Le loro condizioni di salute si erano aggravate e non erano più "compatibili con la permanenza sulla nave", ha fatto sapere l'ong in un tweet. "Devono scendere tutti in barella? A che punto volete arrivare?", ha incalzato Mediterranea. Intanto l'Alan Kurdi, dopo che anche i ministri Trenta e Toninelli hanno firmato il divieto di ingresso, ha fatto rotta verso Malta. Il segretario Pd: "È la conferma che in Italia sull'immigrazione bisogna cambiare tutto"
Sono stati evacuati da una motovedetta della Guardia Costiera tre dei 34 migranti a bordo della nave Mare Jonio dell’ong Mediterranea Saving Humans: le loro condizioni di salute si erano aggravate e non erano più “compatibili con la permanenza sulla nave”, come ha fatto sapere l’ong in un tweet. “Devono scendere tutti in barella? A che punto volete arrivare?”, ha incalzato Mediterranea che in giornata aveva già lanciato un nuovo, ennesimo appello a Italia e Ue per far sbarcare tutti i migranti ancora a bordo. E anche Nicola Zingaretti è tornato a invocare l’intervento del governo per sbloccare la situazione. Dopo aver detto sabato che quanto sta succedendo “non è umano”, oggi il segretario del Pd ha scritto su Twitter: “La vicenda Mare Jonio conferma che in Italia sull’immigrazione bisogna cambiare tutto. Coinvolgere con autorevolezza l’Europa, unire sicurezza, legalità e umanità è possibile. Il Governo non faccia finta di niente, stiamo parlando di esseri umani”.
La Mare Jonio si trova da giorni ancorata al largo delle coste italiane, in attesa che le venga assegnato un porto in cui poter sbarcare. Quella appena trascorsa è stata infatti la quarta notte a bordo della Mare Jonio per i naufraghi rimasti sulla nave dopo il trasbordo di 64 tra malati, donne e bambini. Sabato la ong aveva inviato una mail al Centro di coordinamento marittimo italiano per chiedere “un porto sicuro di sbarco” rappresentando ancora una volta “le condizioni psicofisiche di estrema vulnerabilità delle persone a bordo dovute ai loro tragici vissuti e alle violenze subite in Libia. Condizioni aggravate – sottolinea la ong – dall’esperienza della morte di sei compagni di viaggio e dall’attuale situazione di incertezza e di sospensione del diritto in cui versano che si configura come ‘trattamento inumano e degradante’”.
Uno stallo dovuto a quanto dispone il nuovo decreto sicurezza bis che prevede il divieto di ingresso in acque italiane, la stessa misura che il vicepremier Matteo Salvini e i ministri della Difesa e dei Trasporti Elisabetta Trenta e Danilo Toninelli hanno firmato il decreto che vieta l’ingresso in acque italiane alla nave Alan Kurdi della ong tedesca Sea Eye, che ieri si è diretta verso Lampedusa dopo aver soccorso in mare, in acque Sar maltesi, 13 migranti – tra cui 8 bambini – che si trovavano in difficoltà a bordo di un barchino sovraccarico. A dare la notizia è il Viminale che precisa che il provvedimento è stato notificato nelle scorse ore al comandante della nave. Il ministero della Difesa ha sottolineato però che “è necessario, nel più breve tempo possibile, portare assistenza a minori imbarcati e a tutte le persone bisognevoli di qualsivoglia forma di intervento nel rispetto, e per la salvaguardia, della vita umana. La Difesa si rende immediatamente disponibile allo scopo”. Intanto la nave si sta dirigendo verso Malta.