Adriana Signorelli, la 59enne uccisa da Aurelio Galluccio, sabato 31 agosto si era presentata dalla polizia nella notte tra il 27 e il 28. Subito ascoltata, le era stato consigliato di cambiare casa, ma non ha fatto in tempo
Aveva denunciato l’ennesima aggressione, attivando il meccanismo della nuova legge sul codice rosso, solo quattro giorni prima di essere uccisa Adriana Signorelli, la donna trovata morta accoltellata nella notte tra sabato e domenica a Milano. Per il suo omicidio è stato subito fermato il marito, Aurelio Galluccio di 65 anni.
La donna di 59 anni aveva denunciato l’ultima aggressione nella notte tra il 27 e il 28 agosto scorso ed era stata subito ascoltata dalla Polizia giudiziaria che le aveva consigliato di cambiare casa. Adriana aveva quindi assicurato che si sarebbe trasferita per qualche giorno dalla figlia, ma non ha fatto in tempo. “Non ottemperare a questa promessa – ha commentato il procuratore aggiunto Letizia Mannella – le è stato purtroppo fatale”.
Secondo quanto raccontato dalla vittima agli agenti, l’ultima violenza sarebbe avvenuta proprio il 27 agosto, poche ore prima della denuncia. Nonostante la coppia si stesse separando, dopo una cena insieme lui è riuscito a salire in casa da lei, nello stesso appartamento dove ieri è stata trovata morta. Qui, dopo aver abusato di alcol e psicofarmaci, come risulta dalle indagini, Galluccio ha cominciato a inveire contro la moglie, accusandola di averlo fatto finire in galera dicendo cose false. Spaventata Adriana si è chiusa in bagno, ma lui ha sfondato la porta. Così dopo aver tentato inutilmente di calmarlo, la 59enne ha approfittato di un momento di distrazione per fuggire, correndo subito dalle forze dell’ordine a sporgere l’ennesima denuncia. Nonostante la risposta immediata del codice rosso, però, la Signorelli non è riuscita a salvarsi. “Il fine del codice rosso è anche creare alcune salvaguardie immediate, come quella di andare via di casa – ha spiegato il procuratore Francesco Greco – Però è illusorio pensare che si possano risolvere vicende come questo con la galera e basta, perché questo è stato fatto. Ci sono casi in cui ci si sente impotenti rispetto alla pazzia umana. Bisognerebbe anche lavorare sulle donne e sul contesto familiare”.
Secondo le prime ricostruzioni le aggressioni nei confronti dei familiari, infatti, andavano avanti almeno dal 2012. Diversi gli episodi, come hanno sottolineato i procuratori, con protagonista proprio il 65enne: quattro anni fa era stato arrestato per maltrattamenti in famiglia e violenza poi, nel 2015 processato e l’anno successivo condannato. Nel 2017 poi venne denunciato a piede libero per gli stessi reati e nel 2018 riarrestato e condannato a un anno e quattro mesi per maltrattamenti per aver incendiato la porta di casa della donna e aver cercato di sfregiarla rovesciandole addosso una tanica contenente benzina e candeggina. Il profilo violento di Galluccio, ora in cella per femminicidio, è emerso anche dopo l’omicidio quando ha tentato di investire gli agenti della polizia arrivati sul luogo del delitto. Due quindi i reati di cui dovrà rispondere: omicidio e tentato omicidio. Intanto ora il pm Monia Di Marco inoltrerà al gip la richiesta di convalida del fermo e di custodia cautelare in carcere.
Adriana non è l’unica donna ad aver avuto accesso al meccanismo del codice rosso. Sono centinaia le denunce arrivate da quando, il 9 agosto scorso, è entrata in vigore la legge che tutela le vittime di violenza domestica e di genere entrata. Secondo Dire (Donne in rete), che ha diffuso i primi risultati, almeno 40 al giorno solo a Milano e 20 a Napoli.