Parla con lei (2002) - 4/6
Questa è la storia di Benigno e Marco. Il primo è un infermiere, il secondo un giornalista ed entrambi sono innamorati, ma di un amore infelice. Benigno ama Alicia, Marco ama Lydia. La prima è una ballerina, la seconda una torera ed entrambe sono in coma. Questa è la storia di Benigno, Marco e della loro amicizia, un’amicizia nata ai bordi di un amore e tra le corsie di un ospedale. Assediato per anni (non del tutto a sproposito) dall’accusa di ridurre gli uomini a macchiette, con Parla con lei il cineasta di Calzada de Calatrava ricama un controcanto virile e struggente in cui sono i personaggi maschili a prendere parola. Scopriamo così voci finalmente piene, che si commuovono, che ridono, che accettano una natura fatta di luci e ombre, a volte terribili. Ripescando temi ricorrenti nella sua filmografia, il maestro iberico danza leggero tra morte e vita soffermandosi in particolare sulla solitudine. Senza temere un’ironia persino aggressiva, don Pedro va così componendo il ritratto umano e delicato di chi si perde rincorrendo la felicità. E lo fa attraverso una forma sempre controllata eppure mai banale, decisa a raccontare quanto la normalità possa essere straordinaria e quanto siano le fragilità ad accomunarci. Se è l’amore infatti a dettare i passi dei nostri due protagonisti, è innegabile che ad avvicinarli davvero sia la più umana fra le esperienze: il dolore.