“Marche: bellezza infinita”. Così recita un recente spot della Regione Marche che ci invita a visitare l’area facendoci vedere quanto di più attraente vi è in essa. Così chi guarda si fa un’idea della realtà. Molto parziale. Un po’ come quando segui le telecronache del Giro d’Italia e la regia trascura volutamente di farti vedere e commentare gli stupri al territorio. Certo, se fosse comparso qualche fotogramma dei nuovi impianti da sci non avrebbe giovato all’immagine della Regione.
Cerchiamo di supplire a questa mancanza. Ecco i fatti. Sono accaduti qualche tempo fa, ma solo ora ne sono venuto a conoscenza, grazie all’amico scrittore Diego Infante. E comunque sono esemplari di una certa Italia. O, forse, dell’Italia.
Nell’appennino umbro-marchigiano, in provincia di Pesaro-Urbino, è situato il gruppo del Monte Catria, un massiccio calcareo a suo tempo cantato anche da Dante Alighieri, che fino a qualche decennio fa era splendido. Specialmente per la presenza di estese faggete con esemplari anche centenari. Poi ci ha pensato l’uomo a mettervi mano pensando che specialmente il versante nord-orientale di una delle cime, il monte Acuto, fosse utilizzabile a fini sciistici. I termini antropocentrici che si usano in questi casi sono “vocazione” e “valorizzazione”, il che significa che la montagna è nata per essere sfruttata dall’uomo (vocazione) e che di per sé non vale nulla, ma vale solo se l’uomo appunto la sfrutta, cioè ne altera le caratteristiche (valorizzazione).
Il primo impianto di risalita di proprietà pubblica dalla località Caprile viene costruito nel 1976 e chiuso per debiti al termine della stagione invernale 1988/89. Passano quindici anni ed ecco la realizzazione di una cestovia, che funziona anch’essa pochi anni: della serie errare humanum est, perseverare autem diabolicum.
Ma la pervicacia di voler realizzare a tutti i costi una moderna stazione sciistica nonostante la bassa quota (sotto i 1700 metri) e la vicinanza al mare (fattori che non garantiscono una adeguata copertura nevosa per tutta la stagione) e nonostante il fatto che la fruizione sia estremamente saltuaria e locale, dicevo che la pervicacia persiste ed ecco allora che nel gennaio 2018 viene inaugurata una seggiovia triposto, sempre di proprietà pubblica, che sostituisce un precedente skilift per superare neanche cento metri di dislivello, da 1.351 a 1.446. Costo 590mila euro.
Ma non finisce qui, perché ormai si ragiona in grande. Ed ecco prevedere la sostituzione di un breve tratto di manovia a fune bassa con uno skilift, con spesa prevista di 250mila euro; ecco la predisposizione per l’innevamento artificiale per garantire (temperature permettendo) la materia prima per un costo di 280mila euro; ecco interventi di adeguamento e messa in sicurezza delle piste, ovvero taglio degli alberi laterali, scavi e riporti, livellamento del terreno, posizionamento di reti di sicurezza etc., per ulteriori 671mila euro; nonché, infine, la costruzione di una nuova cabinovia in sostituzione della vecchia cestovia per un chilometro di lunghezza e 1,4 milioni euro di costo. Inoltre si stanno attualmente predisponendo i lavori per una nuova seggiovia quadriposto per un importo di ulteriori 1,7 milioni. Per un totale di 4.891mila euro. Sempre tutti soldi pubblici, perché gli impianti restano in mano pubblica anche se a gestirli è un soggetto privato, la Monte Catria Impianti s.c.a.r.l. Costo ambientale: almeno 2,7 ettari di alberi di alto fusto abbattuti.
In base ad un complesso sistema di calcolo previsto dall’allegato A della L.R. 71/97 (“Norme per la disciplina delle attività estrattive”), espiantare 2,7 ettari di bosco comporterebbe la ripiantumazione di alberi su 58 ettari di terreni liberi, oppure a versare alla Regione Marche una somma di circa 950mila euro.
Ma il comune di Frontone, nel cui ambito ricadono i nuovi impianti, dichiarando che gli abbattimenti costituiscono una manutenzione straordinaria di opere esistenti, ottiene che la compensazione venga calcolata solo su 0,6 ettari di bosco, tradotti in appena 217mila euro, pagabili in cinque comode rate. Tradotto: nessun albero verrà piantato.
