L’Osservatorio sul precariato dell'Istituto rileva che da gennaio a giugno il saldo netto dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato registra un incremento del 150,7% rispetto allo stesso periodo del 2018. Così come aumentano i passaggi da determinato a stabile. Calo delle assunzioni totali: diminuiscono i contratti a termine e quelli in somministrazione
I dati Inps sui primi sei mesi del 2019 confermano il trend positivo dei contratti di lavoro stabili – che era già emerso a gennaio e febbraio – ovvero dopo l’entrata in vigore del decreto Dignità anche per rinnovi e proroghe. Da gennaio a giugno il saldo netto dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato segna un aumento di 321.805 contratti, registrando così un incremento del 150,7% rispetto allo stesso periodo del 2018. Prosegue anche il boom delle trasformazioni da tempo determinato a indeterminato, passate da 231.866 a 372.016 (+60,4% rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno). Sono i dati che emergono dall’Osservatorio sul precariato dell’Istituto.
La variazione netta dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato è la somma di assunzioni più trasformazioni, a cui poi vengono sottratte le cessazioni che sono in diminuzione, per quel che riguarda i contratti stabili, nel confronto anno su anno: 787mila rispetto a 800mila. Tornando alle assunzioni, invece, l’Inps rileva che rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente la crescita ha riguardato i contratti a tempo indeterminato, i contratti di apprendistato, stagionali e intermittenti, mentre risultano in diminuzione i contratti a tempo determinato e quelli in somministrazione. In totale i nuovi contratti di lavoro sono stati 3.726.334, in calo rispetto ai 4 milioni dei primi sei mesi del 2018, segno delle difficoltà dell’economia certificate dallo stesso Inps. Anche il saldo netto totale è in negativo di 100mila contratti.
In particolare, nei primi mesi del 2019 ci sono state 198mila assunzioni a termine in meno rispetto al primo semestre 2018. Contemporaneamente ci sono state 43mila assunzione a tempo indeterminato in più, oltre a un aumento di 140mila trasformazioni da determinato a stabile. Sono calati poi gli apprendistato e soprattutto i rapporti in somministrazione: -60mila. L’Inps segnala infine che nei primi sei mesi del 2019, risulta agevolato circa il 22% del totale dei nuovi rapporti a tempo indeterminato, di cui 52mila dovuti all’esonero strutturale giovani under 35 introdotto dal governo Gentiloni e prorogato dalla legge di stabilità 2018.
L’Osservatorio sulla precarietà confronta anche la variazioni delle posizioni di lavoro rispetto a 12 mesi fa. Il saldo tra assunzioni e cessazioni annualizzato risulta positivo e pari a +271mila. “Si conferma l’inversione di tendenza tra l’andamento dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato e quello dei rapporti a tempo determinato”, scrive l’Inps. In particolare, mentre il saldo annualizzato dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato è passato da –48mila (giugno 2018) a +343mila (giugno 2019), quello dei rapporti a tempo determinato è passato da +284mila a -195mila. Il lavoro occasionale resta invece pressoché stabile nel confronto con 14 mesi fa e si attesta a giugno di quest’anno intorno alle 20mila unità.