L'imbarcazione dell’ong tedesca Mission Lifeline era entrata ieri nel porto di Pozzallo con 104 migranti forzando il divieto imposto dalle autorità italiane. Fermato un 18enne sudanese, ritenuto dalla polizia lo scafista
Il comandante e il capo missione della nave Eleonore dell’ong tedesca Mission Lifeline, entrata ieri nel porto di Pozzallo con 104 migranti forzando il divieto imposto dalle autorità italiane, sono indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’indagine è coordinata dal procuratore Fabio D’Anna e seguita dal pm Francesco Riccio.
Gli atti del sequestro amministrativo da parte della Guardia di finanza sono stati trasmessi al prefetto di Ragusa che poi ha provveduto a notificarli al comandante per le eventuali controdeduzioni. “E’ un procedimento amministrativo a tutti gli effetti – dice il prefetto di Ragusa, Filippina Cocuzza – che ha la sua tempistica e il suo iter. Intanto al comandante è stata affidata in custodia la nave sequestrata”. Ora il prefetto aspetterà le controdeduzioni di comandante e capo missione prima di procedere alla sanzione: il rischio è la confisca della nave.
L’Europa, intanto, si muove: una portavoce della Commissione europea ha fatto sapere che i migranti saranno ricollocati in Germania, Lussemburgo, Irlanda, Portogallo e Francia. L’esecutivo comunitario, che si è occupato del coordinamento dell’accoglienza su richiesta di Berlino, non è invece coinvolta in modo diretto nelle vicende della Mare Jonio e della Alan Kurdi.
Dopo lo sbarco, la polizia di Ragusa ha fermato un 18enne sudanese. Il giovane è ritenuto lo scafista della piccola barca di legno che trasportava i migranti, quasi tutti di origine sudanese, poi soccorsi dall’imbarcazione della ong. Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine, è di 1.500 euro il costo medio pagato dai migranti per raggiungere l’Europa e gli organizzatori libici hanno incassato quasi 150mila euro.
Tutti i migranti sono stati fotosegnalati dalla polizia scientifica all’hotspot di Pozzallo e breve verranno trasferiti secondo il piano di riparto della prefettura iblea. Dagli accertamenti effettuati grazie ai software in uso alla polizia scientifica di analisi delle impronte digitali, gli investigatori hanno constatato che i migranti non erano mai stati precedentemente identificati in Italia.
Avendo violato quanto disposto dal Decreto sicurezza bis, ieri personale della guardia costiera e della guardia di finanza ha contestato la violazione al comandante e sottoposto a sequestro cautelare la nave. Per quanto concerne la posizione del comandante e del capo equipaggio, entrambi cittadini tedeschi, la polizia giudiziaria ha trasmesso un’informativa a carico dei due alla procura. La nota informativa descrive la condotta tenuta dal comandante in ordine all’ingresso in acque territoriali italiane senza alcuna autorizzazione fino all’arrivo al il porto di Pozzallo. La procura ha iscritto i due nel registro degli indagati.
Continuano invece le indagini sulla nave ‘Cassiopeà della Marina militare che aveva soccorso 29 migranti libici. Si tratta di nuclei familiari e sono ancora in corso le accertamenti su eventuali responsabilità penali.