Ma non finisce qui, perché a novembre del 2018 i carabinieri forestali accertano che ben tremila metri quadri di bosco non avrebbero dovuto essere tagliati. L’illecito viene sanzionato con la modica cifra di cinquemila euro. Il reato? Si vedrà. A febbraio di quest’anno, in pompa magna, con tanto di taglio del nastro, viene inaugurata la nuova cabinovia: presenti il presidente della Regione Marche, il vicepresidente del consiglio regionale, il sindaco di Frontone. Tutti sorridenti.
Fabio Balocco
Scrittore in campo ambientale e sociale
Ambiente & Veleni
Gli impianti sciistici sul Catria sono poco usati e rovinano l’ambiente. Coi nostri soldi
“Marche: bellezza infinita”. Così recita un recente spot della Regione Marche che ci invita a visitare l’area facendoci vedere quanto di più attraente vi è in essa. Così chi guarda si fa un’idea della realtà. Molto parziale. Un po’ come quando segui le telecronache del Giro d’Italia e la regia trascura volutamente di farti vedere e commentare gli stupri al territorio. Certo, se fosse comparso qualche fotogramma dei nuovi impianti da sci non avrebbe giovato all’immagine della Regione.
Cerchiamo di supplire a questa mancanza. Ecco i fatti. Sono accaduti qualche tempo fa, ma solo ora ne sono venuto a conoscenza, grazie all’amico scrittore Diego Infante. E comunque sono esemplari di una certa Italia. O, forse, dell’Italia.
Nell’appennino umbro-marchigiano, in provincia di Pesaro-Urbino, è situato il gruppo del Monte Catria, un massiccio calcareo a suo tempo cantato anche da Dante Alighieri, che fino a qualche decennio fa era splendido. Specialmente per la presenza di estese faggete con esemplari anche centenari. Poi ci ha pensato l’uomo a mettervi mano pensando che specialmente il versante nord-orientale di una delle cime, il monte Acuto, fosse utilizzabile a fini sciistici. I termini antropocentrici che si usano in questi casi sono “vocazione” e “valorizzazione”, il che significa che la montagna è nata per essere sfruttata dall’uomo (vocazione) e che di per sé non vale nulla, ma vale solo se l’uomo appunto la sfrutta, cioè ne altera le caratteristiche (valorizzazione).
Il primo impianto di risalita di proprietà pubblica dalla località Caprile viene costruito nel 1976 e chiuso per debiti al termine della stagione invernale 1988/89. Passano quindici anni ed ecco la realizzazione di una cestovia, che funziona anch’essa pochi anni: della serie errare humanum est, perseverare autem diabolicum.
Ma la pervicacia di voler realizzare a tutti i costi una moderna stazione sciistica nonostante la bassa quota (sotto i 1700 metri) e la vicinanza al mare (fattori che non garantiscono una adeguata copertura nevosa per tutta la stagione) e nonostante il fatto che la fruizione sia estremamente saltuaria e locale, dicevo che la pervicacia persiste ed ecco allora che nel gennaio 2018 viene inaugurata una seggiovia triposto, sempre di proprietà pubblica, che sostituisce un precedente skilift per superare neanche cento metri di dislivello, da 1.351 a 1.446. Costo 590mila euro.
Ma non finisce qui, perché ormai si ragiona in grande. Ed ecco prevedere la sostituzione di un breve tratto di manovia a fune bassa con uno skilift, con spesa prevista di 250mila euro; ecco la predisposizione per l’innevamento artificiale per garantire (temperature permettendo) la materia prima per un costo di 280mila euro; ecco interventi di adeguamento e messa in sicurezza delle piste, ovvero taglio degli alberi laterali, scavi e riporti, livellamento del terreno, posizionamento di reti di sicurezza etc., per ulteriori 671mila euro; nonché, infine, la costruzione di una nuova cabinovia in sostituzione della vecchia cestovia per un chilometro di lunghezza e 1,4 milioni euro di costo. Inoltre si stanno attualmente predisponendo i lavori per una nuova seggiovia quadriposto per un importo di ulteriori 1,7 milioni. Per un totale di 4.891mila euro. Sempre tutti soldi pubblici, perché gli impianti restano in mano pubblica anche se a gestirli è un soggetto privato, la Monte Catria Impianti s.c.a.r.l. Costo ambientale: almeno 2,7 ettari di alberi di alto fusto abbattuti.
