L'ex Kolarov porta in vantaggio i giallorossi in un primo tempo con 5 legni colpiti. Nella ripresa pareggia Kolarov e nel finale ai biancocelesti viene annullato un gol per fuorigioco. Prima del fischio d'inizio, la Curva Nord ha ricordato il capo ultrà laziale Fabrizio Piscitelli, ucciso con un colpo di pistola in un agguato il 7 agosto scorso
Il derby della Capitale non ha un padrone. Lazio e Roma si dividono la posta: un gol per tempo, prima di Kolarov su rigore e poi Luis Alberto, e il faccia a faccia finisce 1-1. Una partita ricca di emozioni, intensa e giocata a ritmi alti: la prima metà è spettacolare con cinque pali e traverse colpiti dalle due squadre (3 della Lazio con Leiva, Immobile e Correa e 2 della Roma con Zaniolo) e almeno 7 limpide occasioni da rete in particolare di marca biancoceleste, oltre al gol messo a segno dai giallorossi con il calcio di rigore realizzato dall’ex Kolarov spiazzando Strakosha, per il fallo di mano di Milinkovic-Savic su cross di Dzeko.
Nella ripresa altre occasioni create da entrambe le squadre che se la sono giocata fino alla fine, la rete del pari di Luis Alberto, il sesto legno della gara con la traversa colpita da Parolo e il gol annullato a Lazzari nel recupero per fuorigioco di Jony. Per la Roma è il secondo pareggio nelle prime due di campionato, per la Lazio arriva il pari dopo il successo nella prima giornata contro la Sampdoria. La squadra di Simone Inzaghi è apparsa più attenta in difesa e più aggressiva in avanti, ma non è riuscita a sfruttare appieno le incertezze mostrate dalla difesa giallorossa.
La Roma è cresciuta con il passare dei minuti, cercando, con i suggerimenti di Fonseca, di mettere apposto l’assetto, facendo scalare prima Zaniolo quando la squadra di Inzaghi si faceva avanti e poi anche i due esterni. Prima della gara la Curva Nord si presenta spoglia, non espone, come di consueto, gli striscioni dei gruppi in segno di lutto per la morte di Fabrizio Piscitelli, il leader degli Irriducibili ucciso a Roma con un colpo di pistola il 7 agosto scorso. L’unico drappo esposto, sul cancellone che separa la Nord dal campo, è lo stendardo nero con gli occhi di ‘Diabolik’ in onore a Piscitelli che così era da sempre soprannominato. Nessun incidente, per fortuna, con il dispositivo ideato dalla questura, in allerta da giorni, che ha funzionato.