L'ex presidente del Consiglio interviene dal palco della Festa dell'Unità di Ravenna. Sull'esperienza gialloverde sostiene che si tratti di un "matrimonio un po' tribolato, durato 14 mesi e finito male". Sul voto immediato: "Doveroso cercare di far durare le legislature cinque anni". Sul pareggio di bilancio: "Non ho mai capito perché si sia messo in Costituzione. Alcuni anni hai bisogno di andare in deficit, altri di avere un surplus"
“Governo Pd-M5s? Una faticosa e interessante proposta”. Romano Prodi, intervistato da Lucia Annunziata sul palco della Festa dell’Unità di Ravenna, manda il suo augurio all’esecutivo che si sta formando e dice di sperare che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, possa guidare una lunga legislatura: “Auguro a Conte di durare più dei miei governi”, ha detto. Poi parla di personalità, auspica un ministero per l’immigrazione e boccia la flat tax: “Una porcheria”.
Chiamato a commentare la recente esperienza di governo gialloverde, il co-fondatore del Partito Democratico parla di “matrimonio un po’ tribolato, è durato 14 mesi ed è finito male”. La discussione si sposta presto, però, sulle prospettive per il nuovo esecutivo e quando gli viene chiesta un’opinione su Conte risponde: “Vediamo, sta facendo un esercizio complicato. È interessante, troppo presto per vederne le conseguenze ma molto interessante da osservare. Mi auguro che il governo in via di costruzione possa durare a lungo e completare la legislatura. Mi auguro che l’alleanza che stanno costruendo duri di più di quella precedente. Costruire, anche faticosamente, prendendosi il tempo necessario per approfondire, ma facendo un’alleanza che abbia un programma comune e duri tutta la legislatura”. E sulla sua lunga assenza dalle Feste dell’Unità: “Erano 11 anni che non venivo. L’ho preparata undici anni, ci ho preso giusto”.
Davanti all’ipotesi del voto immediato, Prodi spiega di essere del partito di coloro che prediligono legislature lunghe, senza eccessivi e continui ritorni alle urne: “Le elezioni sono assolutamente legittime – spiega -, ma è legittimo anche che una legislatura duri cinque anni. Bisogna fare di tutto perché la legislatura duri cinque anni. Il cercare di farla durare, a mio parere, è un fatto democraticamente non solo legittimo, ma doveroso”. Anche perché, aggiunge, questa legge elettorale limita la governabilità: “Io sono sempre stato a favore del maggioritario – continua – La legge elettorale in vigore non è fatta per governare. Se gli italiani fossero andati a votare sarebbe cominciato lo stesso gioco, perché con la legge elettorale che abbiamo nessuno, nemmeno il grande Salvini, poteva pensare di avere la maggioranza. Nemmeno lontanamente”.
Tornando a parlare del premier, al professore viene chiesto se pensa che Conte possa essere considerato il suo erede: “Uno è sempre contento di avere degli eredi – risponde -, il problema è che cosa gli lascia. La situazione è totalmente diversa dai miei tempi, abbiamo vinto con una coalizione organizzata. Adesso c’è una legge elettorale per cui non c’è nessuno che vince mai. Oggi ci sono prima le elezioni e poi si fanno gli accorpamenti”.
Nella giornata di mercoledì, Beppe Grillo ha chiesto che i ministri siano scelti tra personalità competenti, invitando quindi a una selezione non solo politica delle cariche. Per Prodi, “Beppe Grillo dice ‘facciamo un governo di tecnici‘. Niente affatto, un governo di tecnici non ha forza politica, bisogna fare un governo politico. Ma se si fa un governo politico con il manuale Cencelli in mano è finita. Bisogna che all’interno del governo ci siano le varie componenti politiche e alcune personalità di garanzia, fuori dalle piccole correnti, che sappiano rassicurare il Paese”. E auspica la scelta di figure che facciano da garanti: “Nei miei governi abbiamo avuto figure come quella di Ciampi, che avevano una grande funzione di rendere più credibile il governo”.
Tra le novità necessarie, secondo il co-fondatore Pd, c’è quella di un ministero per l’Immigrazione: bisognerebbe creare “un ministero che abbia una competenza complessiva” sull’immigrazione, ha detto. “Adesso il problema è diventato molto più grave, ai miei tempi toccava alcuni argomenti specifici, adesso è diventato gravissimo, un problema di politica generale. E dopo la guerra in Libia è diventato un problema difficilissimo”. Oltre a una maggiore competenza e attenzione a livello nazionale, però, il problema deve essere risolto anche e soprattutto a livello europeo: “Non è solo un problema di ordine pubblico – continua – È ovvio che ci voglia un ministro ad hoc ma la responsabilità è dell’intero Governo. È un problema che non può essere risolto sono a livello italiano, ci vuole uno che tratti a livello europeo, che dia una mano a modificare il trattato di Dublino“.
La via della guerra alle ong che operano nel Mediterraneo, invece, è una strada da abbandonare, anche se dei sani controlli, spiega, devono esserci: “Il processo alla bontà è sempre una roba bruttina – continua – Abbiamo tanti nostri ragazzi che lavorano nelle ong. Nessuna struttura deve sfuggire ai controlli ma farne il demonio per propaganda non l’ho mai sopportato”.
E tra i piani del vecchio governo che proprio non riesce ad accettare, Prodi cita la flat tax: “È una porcheria. Punto. Non è giusto che uno che guadagna 30mila euro abbia la stessa aliquota di uno che guadagna per 300mila o più. Non è giusto – dice – Siamo nati su un altro concetto di giustizia redistributiva”. E solleva dubbi anche sulla possibilità di reperire i fondi per una riforma del genere: “Questo è l’aspetto teorico. Dove trova i soldi me lo dice lui, ma non sono stati trovati – continua – I soldi per la flat tax non sono stati messi in conto e non credo che saranno nemmeno messi in Conte”. Una cosa che gli è invece piaciuta? “L’unico fatto positivo del governo passato è che sul fisco hanno avuto una fortuna boia. Con la trasmissione elettronica dell’Iva sono arrivati un sacco di soldi in più, non se lo aspettavano nemmeno lontanamente. E all’inizio la Lega voleva terminare questa cosa, ma ad aiutare è stato proprio questo introito aggiuntivo. A volte la fortuna non ce l’ho mica solo io”.
Sulla necessità di mantenere ogni anno il pareggio di bilancio, però, anche il professore invoca maggiore flessibilità: “Non ho mai capito perché si sia messo in Costituzione l’obbligo del pareggio di bilancio – dice – Ci sono degli anni in cui devi avere un surplus e altri in cui hai bisogno di andare in deficit. È un dogma assurdo”. E sull’aumento dell’Iva: “Dobbiamo fare di tutto per evitarlo. È una tragedia in una situazione di bassi consumi. È una cosa da evitare ad ogni costo”. Evitarlo, ha proseguito, “è possibile se controlliamo tutti i dati di bilancio che abbiamo in mano con un ministro dell’Economia capace di controllare questi dati”.
Ogni sforzo di far quadrare i conti, spiega Prodi, è però vano se non si inizia una vera lotta all’evasione fiscale: un buon ministro del Tesoro “deve sapere il mestiere, sapersi creare le alleanze in Europa, e fare una lotta spietata all’evasione fiscale. So di dire una cosa impopolare, la civiltà si difende con le ricevute. Bisogna che tutti i pagamenti vengano registrati”. Anche con una evasione fiscale non azzerata, ma ridotta al livello di altri Paesi europei, “avremmo risolto ogni nostro problema, non avremmo bisogno di ogni intervento”.