In base ad un complesso sistema di calcolo previsto dall’allegato A della L.R. 71/97 (“Norme per la disciplina delle attività estrattive”), espiantare 2,7 ettari di bosco comporterebbe la ripiantumazione di alberi su 58 ettari di terreni liberi, oppure a versare alla Regione Marche una somma di circa 950mila euro.
Ma il comune di Frontone, nel cui ambito ricadono i nuovi impianti, dichiarando che gli abbattimenti costituiscono una manutenzione straordinaria di opere esistenti, ottiene che la compensazione venga calcolata solo su 0,6 ettari di bosco, tradotti in appena 217mila euro, pagabili in cinque comode rate. Tradotto: nessun albero verrà piantato.
Ma non finisce qui, perché a novembre del 2018 i carabinieri forestali accertano che ben tremila metri quadri di bosco non avrebbero dovuto essere tagliati. L’illecito viene sanzionato con la modica cifra di cinquemila euro. Il reato? Si vedrà. A febbraio di quest’anno, in pompa magna, con tanto di taglio del nastro, viene inaugurata la nuova cabinovia: presenti il presidente della Regione Marche, il vicepresidente del consiglio regionale, il sindaco di Frontone. Tutti sorridenti.
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Mosca, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - Il Cremlino giudica "del tutto comprensibile" la reazione ostile del presidente americano Donald Trump nei confronti del suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky, descritto mercoledì scorso come un "dittatore".
"Zelensky fa affermazioni errate sui capi di Stato, lo ha fatto più volte", ha accusato il portavoce della presidenza russa, Dmitri Peskov. "Nessun presidente tollererebbe questo tipo di trattamento. Questa reazione è quindi del tutto comprensibile", ha detto. Volodymyr Zelensky aveva affermato che il presidente americano viveva in uno "spazio di disinformazione" russo dopo che Donald Trump aveva accusato l’Ucraina di essere responsabile del conflitto innescato da Mosca il 24 febbraio 2022.
Tel Aviv, 23 feb. (Adnkronos) - La deputata democratica israeliana Naama Lazimi sostiene che il figlio del primo ministro Benjamin Netanyahu sia stato “esiliato” all’estero dopo aver picchiato il padre. La parlamentare dell'opposizione ha rilasciato questa dichiarazione durante una riunione della Commissione Finanze della Knesset, mentre poneva domande sul finanziamento della visita di di Sara Netanyahu negli Stati Uniti e sui costi annuali della sicurezza per Yair Netanyahu, che vive a Miami.
"Vorrei chiedere se questa cifra è ancora in bilancio e se c'è ancora l'intenzione di finanziare la permanenza di Yair Netanyahu perché ha colpito il primo ministro ed è stato costretto ad andare all'estero perché ha danneggiato un simbolo del governo", ha domandato la parlamentare.
Il partito Likud di Netanyahu ha risposto che le affermazioni della Lazimi sono "una menzogna spregevole, un nuovo punto basso verso il fondo della fogna della sinistra", aggiungendo che chiunque ripeterà tale affermazione verrà citato in giudizio. "Naama Lazimi dovrebbe essere privata della sua immunità e del suo stipendio, così come chiunque ripeta questa spregevole menzogna verrà querelato".
Mosca, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - "Il dialogo tra due presidenti davvero straordinari è promettente. È importante che nulla ostacoli l'attuazione della loro volontà politica". Lo ha dichiarato il portavoce della presidenza russa Dmitri Peskov in un'intervista alla televisione, parlando della fermezza degli Stati Uniti nei confronti di Kiev e sulle dichiarazioni ostili di Trump nei confronti del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Roma, 23 feb. - (Adnkronos) - Resterà per sempre il cantante di "Bandiera gialla", canzone simbolo della musica leggera degli anni '60: Gianni Pettenati è morto nella sua casa di Albenga (Savona) all'età di 79 anni. L'annuncio della scomparsa, avvenuta nella notte, è stato dato con un post sui social dalla figlia Maria Laura: "Nella propria casa, come voleva lui, con i suoi affetti vicino, con l'amore dei suoi figli Maria Laura, Samuela e Gianlorenzo e l'adorato gatto Cipria, dopo una lunga ed estenuante malattia, ci ha lasciato papà. Non abbiamo mai smesso di amarti. Ti abbracciamo forte. Le esequie si terranno in forma strettamente riservata".
