conte 2, si muovono anche le alleanze a livello locale, in particolare nelle regioni dove si voterà nei prossimi mesi. Così dopo l’apertura dei dem per l’appuntamento in Umbria, ecco il caso dell’Emilia-Romagna, dove probabilmente si voterà a gennaio 2020: “È chiaro che l’eventuale partenza di un governo in cui Pd e M5s sono insieme può determinare un cambio dello scenario politico e, quindi, credo che sia sbagliato escludere a priori che possa aprirsi un dialogo tra Pd e M5s sui territori”, ha dichiarato all’AdnKronos il segretario regionale del Pd Paolo Calvano, che apre a un dialogo con i pentastellati in vista delle urne.

Quello delle alleanze a livello regionale è un tema posto anche da Nicola Zingaretti nel suo discorso di mercoledì mattina durante il quale ha chiesto il via libera all’accordo di governo: “Davanti a noi abbiamo elezioni difficili in Regioni diverse. Dobbiamo fare ogni sforzo per costruire in ciascuna di queste realtà l’offerta politica e programmatica più credibile. Anche naturalmente sul versante di alleanze che il nuovo quadro politico potrà favorire, ma che comunque andranno verificate e costruite sempre sul primato di valori e programmi condivisi”, ha ricordato il segretario dem, parlando delle elezioni in Umbria, Calabria, Veneto e Toscana. Oltre, ovviamente, all’Emilia-Romagna, regione guidate dal dem Stefano Bonaccini, ma dove, nelle elezioni del 2014, la Lega aveva sfiorato il 30%.

Sulle dichiarazioni di Calvano ha però già preso posizione il Movimento 5 Stelle, che sembra escludere qualsiasi possibilità di alleanza: “In regione, siamo sempre andati al voto da soli, abbiamo la nostra identità e abbiamo fatto, in questi 5 anni, battaglie anche contro alcune politiche del Pd e dobbiamo continuare a portare avanti i nostri valori”, ha affermato la consigliera regionale del M5S Silvia Piccinini.

“Questa – spiega l’esponente del Movimento 5 Stelle, che non ha ancora presentato un candidato per le regionali – deve invece essere l’occasione per tornare ad investire sul livello locale, dove il Movimento zoppica. Abbiamo le potenzialità per farlo, Salvini ci ha tolto un po’ di fiato, ma è ora di credere in noi stessi e ricominciare a correre”. Diversa invece la situazione a livello nazionale: “A livello nazionale, invece – distingue -, un patto con il Pd è necessario per l’interesse generale, c’è l’aumento dell’Iva da scongiurare, la manovra da presentare. È un momento delicato”.

Nel dibattito si inserisce anche il neo sindaco leghista di Ferrara Alan Fabbri, uomo di punta di Matteo Salvini in Emilia-Romagna e candidato alla guida della Regione nel 2014: “Si parla di tentativi di avvicinamento a livello regionale tra il M5s e il Pd, pur di non far vincere il centrodestra, in Assemblea legislativa, in Regione, ci sono sempre state tante diatribe tra loro ma, con quello che sta capitando a Roma, può succedere di tutto e sinceramente è veramente triste”, ha detto.

“Il Pd è così spaventato di perdere che sta facendo di tutto – aggiunge Fabbri – Potrebbe anche chiedere l’aiuto dei 5 Stelle, spero non si facciano convincere”. E prevede: “Se si alleassero per le regionali, l’elettorato si ribellerà. E poi chi sarà il candidato? Non può essere certo Bonaccini che, comunque, è l’unico che ha un po’ di forza politica. Fino all’altro giorno i pentastellati gli hanno sputato addosso e ora lo candiderebbero?”.

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