Nella mia lunga esperienza nell’ambito dei pregiudizi, ho incontrato moltissime persone, anche insospettabili, sia a destra che a sinistra, per le quali la parolina “rom” non rappresenta altro che l’interruttore di una serie di incontrollabili meccanismi mentali, la valvola di sfogo di rabbia, frustrazione, indignazione, odio. Le cause possono essere diverse: si va dalla semplice ignoranza infarcita da luoghi comuni a inconfessati traumi avvenuti in età infantile fino a raggiungere situazioni di chiaro opportunismo.
Negli ultimi mesi il sindaco di Giugliano in Campania è un personaggio che sulla “questione rom” ha raggiunto livelli di popolarità che hanno oltrepassato i confini italiani. Dopo lo sgombero della comunità rom locale, il tentativo di espellerla nei comuni limitrofi e le violazioni dei diritti umani di cui si è reso protagonista e sui quali si è soffermata la stampa nazionale e internazionale, nei giorni scorsi è tornato sul tema. Lo ha fatto sulla sua pagina Facebook con termini sui quali è interessante provare a fare l’esegesi.
Il 16 agosto era stato denunciato un furto all’interno degli uffici della Gesen s.pa., all’interno della discarica di Masseria del Pozzo, sul territorio giuglianese. Nove giorni dopo un incendio di origine dolosa aveva distrutto parte della struttura. “E’ un segnale allarmante – aveva commentato Antonio Poziello, sindaco di una delle aree del Paese dove l’infiltrazione camorristica raggiunge il picco più alto. In un momento delicato nella lotta agli incendi e dopo che c’erano stati una serie di allarmanti incendi e tentativi di incendio a discariche e siti di stoccaggio, è assurdo che abbiano potuto agire indisturbati, restando ore all’interno di una struttura che doveva essere vigilata. Va detto che quella palazzina ospitava proprio gli uffici del Funzionario delegato, ex Commissario alle bonifiche dell’Area Vasta. Il che lo rende ancora più allarmante”.
Il 29 agosto qualcuno si è introdotto nello stabile per completare l’opera di distruzione e Poziello, sindaco di sinistra vicino al governatore De Luca, ha titolato un post sulla sua pagina Facebook con parole inquietanti: “L’assassino torna sempre sul luogo del delitto”, indicando quindi nei tre atti criminosi un unico soggetto responsabile. “Così – afferma il primo cittadino – chi ha dato fuoco alla palazzina Gesen, all’interno della discarica Masseria del Pozzo, è tornato sul posto. E ha completato l’opera rubando, rompendo, distruggendo”.
Chi sarà stato visto che le indagini sono ancora in corso e nessuno risulta ancora essere iscritto nel registro degli indagati? Il sindaco non ha dubbi: i soggetti criminali “ci scommetto che appartengono alla comunità rom”, gli stessi che sgomberati nei mesi scorsi, ora vivono in condizioni disperate a via Carrafiello, malgrado l’intervento di deputati, attivisti, giudici della Corte Europea di Strasburgo. Forse la responsabilità è anche loro visto che, secondo Poziello, “l’attenzione mediatica e il caravan serraglio di giornalisti, avvocati e politici, magistrati, corti europee varie hanno circondato lo sgombero del campo rom del maggio scorso, deve averli convinti (ai rom, ndr) di poter fare il cazzo che gli pare”.
Secondo il sindaco la soluzione c’è, ed è inquietante: “dare una calmata ai rom”. Ma a chi tocca?, si chiede. “Chi ci deve andare a via Carrafiello e a Ponte Riccio (dove si trova l’altro campo rom di Giugliano, ndr) e far capire a queste comunità che bruciare rifiuti ogni notte, rubare e dare fuoco alle auto ogni notte, distruggere la Gesen ogni notte è qualcosa che non si fa? Io? Buonanotte!”.
Aspettiamo che qualcuno, nei prossimi giorni vada nei campi rom a trasmettere il messaggio del primo cittadino. Magari a colpi di pistola o, di notte, con bottiglie molotov, seguendo il suggerimento riportato in un commento sul post del sindaco, mai rimosso: “Risolviamo il problema… Bruciamoli vivi… Tutti”.
Non è chiaro se Poziello abbia problemi di natura personale con i “rom”. Di certo nel 2020 a Giugliano si vota ed il sindaco di sinistra ha già deciso dove orientare la sua campagna elettorale e a quali parole affidare i contenuti del suo programma.
Salvini docet. Sotto elezioni buttarsi sui rom può pagare. A patto di essere fragili umanamente e pavidi sotto il profilo politico.