Nato a Piacenza il 29 ottobre 1945, Gianni Pettenati debutta nel 1965, vincendo il Festival di Bellaria ed entra a far parte del gruppo degli Juniors e nel 1966, accompagnato dallo stesso gruppo, incide il suo primo 45 giri, una cover di "Like a Rolling Stone" di Bob Dylan intitolata "Come una pietra che rotola", seguita da quello che rimane il suo maggiore successo "Bandiera gialla", versione italiana di "The pied piper" incisa lo stesso anno da Patty Pravo (in lingua originale, come lato B del singolo "Ragazzo Triste" per la promozione del locale Piper Club di Roma, diventando il brano simbolo della famosa discoteca), diventata un evergreen, immancabile quando si gioca al karaoke o nelle serate revival nelle discoteche e nelle feste. Il 45 giri successivo, nuovamente con gli Juniors, è "Il superuomo" (cover di "Sunshine superman" di Donovan), mentre sul lato B del disco compare "Puoi farmi piangere" (cover di "I put a spell on you" di Screamin' Jay Hawkins, incisa con l'arrangiamento della versione di Alan Price), con il testo italiano di Mogol. Sempre nel 1967 Pettenati partecipa al Festival di Sanremo con "La rivoluzione", a Un disco per l'estate con "Io credo in te", al Cantagiro con "Un cavallo e una testa" (scritta da Paolo Conte) e a Scala Reale sul Canale Nazionale della Rai in squadra con il vincitore di quell'anno, Claudio Villa, e con Iva Zanicchi, battendo Gianni Morandi, Sandie Shaw e Dino.
Nel 1968 insieme ad Antoine entra in finale al festival di Sanremo con "La tramontana", brano molto fortunato che il cantante piacentino ha sempre riproposto nei suoi concerti. Seguono altri successi come "Caldo caldo", "Cin cin", "I tuoi capricci" e collaborazioni artistiche con diversi autori della canzone italiana. Critico musicale, Pettenati è autore di diversi libri sulla storia della musica leggera italiana tra cui "Quelli eran giorni - 30 anni di canzoni italiane" (Ricordi, con Red Ronnie); "Gli anni '60 in America" (Edizioni Virgilio); "Mina come sono" (Edizioni Virgilio); "Io Renato Zero" (Edizioni Virgilio); "Alice se ne va" (Edizioni Asefi). Nel 2018 era stata concessa a Pettenati la legge Bacchelli che prevede un assegno vitalizio di 24mila euro annui a favore di cittadini illustri, con meriti in diversi campi, che versino in stato di particolare necessità. (di Paolo Martini)
Parigi, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - Tre persone, oltre al presunto autore, sono state arrestate per l'attacco mortale di ieri a Mulhouse, nell'est della Francia. Lo ha reso noto la Procura nazionale antiterrorismo. Il principale sospettato, nato in Algeria 37 anni fa, è stato arrestato poco dopo l'aggressione con coltello che ha ucciso un portoghese di 69 anni e ferito almeno tre agenti della polizia municipale.
Mosca, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - "Il destino ha voluto così, Dio ha voluto così, se così posso dire. Una missione tanto difficile quanto onorevole - difendere la Russia - è stata posta sulle nostre e vostre spalle unite". Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin ai soldati che hanno combattuto in Ucraina, durante una cerimonia organizzata al Cremlino in occasione della Giornata dei Difensori della Patria.
Kiev, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invocato l'unità degli Stati Uniti e dell'Europa per giungere a una "pace duratura", alla vigilia del terzo anniversario dell'invasione russa e sulla scia della svolta favorevole a Mosca presa da Donald Trump.
"Dobbiamo fare del nostro meglio per una pace duratura e giusta per l'Ucraina. Ciò è possibile con l'unità di tutti i partner: ci vuole la forza di tutta l'Europa, la forza dell'America, la forza di tutti coloro che vogliono una pace duratura", ha scritto Zelensky su Telegram.