Dopo una giornata di tensioni tra Pd e M5s, con Luigi Di Maio che aveva lanciato un ultimatum ai dem (“Nostri punti o voto”), un vertice tra delegazioni dei democratici e dei pentastellati, insieme al presidente incaricato Giuseppe Conte, si è tenuto a Palazzo Chigi nel tentativo di riaprire la trattativa tra le due parti. “La delegazione del Pd indicata dal segretario Zingaretti e rappresentata da Andrea Orlando e Dario Franceschini ha partecipato oggi pomeriggio ad un incontro richiesto dal Presidente incaricato con i rappresentanti del Movimento 5 Stelle e con lo stesso Premier Conte. L’incontro è servito a porre l’esigenza di un chiarimento sulle dichiarazioni di Luigi Di Maio, al termine delle consultazioni, come precondizione per proseguire nel percorso avviato negli scorsi giorni”, aveva reso noto il Nazareno. Ma, al termine del vertice, dal M5s si sono difesi: “Parlare di temi non significa fare ultimatum. Siamo il partito di maggioranza relativa, riteniamo che in una trattativa le precondizioni non facciano bene. Dopo aver incontrato Conte abbiamo messo al centro i nostri temi e su questi vogliamo aprire il confronto con il Pd. Non ci sono ostacolo insormontabili. E anche sull’immigrazione stiamo dicendo tutti la stessa cosa”, ha rivendicato Stefano Patuanelli (capogruppo M5s Senato). “Ci sono alcune cose che sono state fatte nel precedente governo e vogliamo continuare a farle. Non è un problema quello dei toni perché quello che importa sono i temi”, ha concluso il capogruppo alla Camera pentastellato Francesco D’Uva.