“In quasi 30 anni di carriera non avevo mai neppure ipotizzato di potermi candidare per il Consiglio superiore della magistratura“, a parlare è Nino Di Matteo, rispondendo alle domande di Marco Lillo durante uno degli incontri organizzati nell’ambito della festa per i 10 anni del Fatto Quotidiano al Parco della Versiliana (Marina di Pietrasanta). “In questi ultimi decenni il Csm e l’Anm spesso hanno lasciato soli i magistrati più impegnati nell’attività giudiziaria – ha continuato -, questo non è giusto che si verifichi. La funzione del Csm è altissima. Proprio nel momento in cui è emerso lo scandalo (Palamara ndr), ho pensato che fosse il momento di cambiare le cose”. E, ha spiegato: “La mia non è una candidatura di sistema, non sono iscritto alle correnti, non intendo iscrivermi, voglio rappresentare una figura autonoma e indipendente, al Csm vorrei fare il giudice, quello che si si studia le cose, valuta le cose per come stanno, respingendo al mittente ogni opportunismo personale o di gruppo”
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