Le misure varate d’urgenza, di domenica, cercano di arginare la massiccia fuga di capitali e il forte acquisto di dollari da parte degli stessi argentini come valuta di riserva, in vista del possibile ennesimo default. Il governo ha infatti nei giorni scorsi annunciato di voler 'riscadenzare' il debito pubblico, anche quello con il Fondo monetario internazionale. Vengono fissate anche delle restrizioni per le operazioni in valuta degli esportatoric
Limitazioni del mercato dei cambi e autorizzazione necessaria per il trasferimento di denaro all’estero. L’Argentina vara misure – cancellate nel 2015 – per controllare il mercato dei cambi e lo fa con un decreto presidenziale pubblicato domenica: secondo la norma, la Banca centrale Argentina (Bcra) richiederà autorizzazioni per l’acquisto di valuta straniera (dollari) e il trasferimento all’estero. Vengono fissate anche delle restrizioni per le operazioni in valuta degli esportatori.
Le misure varate d’urgenza, di domenica, cercano di arginare la massiccia fuga di capitali e il forte acquisto di dollari da parte degli stessi argentini come valuta di riserva, in vista del possibile ennesimo default. Il governo ha infatti nei giorni scorsi annunciato di voler ‘riscadenzare’ il debito pubblico, anche quello con il Fondo monetario internazionale (pari a circa 56 miliardi di dollari) con l’obiettivo di una sua rinegoziazione. Una mossa non inattesa vista la crisi economica del Paese, le mancate riforme del governo e la sconfitta alle primarie presidenziali del presidente Mauricio Macri (le elezioni si terranno ad ottobre) ma che ha inasprito ancora più il crollo dei mercati finanziari.
Ora il governo torna indietro su quello che era stato un provvedimento chiave a fine 2015, sollecitato anche dall’Fmi: l’apertura dei mercato dei cambi e la fine del complesso meccanismo di controlli e autorizzazioni realizzato dai precedenti governi peronisti. Per il momento la decisione di autorizzare l’acquisto di valuta straniera è affidata al Bcra che deciderà volta per volta ma è chiaro che si tratta di un passo verso il controllo del mercato dei cambi.