Anche la Suprema Corte ha detto no al maxi assegno di mantenimento che Silvio Berlusconi avrebbe dovuto versare all’ex coniuge Veronica Lario. Il 30 agosto 2019, la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d’Appello di Milano del novembre 2017 emessa nel giudizio Berlusconi-Lario che aveva azzerato l’assegno di divorzio, rigettando integralmente il ricorso presentato dalla ex moglie.
Il Tribunale di Monza nel pronunciarsi sulla causa tra l’ex premier e la sua seconda moglie, con la quale si è sposato nel 1990, aveva stabilito nel 2013 un mantenimento mensile di 1,4 milioni. Nel 2014 Lario aveva addirittura avanzato una richiesta di 540 milioni di euro per chiudere i contenziosi intorno al loro matrimonio. Una cifra che al leader di Fi era sembrata eccessiva. Nel 2017, dopo la sentenza che annullava il mantenimento, aveva presentato ricorso in Cassazione, motivandolo con il fatto di aver “rinunciato in giovane età alla carriera di attrice per dedicarsi interamente alla casa, alla famiglia e ai tre figli“.
Ora la Suprema Corte ha accolto le ragioni dei legali dell’ex premier, Valeria De Vellis e Pier Filippo Giuggioli, che hanno sostenuto che Berlusconi aveva ampiamente assolto ai propri obblighi di assistenza economica in favore della Lario già in corso di matrimonio, costituendo in suo favore un patrimonio mobiliare ed immobiliare di eccezionale valore. I giudici hanno evidenziato che “le varie acquisizioni economico patrimoniali pervenute alla ricorrente durante il matrimonio hanno compensato anche il sacrificio delle sue aspettative professionali”, soprattutto alla luce della loro “composizione, entità e attitudine all’accrescimento”, come aveva già stabilito la Corte d’Appello.
La Corte ha inoltre osservato che, al contrario, Veronica Lario, non ha contribuito in misura alcuna alla fortuna dell’ex marito. La Cassazione ha ribadito quindi che quanto ricevuto dalla donna a titolo di assegno divorzile deve essere restituito, come già richiesto dalla Corte d’Appello milanese, che l’aveva obbligata a risarcire il Cavaliere per circa 45 milioni di euro.