Non è mai stato chiarito dove fosse stato nascosto il corpo di Isabella Noventa, la 55enne scomparsa il 15 gennaio del 2016 a Noventa Padovana, e per il cui omicidio sono state condannate tre persone in appello. Ora, a tre anni di distanza, il caso potrebbe essere vicino a mettere un altro punto fermo. Il sospetto è che le ossa trovate nei giorni scorsi sulla spiaggia di Albarella, in provincia di Rovigo, possano essere della donna e quindi chiarire le dinamiche dell’assassinio: sui resti la Procura di Padova vuole che vengano fatti accertamenti per capire se si tratti di frammenti ossei umani e se, grazie al dna, possano appartenere alla donna scomparsa tre anni fa.

Dell’omicidio della donna è reo confesso Freddy Sorgato, fidanzato della donna, che aveva riferito agli investigatori di aver messo il cadavere in un sacco dell’immondizia buttato nel fiume Brenta e riempito di sassi per impedire che riaffiorasse. L’assassinio della Noventa, secondo l’uomo, sarebbe avvenuto per errore durante un rapporto sessuale estremo, ma le indagini hanno accertato che sia lui che la sorella avrebbero organizzato l’assassinio della donna pianificandolo nei minimi particolari, mossi da gelosia e risentimento nei suoi confronti: Debora odiava Isabella perché temeva che la donna potesse mettere mano al patrimonio di famiglia.

Freddy, invece, era ossessionato dalla donna, anche se i loro rapporti negli ultimi tempi erano meno intensi. C’è poi un’altra persona coinvolta nell’omicidio: Manuela Cacco, amante dell’uomo, che nella notte tra il 15 e il 16 gennaio del 2016 indossò la giacca a vento della vittima, per simulare che attorno a mezzanotte Isabella stava passeggiando in piazza Insurrezione nel centro di Padova. Ma a quell’ora Isabella Noventa era già morta.

Nonostante l’assenza del cadavere, il 9 ottobre 2018 la Corte d’Assise d’appello ha confermato la condanna di primo grado per omicidio: 30 anni a Freddy e Debora Sorgato, 16 anni e 10 mesi a Manuela Cacco. Nel tentativo di ritrovare il cadavere di Isabella nelle acque del Brenta era morto il 20 febbraio 2016 l’ispettore della Polizia Rosario Sanarico in servizio presso il Centro Nautico e Sommozzatori della Spezia, rimasto bloccato nella chiusa nei pressi di Stra che stava perlustrando alla ricerca del cadavere. L’ipotesi che i resti recuperati ad Albarella, un femore e una mandibola, possano essere quelli di Isabella viene ritenuta verosimile: seguendo il percorso del fiume è plausibile che il cadavere sia stato portato in mare e che poi i resti delle ossa siano ritornati a riva spinti dalle onde.

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