Le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) riprendono la lotta. A meno di tre anni dallo storico accordo tra i miliziani dell’Ejército del Pueblo e il governo di Bogotà che ha messo fine a più di 50 anni di guerriglia armata, l’ex numero due del gruppo, Iván Márquez, di cui si erano perse le tracce da più di un anno, è riapparso questo giovedì in un video per annunciare che il gruppo imbraccerà nuovamente le armi: “Annunciamo al mondo che è iniziata una nuova Marquetalia (luogo di nascita delle Farc, ndr) – ha dichiarato – Non siamo mai stati vinti o sconfitti ideologicamente. Ecco perché la lotta continua. La storia scriverà nelle sue pagine che siamo stati costretti a riprendere le nostre armi”, ha detto accompagnato da circa 20 uomini armati, tra cui Jesús Santrich ed El Paisa, che mesi fa hanno smesso di adempiere ai propri impegni con la giustizia colombiana.
Nel suo discorso di 32 minuti, preceduto dall’inno storico dei guerriglieri, Márquez, a capo della delegazione delle Farc nei colloqui di pace a L’Avana e nominato senatore del partito nato dalle ceneri del gruppo guerrigliero, posizione che tuttavia non ha assunto, arringa i suoi dicendo che “finché c’è la volontà di combattere ci sarà speranza di vincere”. Nel manifesto afferma che questa nuova insurrezione, che prende il nome e i simboli delle smobilitate Farc, non è rivolta contro soldati o poliziotti “rispettosi degli interessi popolari”, ma avrà come obiettivo “quell’oligarchia esclusiva e corrotta , mafiosa e violenta che crede di poter continuare a bloccare la porta al futuro di un Paese”. Per questo, Marquez ha riferito:”Risponderemo solo all’offensiva” dello Stato.
Il presidente della Colombia, Ivan Duque Marquez, ha chiesto l’arresto degli ex capi delle Farc che hanno annunciato la ripresa della lotta armata e ha posto sulla loro testa una taglia da 1 milione di dollari. Duque ha anche accusato il presidente venezuelano, Nicolas Maduro, di proteggere i ribelli e dare loro riparo.